CIS 2023: i nostri ragazzi promossi in serie B!

di Daniele Marta

La nostra organizzazione come Scuola Popolare, per il 28° campionato italiano a squadre al quale ho partecipato personalmente, ha visto la convergenza sulla mia idea di coordinare un gruppo di ragazzi, di varie età, che stanno crescendo tecnicamente e agonisticamente, rendendo compatibile il loro impegno scacchistico con quello di studenti e, nel caso di Vincenzo Costabile, di studente/lavoratore.

Essendo la squadra omogenea come forza, elemento fotografato dall’Elo attuale dei giocatori, il nostro obiettivo era quello di fare i punti soprattutto sulle basse scacchiere, e questo obiettivo era perfettamente in linea con la mia scarsa forma e scarsa volontà, mettendomi in condizione di puntare a fare tutte patte e cercare di seguire i ragazzi in una competizione interessante come stimoli nei confronti del gruppo.

PRIMO TURNO – Scuola Popolare 3-0 Avamposto Garibaldino

Marta ½:½ Caparrotta; Agamennone 0:1 Pellegrini; Nardoni 1:0 Cucka; Militerni 0:1 Rosa

L’ultima mossa del Nero, 22…Cf6-d5, dà al Bianco la possibilità evidenziata da Lichess di andare in vantaggio decisivo con 23.e4, Axg3; 24.hxg3, accettando però di restare senza i pedoni g ed h dopo 24…Cf4; 25.gxf4. Purtroppo però ho pensato di poter migliorare la variante giocando 24.fxg3??, e così dopo 24…Ta7!!; 25.exd5, Db6+; 26.Dxf2, Txa6; 27.Dxb6 mi sono dovuto accontentare della patta (il motore dà 0.0). E’ stato un primo turno ottimo per gli altri giocatori: Ennio Pellegrini in seconda scacchiera si è trovato in posizione difficile, ma ha dimostrato di saper trovare le mosse giuste nel momento critico; Matteo Nardoni ha gestito molto bene una posizione di leggero vantaggio vincendo poi nettamente; Marcello Rosa ha accettato una posizione inferiore in apertura ma senza rischiare nulla di particolare ed essendo poi il primo a vincere.

SECONDO TURNO – Accademia 1-2 Scuola Popolare

Ferraguto ½:½ Marta; Costabile 1:0 Roberti; Mercuri 0:1 Grammatico; Rosa 0:1 De Carolis

Questo era l’incontro che alla vigilia mi preoccupava di più, in realtà l’Accademia non ha schierato i due giocatori migliori, e io ho pattato facilmente in apertura. Sulle altre scacchiere l’incontro ha visto un andamento altalenante: Marcello stava un po’ meglio ma ha commesso un paio di gravi errori che lo hanno fatto perdere subito; Vincenzo ha vinto la partita che vi mostra di seguito nella sua analisi e Riccardo Grammatico è stato l’ultimo a rimanere, si è sentito dopo una breve valutazione di rifiutare una proposta di patta ed ha vinto molto bene.  

   

Commento di Vincenzo Costabile

In questa posizione tratta dalla mia partita Costabile- Roberti il nero ha appena giocato Df7, che minaccia l’attacco di scoperta sulla Donna bianca. Avevo già sacrificato un pedone per aprire la colonna g. Se il Nero si difende bene e ha il tempo di riorganizzare i pezzi è in vantaggio. Così ho pensato di complicare il gioco, l’attacco non è corretto, ma mette il Nero di fronte a scelte difficili, mosse non facili da trovare in poco tempo. Ho ignorato la minaccia di scoperta del Nero giocando 1 Axh6?! Il punto è che se il Nero cattura la Donna bianca con Txg1+, Txg1 e Dxh5 alla fine prende matto di Torre in g7. 1Axh6, gxh6? (il Nero gioca una mossa che sembra naturale, ma è sbagliata. Voi riuscite a trovare la mossa che dà al Nero il tempo di difendersi e incrementa il suo vantaggio?). Dopo 1Axh6, gxh6 2 Dxh6, Axh3 3Txg6+, Cxg6 4Tg1

Il Nero in questo momento ha due pezzi in più, ma una posizione impossibile da difendere. La partita è continuata con 4… Dh7 5 Txg6+, Rh8 6Txd6, Dxh6 7 Txh6+, Rg7 8 Txh3 e alla fine mi sono trovato con un pezzo in più in un finale stravinto. Daniele, il capitano della squadra, a fine partita ha commentato “Hai fatto l’offerta: paghi due e prendi tre!”.

TERZO TURNO – Scuola Popolare 2-1 Ostia Scacchi

Costabile ½:½ Bonelli; Palozza 1:0 Pellegrini; Grammatico 1:0 Pallante; Casagrande 0:1 Rosa

Visto che le mie partite erano troppo avare di emozioni, ho visto da capitano le partite dei miei compagni, ed è stato un vero thriller perché erano tutte incerte: Riccardo aveva due pedoni in meno ma poi ha vinto sfruttando molto bene lo zeitnot dell’avversario; Ennio al contrario dopo una fase molto buona ha perso per una svista un finale in cui aveva lui chance di vincere; Vincenzo ha giocato molto bene la fine del mediogioco, è entrato in un finale stravinto consentendo però alla fine all’avversario di pattare per una brutta disattenzione; dunque di nuovo una quarta partita decisiva e stavolta è stato Marcello ad assumersi la responsabilità di rifiutare la patta, riuscendo a vincere.

QUARTO TURNO – Scuola Popolare 3-0 Dragone

Marta ½:½ Vaccaro; Coccia 0:1 Costabile; Pellegrini 1:0 Turcanu; Frigieri 0:1 Nardoni

In questa posizione tagliente della Difesa Olandese, dopo 13…Dg6 del Bianco, sarei potuto entrare in una variante favorevole ma molto complicata con 13.Txe6, Cc5!?, ma ho preferito forzare la patta con 14.Axf6, Dxe4; 15.Ch4, Dg4; 16.Af3, Dh3; 17.Ag2. Avevo visto brevemente le altre posizioni, prima di prendere questa decisione, e in effetti sia Ennio che Paolo hanno vinto in modo rapido e netto; la partita di Vincenzo è durata di più ma anche lui è sempre stato meglio e in effetti questo incontro è stato quello più dominato.

QUINTO TURNO

Acquisita la matematica certezza di aver vinto il girone, abbiamo fatto l’unica cosa per complicarci la vita, abbiamo sbagliato a schierare la formazione all’ultimo turno, non rispettando l’ordine di scacchiera. Questo ci ha causato la perdita di 2 punti in classifica e ci ha obbligato, per non rischiare, ad accordarci con gli Alfieri del Golfo per un salomonico pareggio.

Peccato per questa distrazione finale, dipesa in buona parte da me, comunque sono molto soddisfatto perché mi sembra che si sia creato un buon gruppo, che spero possa mantenersi l’anno prossimo, magari con un innesto di un rinforzo che sia accettato da tutti.

UNA PROMOZIONE TANTO ATTESA

di Massimo Carconi

Era da qualche anno che attendevamo la promozione in serie A2 e finalmente quest’anno una meravigliosa compagine ci ha regalato il primo posto in solitaria con quattro vittorie ed un pareggio. La Scuola Popolare è in serie A!!!

Che dire… L’inizio è stato scoppiettante! Un sonoro 4-0 contro la squadra dei 4 Pedoni Roma nord che lo scorso anno ci aveva battuti impedendoci la promozione. E’ stata questa netta e meritata vittoria a far scemare la mia ansia di capitano sin dal primo turno. Sulla carta erano proprio i 4 Pedoni che temevamo di più e con essi la Lazio scacchi che abbiamo affrontato nel terzo turno con maggiore consapevolezza e determinazione ed infatti è arrivata un’altra vittoria 2,5-1,5. Sul più bello però… come spesso accade, ecco l’incidente di percorso. La coriacea squadra del Dragone ci costringe ad una patta 2-2. Ma ormai, sempre primi in classifica, eravamo certi della vittoria finale. E cosi è stato.  Ultimo turno, altra vittoria, contro lo Steinitz 2,5-1,5.

