a cura di Andrea Giovannelli

Le premesse per un fine settimana memorabile c’erano tutte: i compagni di viaggio, il luogo particolare, condizioni meteorologiche accettabili, e ovviamente gli scacchi. Una nutrita compagine della Scuola Popolare lo scorso 9 novembre si trasferiva a Vignola per partecipare alla seconda edizione del Torneo Internazionale “Vignola Città degli Scacchi”. Oltre me raggiungevano la capitale mondiale delle ciliegie: Paolo Andreozzi, Andrea Bruni, Massimo Carconi, Lorenzo Palmucci, Ivano Pedrinzani. La prima emozione è quando, nel primo pomeriggio, dopo avere lasciato la Stazione dei treni e camminato per qualche minuto, mi imbatto in uno striscione pubblicitario del Torneo collocato in alto tra due palazzi. Lo striscione separa idealmente il centro storico dal resto della cittadina. “Ci siamo” dico tra me e me. In quel momento un pensiero va anche a chi avrebbe voluto esserci ma, per i più svariati motivi, non ha potuto. Proseguo e dopo poco arrivo in Piazza dei Contrari. C’è un prevedibile via vai di persone. Al centro, una scacchiera gigante, contornata da banchetti di prodotti gastronomici. Sulla piazza affaccia la Rocca – sede dei Tornei A e B – simbolo per tutti i Vignolesi. Non è difficile capire il perché. Sono qui anche per lei: poco prima della partenza, sfogliando un mio libro d’arte, per puro caso mi ero imbattuto nelle immagini dei bellissimi affreschi della Cappella interna. Avrò modo di vederli, ma ora non c’è il tempo. Il mio obiettivo è assistere alla Conferenza sull’utilizzo degli scacchi in campo medico, che si preannuncia molto interessante. Seguo le indicazioni del Torneo A. Arrivo in una delle sale che ospiteranno i giocatori di livello magistrale. La sala è tutta affrescata, rimango a bocca aperta. Scatto una foto. Proseguo, devo raggiungere la Conferenza e gli amici della Scuola. Incrocio un signore molto gentile che ha tutta l’aria di essere uno degli organizzatori. E’ Antonio Sfera che scoprirò poi essere uno degli arbitri del Torneo A. Ignaro del mio ELO mi accoglie come se fossi un giocatore di caratura internazionale e mi porta speditamente al Caffè Terzi, dove si sta concludendo il “Caffè dei campioni”, il primo evento in programma. Mi presenta a Carlo Alberto Cavazzoni, che insieme al figlio di Antonio, Mattia, è il cuore pulsante dell’evento. Carlo Alberto è un mito. Istruttore nell’accezione più ampia, in un arco di tempo almeno trentennale, ha insegnato scacchi a circa 25.000 allievi. Tutti a Vignola giocano a scacchi grazie a lui. Tra i pochi rimasti al Caffè c’è Rosario Lucio Ragonese. Ci conosciamo di vista. Lo saluto.Mi guarda e sembra volermi chiedere: “Ma che ci fai tu qui che campione non sei?!”. Grande Rosario Lucio. Con Antonio bevo un caffè eccellente. Usciamo emi dà indicazioni per raggiungere la Conferenza. Mi trovo a camminare a fianco di un simpatico signore che come me cercava di capire dove dirigersi. Pensando fosse un “collega” scacchista, mi rivolgo a lui: “Dicono che la Conferenza sia di alto livello”. Mi guarda, sorride. Scoprirò poco più tardi che si tratta del dottor Giovanni Malferrari, uno degli illustri relatori, specialista in Neurologia, Tossicologia Clinica e Farmacologia Applicata. Mi diverte pensare che avrei potuto dirgli: “Ora c’è la Conferenza, che palle!”. Poco prima dell’inizio, incontro finalmente gli amici della Scuola Popolare. Con loro un grande personaggio degli scacchi romani: Michele Blonna. Istruttore ormai affermato, e amato, non si stanca mai dire: “Bisogna studiare!”. Abbraccio anche lui.
La Conferenza, dal titolo “SCACCHIsticaMENTE” – evento curato da Carlo Alberto e dall’Università Libera Età “Natalie Ginzburg” – si rivela veramente interessante anche se si protrae oltre i tempi previsti. In sostanza le ricerche confermano gli effetti positivi del gioco degli scacchi sulla mente.Un scoperta originale che mi colpisce: con il passare degli anni il cervello del giocatore di scacchi mostra un accresciuto sviluppo di alcune aree e al contempo un ridotto sviluppo in altre. Al momento non è stata trovata una spiegazione di questo fenomeno.