Il merito ovviamente è tutto dei nostri giocatori e a loro va tutta la nostra gratitudine. Hanno dimostrato un grande spirito di squadra! Un forte attaccamento alla maglia che quest’anno hanno tutti indossato.

In prima scacchiera il Maestro Alessandro Della Corte tornato all’agonismo dopo una lunga pausa. La nascita della figlia e la professione lo hanno tenuto per qualche anno lontano dalla scacchiera, ma ha dimostrato di non aver perso la sua attitudine alla vittoria (3 partite vinte e 1 patta). Determinato, sicuro di sé anche quando le posizioni si complicavano; un ritorno alla SPS che ci riempie di gioia.

In seconda scacchiera il Maestro Fide Dirk Maxion, instancabile nel gioco e nell’analisi delle partite. Giocherebbe continuamente senza interruzioni. A lui devo delle scuse perché da capitano gli ho chiesto di pattare prematuramente una partita vinta durante l’ultimo turno e solo per la mia egoistica tranquillità. Quella patta metteva al sicuro la promozione. 2 vittorie (in realtà 3)  e 2  patte per lui.

In terza scacchiera il Candidato Maestro Vincenzo Carlomagno giovane promessa della Scuola Popolare, recentemente in forte crescita nonostante i suoi impegni professionali non gli permettano di giocare spesso. Giocatore solido, prudente, forte. È un piacere guardarlo seduto alla scacchiera. 1 vinta e 2 patte.

In terza e quarta scacchiera Carsten Wollenweber. Gli devo un ringraziamento particolare perché si è reso disponibile in un periodo difficile e pieno di preoccupazioni. Gli auguriamo ogni bene. Spero che gli scacchi lo abbiano aiutato a distrarsi. Per lui 1 vittoria e 2 patte.

In quarta scacchiera l’amico e Maestro Corrado Astengo. Un esempio di serietà e sportività. Un pochino arrugginito e distratto nella sua prima partita ma che nel momento più importante e difficile ha dimostrato di essere un Maestro, recuperando una partita persa e trasformandola in una patta che ha dato la vittoria finale alla squadra.

E il capitano? Nessun merito per lui …. O forse si, quello di essere riuscito a trasmettere alla squadra il suo sogno!

Grazie a voi tutti. È intorno a questo nucleo, ai giovani promettenti della Scuola Popolare e a qualche vecchia amicizia che costruiremo la squadra dei prossimi anni con il dichiarato obiettivo del raggiungimento della serie Master.

Il capitano

MASSIMO CARCONI

Progetto Scacchi come Metafora Educativa: apertura del Centro Stabile di Educazione a Roma

A partire da giorno 11 febbraio 2023, ogni sabato dalle 16.00 alle 19.00 il locale in Viale Irpinia 34 si apre ai giovani ed alle loro famiglie per vivere momenti di confronto ed incontro in compagnia degli scacchi.

L’iniziativa è realizzata nell’ambito di un progetto di didattica scacchistica realizzato su scala nazionale denominato “Scacchi Metafora Educativa”, selezionato dall’impresa sociale “Con i bambini” nell’ambito del “Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile”.

L’accesso è gratuito (si richiede solo la tessera annuale sociale/FSI/CSEN per motivi assicurativi), si richiede la registrazione utilizzando il seguente modulo

https://docs.google.com/forms/d/1bN4wSXRtLEsnF-NHkdQNU6X-7nQqI6UQyeiY-DXIWjg/edit#responses

Cosa faremo presso il Centro Stabile di Educazione
• Giocheremo a scacchi tra amici
• Organizzeremo tornei di scacchi pensando di coinvolgere le famiglie: giocheremo
varianti come Scacchi Braccio-Mente, Quadriglia, ecc.
• Organizzeremo giornate a tema sulla storia degli scacchi (partite celebri, filmati, ecc)
• Proietteremo film a tema scacchistico
• Realizzeremo attività ludiche e creative (giochi di strategia)
• Laboratori di creazione giochi

Racconto in promozione

di Andrea Bruni

Quando mi ha telefonato Paolo Pellegrini era ancora estate. La proposta di fare il capitano, di una squadra della Scuola Popolare al campionato italiano, l’ho subito accettata senza pensarci. Il Campionato Italiano di Scacchi nella serie Promozione è sempre un percorso lungo, divertente e competitivo. Ci sono passato con precedenti esperienze da giocatore e da capitano ed oltre l’aspetto sportivo si gioca molto anche sul piano emotivo dove succede spesso che i risultati finali non siano quelli del pronostico. Ma io non sono Claudio Ranieri, lo scrittore della favola calcistica, e la squadra Blu della scuola popolare non è il Leicester. Ciò non impedisce di programmare qualche incontro tra di noi, prima dell’avvio del campionato, per creare un bel clima di squadra, fare qualche partita di allenamento, vedere insieme aperture e alcune tattiche. La disponibilità della Direzione della Scuola Popolare è stata esemplare, sede aperta e riscaldata, utilizzo degli strumenti elettronici e di scacchi e scacchiere di qualità, distribuzione di maglie e felpe per la partecipazione alle gare, insomma tutti elementi che hanno aiutato a fare di un gruppo di soci sparpagliati una squadra competitiva di Super Otto. La prima giornata è il 25 settembre siamo un po’ tesi e giochiamo in casa contro il Frosinone che dagli elementi in nostro possesso non è irraggiungibile. Eppure, mentre Quattro Torri – Ostia Pomezia e CASC Gialla vincono nettamente con Lazio Scacchi Aquilotti e Frascati Scacchi Due, noi perdiamo 3 a 1, con una svista di Vincenzo, un finale regalato di Tullio e una galanteria di Andrea, mentre Maurizio fissa il primo punto scacchiera recuperando una partita cominciata male. Il secondo turno si gioca il 9 ottobre e andiamo ad Ostia con molto disincanto, con un appuntamento a pranzo insieme e l’obiettivo di non farci lasciare a zero. La CASC Gialla vola prima in classifica battendo la Lazio e il Frosinone perde a Frascati mentre noi usciamo molto soddisfatti dal risultato con un mezzo punto di Francesco in quarta scacchiera che ci fa vincere 2.5 a 1.5 contro una delle squadre favorite. Si torna a giocare in casa al terzo turno è il 23 ottobre con una bella giornata di sole, ospitiamo l’altra squadra favorita del girone la CASC Gialla, ci presentiamo con il capitano in prima scacchiera, con Maurizio Di Mascolo, Spani Vincenzo e Saracini Francesco. Vincenzo riscatta la prima partita e vince in terza, come il capitano in prima mentre l’altro punto lo mettono insieme Maurizio con Francesco e dopo tre turni siamo a quattro punti in classifica insieme alle due favorite e Frascati. Così quella che sembrava una storia di solo divertimento comincia a sembrare una qualificazione possibile. Nel quarto turno andiamo in trasferta con la Lazio, ultima in classifica, che finora ha 1 punto su 12 partite e fa sembrare il turno facile ma solo in apparenza. In prima gioca Maurizio, detto “il certezza”, in seconda Angelo, in terza Alessandro e in quarta torna Andrea. Torniamo a casa con un secco quattro a zero che ci porta in alto in classifica e di umore con Alessandro che vince una partita ufficiale dopo due anni, Andrea che riscatta la sconfitta del primo turno e Maurizio con Angelo che finiscono velocemente le loro partite. Siamo primi in classifica prima dell’ultimo turno con la CASC gialla che vince con il Frosinone e Ostia che vince a Frascati. Ci differenziano mezzo punto scacchiera con Ostia e un punto con CASC che all’ultimo turno giocheranno contro. Il quinto e ultimo turno si gioca il 13 novembre, in casa, ospitiamo Frascati. In prima il capitano, in seconda il certezza, in terza torna Vincenzo e in quarta Tullio. Con la vittoria potremmo avere la qualificazione se finisse in parità lo scontro tra le prime due del girone, ma se dovesse vincere uno delle due la differenza punti in scacchiera avrebbe un ruolo fondamentale. Andiamo sul sicuro e vinciamo quattro a zero e senza ancora sapere il risultato di Ostia già comunichiamo tra di noi online, con ottimismo, che C-siamo con destinazione “Todomodo” – il nostro villaggio a Via Bellegra – dove riceviamo la notizia che Ostia ha pareggiato con la CASC e noi siamo primi in classifica e qualificati in serie C. E’ una gran bella notizia, i magnifici 8 hanno portato una nuova squadra della scuola popolare in serie C, giocando tutti, divertendosi, con un chiaro spirito di squadra. Nella foto finale con il cartello siamo in C i magnifici 8: Bruni Andrea, Di Mascolo Maurizio, Spani Vincenzo, Dorascenzi Angelo, Bria Alessandro, Aebischer Tullio, Saracini Francesco, Bernardi Andrea insieme a Paolo Pellegrini. E come si dice “mettece ‘na pezza”.

Classifica Finale

Pos.SquadraP.ti Sq.P.ti Ind.
1 –Scuola Popolare Blu814.5
2 –Casc Gialla713.5
3 –Quattro Torri – Ostia Pomezia713.0
4 –Frascati Scacchi Due47.5
5 –Frosinone38.5
6 –Lazio Scacchi Aquilotti13.0

Corso di scacchi per giovani scacchisti del MI Carlo D’Amore

Il Corso è gratuito, a numero chiuso e ad inviti

La Scuola Popolare di Scacchi è lieta di sponsorizzare un ciclo di formazione tenuto dal MI Carlo D’Amore dedicato a giovani scacchisti under 15 impegnati nella stagione agonistica

Ciclo di quattro incontri: il primo appuntamento è fissato martedì 15 novembre dalle ore 18.30 alle 20.00

CORSO PER GIOCATORI AGONISTI

LA SCUOLA POPOLARE DI SCACCHI E’ LIETA DI ANNUNCIARE L’ORGANIZZAZIONE DI UN CORSO DI SCACCHI RISERVATO A GIOCATORI DI CATEGORIA NAZIONALE ESPRESSAMENTE FINALIZZATO AD UN MIGLIORAMENTO DELLE PROPRIE CAPACITA’ E DEI RISULTATI AGONISTICI DI COMPLESSIVE 28 ORE E A PREZZI ESTREMAMENTE CONTENUTI

DOCENZA

DOCENTE E RESPONSABILE DELLA DIDATTICA: MI PIERO BONTEMPI

DOCENTE A SUPPORTO: CM GIACOMO ALESSANDRINI

PARTECIPANTI

CORSO RISERVATO A CATEGORIE NAZIONALI, EVENTUALI DEROGHE A INSINDACABILE GIUDIZIO DEL COMITATO ORGANIZZATORE

DURATA CORSO

N.28 ORE COSI’ SUDDIVISE

N.12 ORE IN PRESENZA TENUTE DAL MI PIERO BONTEMPI (comprensive di stage finale di 4 ore)

N. 8 ORE ON LINE TENUTE DAL MI PIERO BONTEMPI

N. 8 ORE IN PRESENZA TENUTE DAL CM GIACOMO ALESSANDRINI

PROGRAMMA CORSO:

Laboratorio agonistico in tre fasi

Fase I: Proposta di repertorio

Apertura per il Bianco:

 1.d4 – Sistema di Londra:

Vantaggi rispetto ad altri sistemi principali

Obiettivi generali dell’impianto

Difesa per il Nero:

 contro 1.e4 – Siciliana variante Dragone:

Vantaggi rispetto ad altri sistemi principali

Obiettivi generali della variante

contro 1.d4 – Gambetto di Donna rifiutato variante Petrosjan:

Vantaggi rispetto ad altri sistemi principali

Obiettivi generali della variante

 Ordini di mosse particolari: il giusto approccio

Fase II: analisi completa dei mediogiochi tipici che scaturiscono dalle proposte di repertorio

– esposizione e spiegazione dettagliata dei piani strategici migliori per ogni possibile sviluppo dell’Apertura/Difesa

– rassegna di tutti i temi strategici tipici del mediogioco

– tattica per patterns: riconoscere e ricordare facilmente i tatticismi ricorrenti, grazie all’individuazione di elementi specifici presenti nella posizione

Fase III: dal mediogioco al finale

– carrellata di finali tipici derivanti dai principali impianti di mediogioco trattati nella Fase II

– analisi e spiegazione dettagliata dei piani di gioco nel finale

– esempi pratici di condotta del finale

NB eventuali variazioni per meglio facilitare la didattica sono di insindacabile decisione del Responsabile della didattica Piero Bontempi

ORARI DEL CORSO

Partenza del corso: Marzo 2022

1 appuntamento a settimana (in presenza o on line)

Ore in presenza Bontempi: sabato pomeriggio: 4 appuntamenti durata 2 ore + stage finale di 4 ore

Ore in presenza Alessandrini: lunedì (classe a), mercoledì (classe B) ore serali, 4 appuntamenti durata 2 ore

Ore on line Bontempi:lunedì (classe a), mercoledì (classe B) ore serali, 4 appuntamenti durata 1,5 ore + 1 appuntamento durata 2 ore per analisi partite corsisti

COSTO DEL CORSO

250 euro per NON soci Scuola popolare di scacchi

200 euro per soci Scuola Popolare di scacchi in regola con quota sociale

150 euro per istruttori FSI iscritti tramite Scuola Popolare di Scacchi e in regola con quota sociale

MODALITA’ DI ISCRIZIONE E CONDIZIONI

Il corso si tiene con un minimo di 16 iscritti e un massimo di 20 suddivisi in 2 classi distinte per agevolare la didattica, superato tale numero non saranno accolte nuove iscrizioni

In sede di iscrizione è necessario versare caparra di euro 50 sul conto corrente sotto indicato:

IBAN IT13P 02008 05235 00010 4279659 INTESTATO ASD SCUOLA POPOLARE DI SCACCHI

Con causale: ISCRIZIONE CORSO BONTEMPI”

mandando copia del bonifico con Nome Cognome, categoria e numero cellulare via mail a:

scuolapopolarediscacchi@gmail.com

La caparra verrà prontamente restituita solo ed esclusivamente in caso di annullamento del corso da parte della Scuola Popolare. VERRA’ TRATTENUTA IN TUTTI GLI ALTRI CASI

Al momento della comunicazione ufficiale dell’avvio del corso l’iscritto dovrà versare inderogabilmente entro 3 gg la quota residua, dedotta ovviamente la caparra, sull’Iban sopra indicato mandando copia del bonifico sempre via mail

Stage del Maestro Internazionale Piero Bontempi

“in azione” all’Open Internazionale di Stare Mesto (Repubblica Ceca)

Appuntamento sabato 22 gennaio 2022 dalle ore 16.00 alle ore 19.00 in viale Irpinia 34 (o sala limitrofa) Roma

Il seminario ha per oggetto:Relazione tra Centro e strategie nelle tre fasi della partita a scacchi: situazioni tipiche di apertura, mediogioco e finale

La partecipazione è gratuita, aperta a tutti (Soci e non) e a numero chiuso (disposizioni anti Covid). Si avrà così anche l’opportunità di conoscere il nuovo illustre collaboratore della Scuola Popolare di Scacchi, che assumerà in prospettiva la direzione del settore agonistico.

Il seminario tecnico è rivolto preferibilmente a giocatori di Categorie Nazionali FSI.

Prenotazione obbligatoria : inviare mail con nome e cognome – categoria – cellulare a scuolapopolarediscacchi@gmail.com entro e non oltre sabato 15/01. Entro il 17/01 la Scuola darà conferma singolarmente stesso mezzo

Per l’ingresso in sala è obbligatorio il Super Green Pass e mascherina Ffp2

Di seguito il comunicato stampa

I nostri allievi tornano a giocare a scacchi con ottimi risultati!

a cura di Paolo Pellegrini

Dopo lunga attesa, anche i ragazzi tornano agli scacchi dal vivo, in vista dei Campionati italiani di Salsomaggiore. 