Ed eccoci al primo turno. Sono iscritto al Torneo C, insieme a Massimo, Andrea e Lorenzo. Paolo, Ivano e Michele sono al B. Siamo nelle sale interrate di Palazzo Barozzi, l’altra sede del Torneo, elegante palazzo rinascimentale del sesto secolo d.c. L’inizio era programmato per le 20:00 e sono già le 21:00; c’è qualche problema negli accoppiamenti perché si rifanno due volte. Nell’attesa riconosco volti noti. Quello di Alessandro Ruggiero, classe 2007, giocatore romano molto attivo e assai temibile; saluto il piccolo Giulio Laneve, anche lui del 2007, di Bologna; mi aveva battuto al Torneo Fideuram del giugno scorso. Ci sono i fratellini Glover, di Frascati Scacchi. Poco dopo le 21:30 finalmente partono gli orologi. Partita lunga lamia. Come spesso mi accade, finisco in Zeitnot. Vinco. Io e Andrea siamo tragli ultimi a lasciare la sala. È notte fonda. Sono stanco ma contento: ho appena battuto una Prima Nazionale. Andrea ha pattato. Lasciamo il Palazzo e per raggiungere il nostro alloggio, l’ostello Casale della Mora, attraversiamo un bosco che costeggia un fiume (Panaro), in un sentiero illuminato solo parzialmente. L’atmosfera è affascinante e inquietante al tempo stesso.
In stanza siamo io, Paolo, Massimo, Andrea e Michele. Sono tra i migliori compagni di stanza che si possono avere. Devo dire che la convivenza era iniziata con un filo di preoccupazione perché Paolo la prima notte si era presentato come un russatore di categoria nazionale. Michele, divertentissimo, lo invitava a fare silenzio dicendo shhhhhh. Ma per Paolo era solo un po’ di stanchezza accumulata il primo giorno.
Sabato c’è il primo derby della Scuola Popolare. Al secondo turno incontro Lorenzo. Ho il Nero. Abbandono alla 38-esima dopo una partita durissima per entrambi. Gli accoppiamenti del terzo turno prevedevano un secondo derby: quello tra me e Andrea Bruni. Da non crederci. Ci diciamo che a questo punto potevamo rimanere a Roma evitando di fare centinaia di chilometri. Ma le sorprese non sono finite. All’ultimo momento gli accoppiamenti vengono cambiati ancora. È Massimo il mio avversario. Ho il Bianco. Alle 15:30 parte l’orologio ma il Presidente non c’è. Dopo qualche minuto faccio quello che non avrei fatto con altri: esco e lo vado a cercare. Lo trovo che conversa amabilmente con altre persone.“Massimo, guarda che giochi con me!”, “Ma che dici?!”.
La partita con il Presidente ha per me un sapore tutto particolare. Massimo mi teme, lo so, ma il favorito è lui anche se obiettivamente è fuori allenamento sulle partite a tempo lungo. Nei mesi scorsi avevo avuto modo di incontrarlo più volte in partite rapid. So che con il Nero su e4 gioca la Siciliana Variante Najdorf, ma a volte sceglie un seguito che non trovo convincente. È quello che ripropone in questa partita. Alla 14-esima la prima svolta: il Nero perde un pedone. Dopo alcune mosse in cui continuo a giocare con precisione, Massimo colloca meccanicamente la Donna in a5, mossa presente in molti schemi della Siciliana la quale però, in un momento in cui il suo lato di Re avrebbe richiesto maggiori attenzioni, si rivela l’errore decisivo. “Ho perso molti punti ma sono contento che a guadagnarli sia tu” mi dice carinamente terminatala partita.
Dopo un’altra sconfitta, al quarto turno, Massimo abbandonerà il Torneo. È irremovibile. Dispiace a tutti ma personalmente è una scelta che rispetto anche perché il tempo libero guadagnato la domenica pomeriggio Massimo lo spenderà bene nella visita guidata alla Rocca.
Ci racconterà di questa visita in termini entusiastici. «Stupefacente – ci dice Massimo – la Cappella Contrari, autentico gioiello dell’arte tardogotica italiana. Commissionata da Uguccione Contrari, nobile ferrarese,signore del castello e delle terre del contado di Vignola dal 1401, fu affrescata attorno al 1425 da autori incerti.
Gli affreschi contengono scene tratte dai vangeli apocrifi che ci restituiscono una immagine della chiesa delle origini del tutto diversa da quella tramandata ufficialmente. Colpisce l’immagine di Cristo che scende negli inferi per trarre a se, per salvare Adamo ed Eva, raffigurati ormai anziani, completamente nudi, ma ancora teneramente innamorati. Oppure la santissima Trinità raffigurata in un affresco “pezzo unico al mondo” con Dio, Cristo e lo Spirito Santo aventi tre immagini umane di Gesù. Ancor più suggestivi sono gli affreschi che raffigurano Maria sempre in posizioni centrali mentre intrattiene e dà disposizioni per la diffusione del Verbo agli apostoli chiamati a diffonderlo in tutto il mondo. Maria è sempre in evidenza, quasi a sottolinearne il ruolo di vero Capo della chiesa delle origini, vera “Mater Ecclesiae”.