Due i recenti appuntamenti che hanno visto protagonisti i nostri giovani scacchisti: il campionato regionale giovanile (Fiuggi, 18-20 giugno, organizzato da Easyscacchi) ed il campionato provinciale di Roma (Capena, 2-4 luglio, organizzato dall’Avamppsto Garibaldino di Mentana).

A Fiuggi, grande affermazione del campione regionale del Lazio U10, Matteo Nardoni, che vince il torneo con 5,5/6 e conquista la 3N!
Complimenti anche a Lorenzo Marchenkov, 4/6 alla prima esperienza a tempo lungo!
Qui risultati e classifica http://vesus.org/results/cig-under10-e-u8-campionato-giovanile-regionale-del-lazio-fiuggi-2021/
Qui le foto https://www.facebook.com/groups/scuolapopolarediscacchi/permalink/10158105941055267/

Partecipanti al campionato provinciale
Matteo Nardoni premiato al regionale di Fiuggi
Lorenzo Marchenkov qualificatosi alle finali nazionali di Salsomaggiore

Ottimi i risultati dei ragazzi impegnati nel torneo provinciale di Roma, accompagnati da Domenico Salvatore Bonavena.
Complimenti a Matilde Conca (campionessa provinciale u8), Carlo Nardacci (campione provinciale u12), Giacomo Conca (2° u8), Riccardo Montemagni (2° u12), Dario Palomba (3° u12), Lorenzo Marchenkov e Valerio Montemagni.
Qui risultati e classifica del campionato provinciale http://vesus.org/festivals/cig-campionato-italiano-giovanile-provinciale-area-metropolitana-di-roma-2021-elo-fide-valido-per-la-qualificazione-al-campionato-giovanile-nazionale/
Qui le foto https://www.facebook.com/groups/scuolapopolarediscacchi/permalink/10158132321155267/

La testimonianza di Carlo Nardacci al Campionato Provinciale Giovanile di Roma , primo classificato nella categoria under 12

Ora vi racconterò la mia esperienza al torneo.  

È stato il mio primo torneo a tempo lungo e ho dovuto imparare a organizzarmi con il tempo e a scrivere le mosse. Inoltre, per motivi organizzativi hanno accorpato la mia categoria U12 con le due categorie superiori U14 e U16. Al primo turno avevo il nero ed ero molto emozionato, così ho goffamente perso un cavallo, sono però riuscito a pattare per ripetizione di mosse. Le altre partite le ho giocate con maggior tranquillità e le ho giocate meglio, ma all’ultimo accoppiamento sono stato messo contro un giocatore di ELO 1750. È stata una partita molto stressante, dopo qualche errore posizionale ho lasciato che si prendesse il centro e poi la vittoria. Ero molto soddisfatto dalla mia prestazione quando alla fine del torneo ho letto la classifica assoluta. Ma la soddisfazione maggiore è stata arrivare primo nella categoria U12. L’emozione era grande quando mi hanno chiamato sul palco e mi hanno dato il titolo e la coppa. Vorrei ringraziare i miei ex istruttori Paolo e Domenico e il mio istruttore attuale Giacomo.

Vi faccio vedere questa partita che ho giocato, spero abbastanza bene, di Nero con il mio amico e compagno di club Riccardo Montemagni

Giocomotricità ai tempi del Covid-19

di Roberta Gatta

È ormai più di un anno che viviamo una situazione a dir poco complessa. Questo virus non ci preoccupa solo per le implicazioni mediche che ne possono conseguire, ma anche per quelle sociali e affettive e il mio pensiero va, ora più che mai, ai giovani. I ragazzi, forse quasi più di noi adulti, risentono di questo strano modo di vivere la socialità: ho potuto osservarlo con i miei occhi quando sono entrata a scuola a febbraio 2021 per la prima lezione del corso di giocomotricità e mi sono trovata davanti questi bambini di prima classe primaria che scalpitavano per giocare insieme sulla scacchiera calpestabile.

Attività in palestra

Il corso consiste in quindici incontri con l’obiettivo di approcciare al gioco degli scacchi in una forma innovativa. È parte del progetto SME – Scacchi Metafora Educativa, un progetto originale di promozione sociale basato sul gioco degli scacchi rivolto a bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni, che coinvolge quattordici regioni italiane e si articolerà nel corso di tre anni grazie al sostegno dell’impresa sociale Con i Bambini ed all’iniziativa dello C.S.E.N., ente capofila del progetto.

Il programma prevede il coinvolgimento di tante associazioni scacchistiche disseminate sul territorio nazionale. Nel Lazio, la nostra ASD collabora con le due scuole pubbliche partner, l”Anna Fraentzel Celli” ed il “Piersanti Mattarella”, entrambe situate nel quadrante est di Roma.

Quando questo progetto è stato pensato, tuttavia, di Covid-19 ancora non se ne immaginava l’esistenza. È stato necessario quindi, da parte di tutti noi operatori, ristrutturare ogni singola attività da proporre ai ragazzi. Questo compito si rivela ogni giorno più difficile. La bellezza straordinaria di questo lavoro sta proprio nell’interazione che si crea mentre si gioca: dal semplice passaggio del testimone nelle staffette, all’abbracciare un compagno quando ci si incontra lungo il percorso da fare, tutto è stato rimodulato per socializzare in sicurezza.

Socializzare in sicurezza.

Mai avrei pensato di dover scrivere parole di questo tipo. Riuscire a trovare un modo bello di far giocare i bambini senza alcun contatto può non sembrare possibile e, devo ammettere, inizialmente non pensavo che lo fosse. Ma, a mano a mano che preparavo le lezioni, un pensiero si è fatto strada in me: niente, neanche il Covid, può impedirci di essere gli esseri sociali che siamo di natura. Anche se non ci si può toccare. Anzi, paradossalmente questo ci permette di essere più creativi.

Accade così che un bastoncino diventi il prolungamento delle nostre braccia permettendoci di entrare in contatto con il compagno di squadra.

Accade così che impariamo ad avere più pazienza ad attendere il nostro turno perché il gioco si può fare uno per volta e non più tutti insieme.

Accade così che impariamo a fare silenzio quando parla un’altra persona, perché con la mascherina la sua voce si sente più fioca.

L’aria che si respira è piena di entusiasmo, di felicità, di emozioni. E, nonostante le barriere che il virus ci impone, continuiamo a respirare quest’aria.

Il mio primo torneo

di Giovanni Contieri

Gli amici SPS esordienti al Torneo di Primavera 2021 dell’Accademia Scacchistica Romana

In questo periodo di pandemia non pensavo fosse possibile partecipare ad un torneo di scacchi che non fosse virtuale.  Tuttavia, incoraggiato dal direttivo della Scuola Popolare, ho preso l’iniziativa e mi sono iscritto al torneo primaverile dell’Accademia Scacchistica Romana.

Durante tutta la settimana prima che cominciasse il torneo ero emozionato come un bambino quando aspetta di aprire i regali di Natale la notte del 24 Dicembre!

 Ad accompagnarmi nella preparazione di questo esordio così significativo per me c’è stato il mio maestro e allenatore CM Giacomo Alessandrini, con il quale ho cominciato un percorso che mi permette, grazie alla sua competenza e sensibilità di coltivare con il sorriso questa grande passione per gli scacchi e non solo.

Ci tengo a specificare e spiegare cosa intendo realmente con questo “non solo”.

Comunemente si potrebbe pensare che gli scacchi siano solo un gioco dove si cerca di dare scacco matto all’avversario, e ciò è corretto perché effettivamente questo è l’obiettivo concreto di questo gioco che a me personalmente piace chiamare “disciplina”.

Tale definizione si sposa maggiormente con la mia concezione degli scacchi poiché dietro ad una mossa, ad una strategia adottata, ad una partita, ad una vittoria o una sconfitta, si cela il volto della personalità del giocatore che si esprime attraverso il suo comportamento. Personalmente, grazie a questo torneo di scacchi ho avuto la possibilità di ascoltare la voce della mia fragilità, ovvero l’impulsività, che quando prevale conduce a posizioni instabili e poco chiare sulla scacchiera.