O ancora, Maria raffigurata nella sua Resurrezione, al pari del Cristo, mentre consegna la propria cintola a Tommaso, unico tra gli apostoli ad avere la rivelazione direttamente da Gesù nella paradossale generale incredulità degli altri apostoli.
Così non stupisce come questi affreschi potessero esser considerati eretici e tali da mettere a repentaglio la vita stessa dei successori di Uguccione, proprietari della Cappella i quali per salvare se stessi e le opere dalla furia iconoclasta della chiesa ufficiale, in tempo di Controriforma decisero di occultarne l’esistenza per ben due secoli, murando l’entrata della Cappella. Chiusura che oggi ci permette di ammirarli in un ottimo stato di conservazione rispetto ad altri affreschi presenti nella Rocca di Vignola. Infatti, solo dopo la fine del 1600 queste opere furono restituite,con la scoperta della Cappella e l’abbattimento della muratura dell’entrata, alla visione dei visitatori».
Ma torniamo agli scacchi. Dopo l’ultima partita, soddisfatto per il mio torneo e più rilassato, vado a curiosare dai campioni. Non molte le partite ancora in corso ma ce n’è una che sembra destare un’attenzione particolare. Al tavolo 4 c’è Francesco Sonis, con il Nero, neocampione europeo under 16, che affronta Anna Kantane, 23 anni. A giudicare dalla posizione sulla scacchiera mi chiedo se il gruppetto di persone accorse non sia lì più per ammirare l’avvenente giocatrice polacca. Il Bianco ha la Donna, due Cavalli, e tre pedoni; il Nero, la Donna, due Alfieri, quattro pedoni, di cui uno passato sulla colonna b. Sonis ha circa dieci minuti sull’orologio, mentre Kantane gioca solo sull’incremento. Il Bianco, nonostante lo Zeitnot, con molta pazienza muove i pezzi, avanzando e coordinando pian piano i due Cavalli verso il Re Nero, abbastanza protetto dai suoi pedoni.Anche il pedone f del Bianco avanza. A prima vista, in effetti la posizione contiene una stranezza: i due Alfieri Neri sono entrambi sull’ottava traversa,in d8 e in e8 e sembrano assistere impotenti all’avanzata dei pezzi Bianchi sul lato di Re. Improvvisamente accade qualcosa. Sicuramente un errore di Sonis. Siperde sempre per un errore, a tutti i livelli. Sembra incredibile ma è vero: mossa al Nero ma c’è un Matto di Donna imparabile, in h7! Possibile che non ci sia difesa?! mi chiedo. Mi giro verso gli altri: sono impietriti. Sonis comincia a scuotere la testa. Non crede ai propri occhi. Ovviamente non deve verificare ulteriormente, ma si starà chiedendo come sia potuto accadere e perché. Passa ancora qualche minuto e abbandona. Un Finale drammatico che ci ricorda, semmai ve ne fosse bisogno, la bellezza e la crudeltà di questo gioco.
Ed eccoci alla cerimonia conclusiva. Carlo Alberto chiama sul palco anche Massimo,perché il Torneo “Roma Città Aperta”, che si disputerà dal 2 al 9 dicembre, è gemellato con quello di Vignola. È un piacere vederli uno di fianco all’altro ancora una volta. Massimo e Carlo Alberto (e i loro collaboratori) sono un pezzo del movimento scacchistico in Italia oggi. Non importa quanto grande,perché, se mi consentite, le azioni di un uomo, quando il fine è nobile, non si giudicano dai risultati ma dalle azioni stesse. Risultati in questo caso di assoluto rilievo: 293 iscritti, record per un torneo week end.
Anche io ho il mio breve momento di gloria. Per conto di Lorenzo – corso via per prendere il treno di ritorno – ricevo direttamente dalle mani del Sindaco il suo premio, per il sesto posto conseguito nel Torneo C. Sono tre bottiglie di ottimo vino toscano. “Innanzitutto alla salute!” mi dice il Sindaco. “La ringrazio Signor Sindaco e complimenti”.
Rientro la notte in ostello, questa volta da solo. L’atmosfera è quasi surreale. È già il tempo per i ricordi. La scacchiera gigante, le vetrine dei negozi con oggetti a tema scacchistico, le bustine da zucchero del Torneo, i gustosi Tortelloni con ricotta, spinaci, pancetta e aceto balsamico, il vin brulé. E degli amici: la risata affettuosa di Michele sulle nostre cappelle, la passione politica di Andrea, i commenti mai banali di Paolo sugli scenari economici, l’umorismo di Ivano, la serietà di Lorenzo, il discorso di Massimo sul palco.
Si conclude così un Torneo ottimamente organizzato, disputatosi in uno scenario unico. Per questo un ringraziamento particolare va alla Fondazione di Vignola per la concessione gratuita delle Sale. Grazie agli organizzatori, agli sponsor e a tutte le persone che hanno consentito la realizzazione di questo evento.
Arrivederci Vignola!