Con questo riferimento credo si possa comprendere perché disciplina è la parola che adotto, poiché quando giochiamo a scacchi attraverso i pezzi, e in base a dove e come li collochiamo, sottilmente raccontiamo chi siamo e attraverso l’ascolto interiore e la forza di volontà si può cogliere l’opportunità di poter comprendere e disciplinare alcune parti nascoste di noi e quindi accompagnarci verso un miglioramento che va oltre il proprio livello tecnico scacchistico.

Vivere quest’esperienza di crescita personale con la melodia delle risate, con la calorosità del gruppo (da questo punto di vista siamo una combriccola di Grandi Maestri!)  e con la passione per gli scacchi che ci accomuna, ha reso speciale e gioiosa questa nuova avventura. E già pregusto la prossima.

DAD presso la Scuola Popolare di Scacchi

di Vincenzo Costabile

Più di Fischer poté Netflix?  Da più di un anno la didattica scacchistica in presenza è bloccata. Eppure gli scacchi durante il lockdown hanno visto una incredibile crescita dell’interesse e del gioco online: effetto dovuto in parte alla necessità di trovare una occupazione stimolante e divertente mentre si sta a casa, in parte all’inaspettato successo della serie televisiva “La regina degli scacchi”.

L’effetto della serie tv è paragonabile all’effetto Fischer? Ovvero l’incredibile interesse che è sorto intorno agli scacchi a seguito delle strabilianti vittorie del genio americano contro i campioni sovietici? Fischer con le sue battaglie, sulla scacchiera e fuori, ha ottenuto un maggior riconoscimento, anche economico, per i successi nel gioco e nei tornei. Netflix, con la serie tv ha fatto crescere in molti la curiosità e l’interesse a imparare, almeno le basi, del Gioco dei Re. Bisognerà poi vedere nel tempo chi continuerà a coltivare questo interesse, che si trasformerà in passione, e quanti invece si fermeranno. Sacro fuoco, passione dirompente, curiosità e desiderio di migliorare e apprendere (attraverso le sconfitte, anche con studio e sacrificio) versus fuoco fatuo, un interesse effimero dovuto alla moda? Chi lo sa?

Essendo interrotta la didattica in presenza (prima del lockdown insegnavo nelle scuole dell’infanzia, elementari e medie: e quanto mi mancano le voci, la fantasia, la curiosità, le battute inaspettate e intelligenti dei bambini!) i corsi si sono spostati quasi interamente sulle modalità a distanza. Insegnamento mediato da uno schermo, che da un lato rende condivisibili con molte persone e in maniera istantanea i materiali preparati, dall’altro fa perdere la trasmissione dei gesti, delle intonazioni, dei movimenti che, attraverso una componente di teatralità, facilitano e indirizzano l’apprendimento e la partecipazione.

Come istruttore, per la modalità online prediligo dunque insegnare ad adulti e giovani piuttosto che a bambini della scuola primaria. Sono troppo affezionato alla relazione “dal vivo” ed ho sempre il timore che i bambini possano vivere negativamente la lezione data l’assenza dell’interazione fisica con i pezzi, la scacchiera, l’avversario/amico di turno.

In realtà vedo che i colleghi della Scuola Popolare lavorano on line con i bambini con soddisfazione reciproca: quest’anno abbiamo attivato ben 13 corsi collettivi on line che procedono parallelamente, la loro partecipazione è assidua e partecipano ogni settimana a tanti tornei on line a squadre. Insomma si può fare di necessità virtù.

Nei miei corsi, rivolti appunto a giovani e adulti principianti, siamo partiti ovviamente dalle basi e dal movimento dei pezzi, per arrivare, visti gli stimoli e la curiosità mostrata dai discenti, ad elementi più sofisticati di strategia e tattica. Elementi di apertura, mediogioco e finale inframezzati dall’immancabile pratica del gioco, con tornei, esibizioni simultanee e partite in consultazione e sono sicuro che di questo passo andremo lontano.  Al termine di ogni ciclo di lezioni (la Scuola Popolare li struttura in pacchetti da 10 lezioni), ognuno di noi istruttori somministra un test di verifica sulle conoscenze acquisite dagli allievi. Così abbiamo modo di verificare l’efficacia dei programmi proposti e rimodulare la didattica successiva in base agli argomenti risultati di più difficile comprensione e applicazione.

Si dice comunemente che gli scacchi allenano ad avere un pensiero analitico di tipo scientifico e che forniscono a chi li pratica una disciplina mentale che si rivela utile in qualsiasi ambito della vita.  Tutto vero, ma a me piace sottolineare come, oltre a esercitare le capacità di calcolo, gli scacchi siano una palestra mentale per una lotta di idee: “la mia opinione sarà più forte/ efficace di quella dell’avversario? “. La pandemia ci ha bloccato dunque nei movimenti, ma non è riuscita a impedire questo allenamento e la nostra crescita scacchistica (grazie anche ai nuovi strumenti tecnologici).

Sono soddisfatto del dialogo che ho avuto e continuo ad avere con gli allievi dei miei corsi, dialogo che fa crescere entrambi, allievi e istruttori, perché mentre si insegna si impara e viceversa tra pari (per raccontare un fatto curioso: ho scoperto che uno degli allievi di un mio corso è un professore di psicologia, materia che studio all’università, nonché autore del libro su cui stavo preparando un esame!).

Per esemplificare una tecnica di interazione, riporto una partita in consultazione che ho giocato, da nero, con gli allievi di un mio corso online. Un espediente didattico che si utilizza frequentemente nelle lezioni in presenza, magari aggregando gli allievi in gruppi distinti, ma che ha funzionato egregiamente anche on line.

Il nostro Matteo Nardoni si qualifica per i nazionali online del 28 e 29 novembre

Il nostro Matteo Nardoni si qualifica per i nazionali online del 28 e 29 novembre

Matteo Nardoni, allievo della Scuola Popolare allenato da Domenico Bonavena e ora seguito dal CM Daniele Marta, vince il torneo u10 del Lazio tenutosi su Junior Arena il 31 ottobre e si qualifica per il torneo nazionale online del 28 e 29 novembre.

Come premio per il nostro giovane allievo, Daniele Marta commenta una delle partite più interessanti giocate da Matteo contro il suo amico Alexandro, un giovane e simpatico scacchista tra i più promettenti della nostra Regione, che ha già esperienze incoraggianti in tornei a tempo lungo e con “i grandi”. Non mancherà l’occasione anche per Alexandro di prendersi “la rivincita” (hanno una vita davanti per giocare all’infinito!!), qui è chiamato occasionalmente in causa solo per il contributo che ha dato nei limiti di una partita veloce e giocata a distanza.

Nardoni, M. – Beliman, A., (Rapid 10’ + 5”), Campionato Regionale U10 online, 31/10/2020, 4° turno

1.e4, e5; 2.Cf3, Cc6; 3.Ab5, a6; 4.Axc6, dxc6; 5.h3

Una mossa insolita ma non inedita, che risponde a un obiettivo “pratico”: prevenire Ag4 e, in seguito, Cg4

5…Ad6 collocazione non ideale per l’Alfiere, sulla colonna semiaperta e relegato a una funzione difensiva. Il computer consiglia 5…c5 o 5…f6

6.0-0, Cf6; 7.d3, h6; 8.Cc3, 0-0; 9.Ae3, Ae6; 10.Dd2 il Bianco ha completato lo sviluppo, senza avere vantaggi né problemi

10…Rh7?! il Nero colloca il Re in una posizione un po’ esposta. Forse temeva un sacrificio 11.Axh6 che però sarebbe stato assolutamente prematuro

11.Ce2, Cd7!? Il Nero mostra una notevole maturità strategica, puntando a un’utile ricollocazione dei pezzi 12.Cg3, Cf6?! stranamente il Nero cambia idea, forse anche in questo caso pensando di prevenire una possibilità del Bianco, ossia Ch5

 13.c3! per preparare la spinta in d4. Questo spiega anche il senso della mossa Cg3: difendere il Pe4

13…Cg8?! A questo punto forse era meglio evitare di rimuovere il Cf6, e giocare invece 13…c5 o 13…Te8 14.Dc2! a mio avviso da un punto di vista strategico la mossa più bella, che piace anche al computer. Il motivo è triplice: toglie la Donna da una colonna destinata ad aprirsi, collocandola sulle case bianche avendo l’Alfiere delle case nere, e inoltre sulla diagonale del Re avversario  

14…g6?! il Nero prova a difendere la diagonale b1-h7, ma oggettivamente questo è un indebolimento

15.d4 logica ed efficace 15…exd4 probabilmente la migliore, l’alternativa era 15…f6

16.Axd4, Axg3!? comprensibile tentativo di alleggerire la posizione

17.fxg3 ±

posizione secondo me interessante dal punto di vista didattico: il Bianco ha una struttura pedonale apparentemente indebolita, ma una valutazione dinamica della posizione mostra come questo al momento non incida

17…De7! buona mossa difensiva posizionale

 18. b4!? Al computer questa mossa non piace, io però la considero interessante su un piano pratico perché, oltre a minacciare 19.Ac5, scoraggia la spinta in c5 del Nero

18…b6; 19.Ch4?! forse un po’ frettolosa, meglio g4 idea Af2

19…Tae8; 20.Tf2, Dg5?! Il Nero prova ad ottenere controgioco attaccando un Pedone, forse era meglio cercare iniziativa sull’Ala di Donna

21.Tf3, Ac4 per impedire 22.Taf1

22.Td1 idea Td2-f2

22…De7; 23.e5 il Bianco rompe gli indugi visto che il Pe4 è attaccato. Era possibile anche 23.Tf4 visto che  a 23…g5?? sarebbe seguita 24.e5! +-

23…De6; 24.Td2, Ad5; 25.Tf4, Ce7?; 26.Tf6 il Bianco avrebbe vinto subito con 26.c4!!, Axc4; 27.Tf6!, ma non era facile da vedere

26…Dd7; 27.Tdf2 anche qui interessante 27.c4 con la successiva rivalsa28.Axb6

27…Cg8 il Nero mette il piede in fallo in una posizione inferiore ma difendibile;

28. Cxg6!+-, fxg6; 29.Dxg6+, Rh8; 30.Txf8, Txf8; 31.Txf8, De6; 32.Txg8+, Dxg8; 33.e6+     1:0

Bravi ragazzi, auguri ad entrambi di giocare sempre con questo impegno, ed i risultati arriveranno!



Comunicato ai Soci

Comunicato ai Soci

Ai Soci e agli amici scacchisti tutti,
la Scuola Popolare è costretta purtroppo a comunicare che l’attesa riapertura dei locali e il riavvio a pieno regime delle attività vengono congelate fino al 31/01/2021.
La nostra è stata ovviamente una decisione sofferta alla luce sia della voglia di giocare di tutti i soci sia delle innegabili ripercussioni che ciò comporta in termini di ricavi (i costi fissi purtroppo non si fermano).
Eravamo ormai pronti per riaprire con la sanificazione dei locali e l’acquisto di dispenser, gel e di quanto necessario per ottemperare alla normativa nazionale sulle attività al chiuso. L’attuale situazione della pandemia con la crescita dei positivi a seguito della peraltro ineludibile ripresa delle scuole e con l’approssimarsi della stagione invernale, ci hanno però richiamato ad un senso di responsabilità, in primis verso i nostri associati. A maggior ragione in un momento nel quale il Lazio, e specialmente Roma, risultano purtroppo ai primi posti come numero di nuovi contagi nella cosiddetta “seconda ondata”
Il Consiglio Direttivo riunitosi ieri 30/09/2020 ha quindi deciso:
1) Prolungamento della chiusura della Scuola fino a tutto il 31/01/2021 evitando quindi occasioni propizie per il diffondersi del virus. Ricordiamo che al momento continuiamo a vederci il mercoledì sera presso il giardino esterno della libreria Todomodo in via Bellegra 44 dove abbiamo lasciato un congruo numero di set da gioco.
2) L’offerta formativa 2020-21 sarà unicamente on line a partire da metà ottobre, sia per adulti che ragazzi. Particolare attenzione sarà dedicata ai più piccoli che più degli altri stanno soffrendo l’attuale situazione, articolando gli appuntamenti in diversi giorni della settimana e con la speranza di poter corredare i corsi a distanza con appuntamenti ristretti in presenza. Per i suddetti corsi saranno previste quote modiche a sola copertura del pagamento dell’istruttore a conferma che la nostra caratteristica di Popolare non si limita ad un appellativo nella ragione sociale
3) Azzeramento della quota sociale di iscrizione per il 2021 per tutti gli iscritti 2020 (per il 2021 basterà apporre la firma sul consueto modulo di iscrizione senza procedere al versamento della quota). I locali della Scuola sono chiusi ormai da marzo scorso e, pur sperando di poter riaprire quanto prima nel 2021, ci sentiamo moralmente impegnati a ristorare somme percepite per servizi resi solo parzialmente
Ci auguriamo di poter ripristinare quanto prima la piena attività e invitiamo tutti i Soci a rimanere comunque vicini alla Asd anche in questa contingenza che ci ha comunque dato l’opportunità di riaffermare la nostra correttezza, il nostro senso di responsabilità e le caratteristiche di vicinanza della Scuola ai propri Associati.

La magia degli scacchi a Trieste.

La magia degli scacchi a Trieste.

di Andrea Bruni

Sono stato a Trieste per il 22° Festival di Scacchi. Per la notte, ho affittato un alloggio molto economico su indicazione di uno degli organizzatori, vicino all’orto botanico, con un bell’affaccio sulla città. La proprietaria mi ha atteso con gentilezza ed è stata molto cordiale anche se le sue lunghe unghie viola, i suoi capelli arruffati e un abbigliamento particolare mi hanno lasciato una certa angoscia al nostro saluto. Debbo però ammettere che mi è subito passata appena uscito dalla casa per incamminarmi alla sala da gioco. Uno splendido salone ben illuminato al centro della città, con scacchiere posizionate a distanza con un plexiglass divisorio sopra la scacchiera e il divieto assoluto di stringersi la mano.

La prima partita la perdo in 25 mosse con Elia Riccobon 1924 punti Elo e candidato alla vittoria finale: arriverà sesto in classifica, con sei punti, a fine torneo. Quando giungo alla 20 mossa, dopo un’apertura solida di bianco e una buona impostazione di centro partita, forzo la situazione con un avanzamento di pedone azzardato e nel giro di poco sono a passeggiare per Trieste.

La seconda partita di nero la vinco con Pierre Valembois che viene dal Belgio e mi concede un matto in 23 mosse. Il pomeriggio dello stesso giorno sono di fronte con il bianco a Paolo Pozzi, 1742 punti che oltre a me vincerà anche con Elia Riccobon all’ottavo turno e finirà ottavo anche con il contributo dei miei Buchholz.

Dopo le prime tre partite di solito per me comincia il torneo.  Ho di fronte un giovanissimo under 10 con 300 punti Elo in meno e con il nero mi preparo, dopo circa un’ora e mezza di gioco, a muovere il mio alfiere bianco in b7 quando la mia mano si fa pesante, così stranamente pesante che da quel momento in poi non ricordo più nulla e mi ritrovo a firmare un 1-0 dopo 53 mosse senza aver capito cosa fosse successo.

Dopo essermi complimentato con il mio avversario e anche con i suoi genitori, che dall’esterno esultavano della mia sconfitta, sono corso a casa a falcate veloci con la curiosità di rivedere con calma la mia partita.

Il mio formulario, che fino alla 25 mossa risultava ordinato e scritto con cura, aveva dei tratti geroglifici incomprensibili. Con un certo sforzo di concentrazione sono riuscito a risalire agli errori fatali. Noi scacchisti diciamo sempre che a questo gioco non si perde mai, in quanto o vinci o impari qualcosa di nuovo. Così incassata la lezione me ne sono andato a dormire pensando che al quinto turno avrei incontrato un altro giovanissimo under 10, dello stesso vivaio, anche lui con 300 punti Elo in meno ma in compenso con me avevo tanta voglia di vincere.

La notte non era stata tranquilla, incubi strani, incidenti automobilistici, odore di aglio e prezzemolo, rumori stridenti con lampi in lontananza e un forte vento di bora avevano tormentato i miei sonni notturni di solito piacevoli e divertenti. Tutto ciò non mi aveva intaccato più di tanto in quanto il mio 5° turno di bianco lo avevo preparato con l’apertura Ivano, in onore di Ivano Pedrinzani che me l’ha insegnata e mi ha portato a conquistare qualche anno fa la terza categoria nazionale: mi sedevo alla scacchiera con molta serenità e determinazione.

Mentre mi accingevo, con una certa sicurezza, alla 36^mossa mi sono accorto che sulla scacchiera qualcosa stava cambiando, come se i miei pezzi non volessero più rispondere ai miei comandi, come se una forza esterna ne avesse preso il controllo e io non riuscissi più a governarli. Mi sono messo a ridere, pensando alle follie di tanti scacchisti e con determinazione ho preso l’alfiere per piazzarlo al posto del

pedone nero in e5. Con mia sorpresa dopo aver segnato la mossa mi sono reso conto che in e5 c’era si un mio pezzo ma la casa era occupata dalla Donna e non dall’Alfiere. Preso da una certa angoscia mi sono alzato per andare al bagno. Intorno a me tutto sembrava tranquillo.   Con pochi secondi sull’orologio ho firmato un mezzo punto per uno stallo raggiunto dopo una partita incontrollata in cui il mio Alfiere nero in combutta con quello bianco si rifiutavano di eseguire i miei ordini. Mi sono alzato e a testa bassa mi sono diretto all’uscita senza neanche salutare, e fare i complimenti, a quel giovane scacchista che era stato veramente bravo a recuperare la partita. Sull’uscio ho incontrato uno degli organizzatori, quello che mi aveva indicato la casa, al quale avrei voluto raccontare l’accaduto ma dopo le prime parole non sono riuscito a trovare quelle adeguate per continuare il racconto e sapendo, per mestiere, leggere negli sguardi il pensiero degli altri ho evitato di approfondire e così l’ho buttata sulla bravura dei bambini che giocano a scacchi e sull’elasticità mentale mentre lui con un sorrisino sornione ha assecondato la mia affermazione ma negli occhi diceva qualcos’altro che al momento non ho capito.   

Stanco e affamato mi sono recato in una caratteristica trattoria davanti al Teatro di Trieste, all’Hostaria Strehler che per un po’ mi ha fatto dimenticare le paranoie vissute nel pomeriggio. Entrato a casa però, amplificate forse dal vino della cena, il mio alloggio mi sembrava una dimora stregata. Mi sono guardato intorno come mai avevo fatto prima di allora, notando un calderone in un angolo della stanza e una vasta piantagione in balcone di erbe aromatiche e selvatiche. In una stanza, nella quale non ero mai entrato, si trovavano candele consumate in ogni angolo come a formare un cerchio in terra. Chiusa la porta di scatto ho urtato una bottiglietta di vetro che cadendo è andata in mille pezzi mentre sulla stessa mensola giacevano altri contenitori in vetro, ciocche di capelli e stoffe trafitte da spilli. Mantenendo la calma e facendo richiamo alle mie storiche convinzioni materialistiche mi sono messo a cercare una scopa per raccogliere i cocci ma ho solo trovato, inchiodata a una parete, una ghirlanda di corda con attaccate penne di oca e cornacchia.

Preso dal panico, sono uscito di casa e mi sono fermato di fronte, dall’altra parte della strada. Mi sono addormentato lì, sulla panchina. Con le prime luci del giorno, sono rientrato a casa e tutto mi sembrava più normale, le mensole, le erbe, le ghirlande, anche un bell’arredamento. Di buon’umore sono andato a fare una bella colazione in uno degli storici caffè di Trieste, all’antico caffè San Marco dove trovi oltre alla libreria anche le scacchiere a disposizione, un po’ come sarà Todomodo a Roma tra cento anni.

Per scacciare i cattivi pensieri, e vista la splendida giornata di sole, sono andato al molo a prendere il traghetto per raggiungere il castello di Miramare di cui mi avevano raccontato la qualità della visita, anche se il biglietto ha un costo a differenza degli altri musei di Trieste che sono gratuiti, come lo è il PAG Progetto Area Giovani del Comune di Trieste che sostiene e sviluppa progettualità e forme di partecipazione per e con i cittadini dai 14 ai 35 anni.

Puntuale alle 16 mi sono ritrovato all’ultima scacchiera a giocare contro Omar Perossa, con il nero, che dopo una combattuta partita mi ha concesso la sua resa per la mia seconda vittoria.

Durante la notte, mi sono svegliato immerso in una nuvola bianca con un odore acre che proveniva dal piano di sopra. Ho provato ad alzarmi senza riuscirci e sono di nuovo crollato nel sonno.  Appena ha suonato la sveglia sono balzato in piedi, fuori i lampi e la pioggia non invitavano ad uscire, ma io in un attimo ero già fuori di casa e titubante ho girato la città con il ricordo angoscioso della nuvola bianca che mi aveva avvolto nella notte. Incominciavo a pensare che l’affittuaria fosse una strega che si dilettava in malocchi e cose di questo genere e di cui io ne ero diventato la vittima.

Non guardavo più neanche gli accoppiamenti su internet ed ero anche convinto che i “malvagi ragazzini” si mettevano d’accordo tra loro per semplici patte per poi mettere le loro maggiori energie contro di me.

La mia settima partita è stata un incubo.  Di fronte ancora un giovanissimo con oltre 400 punti Elo in meno di me. Teso e concentrato avevo raggiunto una buona posizione alla 29 mossa ed ero certo di rifarmi. Poi è entrato in sala un cameramen a fare riprese video ed il rumore della macchina ha come messo in moto l’autonomia dei miei pezzi che non rispondevano più ai miei desideri. Convinto di un malocchio in atto, dopo ogni mossa mi alzavo per andare al bagno e rompere l’incantesimo. Ovviamente il mio comportamento non è passato inosservato e l’arbitro dopo cinque – sei volte di questa ginnastica si è avvicinato per chiedermi come stavo.

Che gli potevo dire? Che i miei pezzi non rispondevano più ai miei comandi? Ho risposto: no tutto bene, perché? Mi ha guardato con sufficienza e mi ha lasciato stare, invitandomi a restare al tavolo per le norme sulla sicurezza sanitaria. Ho firmato la mia sconfitta alla 55^ mossa, con i pezzi bianchi e neri che festeggiavano la vittoria contro di me.

Ho fatto i complimenti al mio avversario e sono corso in enoteca. Non avevo altro luogo dove fermarmi a pensare cosa stesse succedendo. Ho scoperto che i triestini hanno un vino tutto loro. I terreni da queste parti sono aridi e sassosi e inoltre ricchi di ferro. Non senza fatica, mi raccontava l’oste che sono coltivati vitigni autoctoni a bacca rossa chiamato anche “sangue del Carso”, ordinata subito una bottiglia, ai primi sorsi ho rilevato con gusto delle buone doti di struttura, intensità e freschezza, all’olfatto profumi di lampone. Mi sono un po’ distratto pensando ai vignaioli di questa terra come espressione di lavoro intenso e devo ammettere che il risultato del vino bevuto è stato sorprendente. Alla conclusione della prima bottiglia, mentre decido di mangiare qualcosa vedo da lontano l’affittuaria della mia casa, che cammina per la via. Incuriosito la seguo con lo sguardo, sicuro oramai di non tornare a dormire nella sua abitazione e attribuendole la responsabilità del mio deludente torneo come risultato del suo malocchio. Dopo un po’ di questa scena, la “strega” esce dal mio campo visivo e si perde dietro a un palazzo. Sono già sulle sue orme e senza pensarci troppo pago la bottiglia e la inseguo. La vedo entrare in un sottoscala di un palazzo semiabbandonato: sui citofoni non ci sono nomi. Mi guardo intorno e non so che fare. Mi nascondo dietro l’angolo per vedere cosa succede. Niente, non succede nulla. Penso che sarà uscita da una porta secondaria e decido di andare a vedere. Prima di entrare però, dopo aver digerito la paura, chiamo il mio amico romano vigile urbano e lo lascio all’ascolto, hai visto mai? Scendo due rampe di scale, come quelle della sede dell’Accademia di Scacchi a Roma, che mi portano davanti ad una porta di ferro. Provo a spingerla, si apre. Dentro il solito buttafuori da film. Sta sulla porta e mi guarda con aria curiosa, butto a bassa voce il mio nome un po’ distorto, “ah sei il romano, entra pure”.  Mi ritrovo in uno stanzone enorme che mi ricorda una sala scommesse e mi accorgo che in effetti si può scommettere su tutto: quanti caffè vende in quel giorno l’antico caffè di San Marco; quante persone entrano nell’ufficio turistico di Piazza Unità, quante persone arrivano in stazione in giornata, quanti biglietti del museo Revoltella si sono venduti in quel giorno. Mi fermo incuriosito e divertito, un posto incredibile, da raccontare. Mentre continuo a guardare le quotazioni di queste strane scommesse, appare sul monitor il mio nome associato ad un altro che non conosco, ci metto poco a capire: sono le quotazioni del torneo di scacchi. Conosco in quel momento il mio avversario del turno 8, un anziano giocatore classe 1938, con 250 punti Elo meno. La mia quota di vittoria è bassa, ne deduco che qui è considerata molto probabile e quindi si vince poco. Il pareggio non si può puntare quindi se la partita finisce patta tutte le quote puntate vanno al banco, mentre la mia sconfitta è ben valutata: 10 a 1.  

Uso il bancomat per ogni spesa e difficilmente vado in giro con soldi in contanti in tasca. Ho 10 euro, e non credo che in questo ambiente accettino carte di credito, quindi per evitare brutte figure mi avvicino allo sportello e punto 10 euro. Il tipo curvo e con occhiali spessi neanche mi guarda e mi rilascia una ricevuta con scritto la quota e Bruni perdente. Decido di andare via e nessuno mi nota, così come non l’hanno fatto quando sono entrato. Passo la nottata su una panchina dei giardini pubblici desiderando l’alba e l’ora della partita.

Alle 16, con il bianco in moto, comincia la mia ottava partita del torneo. Sono teso, da una parte voglio vincere sulla scacchiera ma dentro di me non nascondo la curiosità di ritornare nella sala scommesse e verificare la corrispondenza della mia puntata.  Mentre sono a metà partita mi sorge il dubbio sull’irregolarità della scommessa su me stesso, ma non credo che al botteghino mi chiedano i documenti e quindi decido di mettere un pezzo in presa e chiudere velocemente la partita firmando la mia 5 sconfitta del torneo. Dopo aver consegnato il formulario non mi sento a mio agio in questo ruolo da imbroglione e ci metto un po’ a digerire la scelta, ma mi consolo pensando che la mia curiosità è legittima e quando racconterò questa storia, perché sarà una storia da raccontare, forse in molti capiranno la motivazione di errori fatali durante i tornei, sviste, momentanee amnesie e tutte quelle narrazioni intorno alle sconfitte sulla scacchiera.

La porta della sala scommesse è chiusa, provo a bussare ma non ci sono rumori all’interno, insisto, in fondo devo ritirare la mia vincita. Sento dei passi e una mano sicura che apre il catenaccio interno. Faccio per entrare ma quello mi ferma sulla porta dicendomi che è chiuso. Poi mi guarda bene e come se mi riconoscesse mi invita ad entrare: “Vieni, vieni”. Lo seguo per lo stanzone completamente spoglio, senza più il bancone delle scommesse e le pareti riempite con i cartelloni delle quote. Saliamo le scale ed entriamo ai piani superiori del palazzo. Qui è tutto un altro ambiente, sono uffici ben tenuti, finestre ampie e stanze luminose. “Aspetta qui”. Mi siedo su un bel divanetto ed un ragazzo mi chiede se voglio un caffè. Dico di no prima ancora che finisce la frase. Si apre una porta e mi invitano ad entrare: “Vieni il regista ti vuole conoscere”. Dopo mezz’ora esco dall’ufficio con in tasca il biglietto stretto della mia scommessa e un assegno per la mia partecipazione involontaria come comparsa al remake della Stangata di George Roy Hill, la storia di una truffa che due imbroglioni appioppano a un merlo, soffiandogli un malloppo. Con i soldi del mio inconsapevole lavoro vado nella mia cara trattoria di Trieste a spendere tutto in vino buono e pesce di qualità.

Nell’ultima partita del torneo, finalmente svelato il mistero delle mie pessime prestazioni scacchistiche, arrivo con largo anticipo, mi sottopongo alla misurazione della temperatura, presento il foglio sanitario richiesto e vado a prendere posto alla penultima scacchiera. In attesa del mio avversario penso che in fondo è stata una bella lezione sportiva e umana, altro che film e scommesse: mi sono seduto a giocare con troppa presunzione e quanto ottenuto è l’inevitabile risultato. Mi prometto che al prossimo torneo eviterò di giocare con avversari troppo giovani e proporrò alla Federazione di cominciare a pensare a tornei separati per adulti e giovani. Mentre rido di questa sciocchezza comincia il tempo e parte la partita. Il mio avversario ha 100 punti Elo in meno, ma è quasi coetaneo e lui è con il Bianco. Alla mia 28^ mossa trovo la soluzione vincente Dxf1+.

29) Dxf1, e2;
30) De1, Ac3;
31) Dxc3, e1=D+;
32) Dxe1, Txe1+; 0-1
E finisce così il mio torneo di Trieste, con 3,5 punti con 5 sconfitte. Ma la cosa peggiore e che maggiormente mi ferisce non sono neanche i 63 punti Elo in meno, che mi riportano sotto la soglia della mia categoria, ma essere consapevole della difficoltà di tornare al Circolo e non essere creduto nel mio racconto e in più dover subire il commento sarcastico: “mi auguro che tu non abbia messo la maglia del nostro circolo!”.

Tornerò a Trieste, perché mi sono trovato bene, la città è accogliente e, a parte il risultato, mi sono divertito nelle partite confermando il principio che non bisogna sottovalutare né i propri avversari e nemmeno la realtà, che a volte è più misteriosa di quello che appare. Attendo il prossimo torneo per riprendermi i miei 63 punti Elo che adesso sono in tour su chissà quale schermo cinematografico.

SCACCHI METAFORA EDUCATIVA, IL PROGETTO NAZIONALE DI CONTRASTO ALLA POVERTÀ’ EDUCATIVA DEI MINORI BASATO SUGLI SCACCHI

SCACCHI METAFORA EDUCATIVA, IL PROGETTO NAZIONALE DI CONTRASTO ALLA POVERTÀ’ EDUCATIVA DEI MINORI BASATO SUGLI SCACCHI

Promosso dal C.S.E.N. – Centro Sportivo Educativo Nazionale – con la partecipazione della SCUOLA POPOLARE DI SCACCHI DI ROMA, è finanziato dall’ Impresa Sociale Con i Bambini.

Coinvolgerà oltre diecimila minori di 14 regioni italiane, con un investimento di due milioni e duecento mila euro

Oltre diecimila minori dai 6 ai 14 anni, quattordici regioni (Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia, Campania, Lazio, Umbria, Abruzzo, Marche, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Friuli Venezia Giulia), ventitrè istituti scolastici, quattordici associazioni sportive, dieci organizzazioni del Terzo settore, due milioni e duecento mila euro di investimento per tre anni di attività.
E’ la realtà di “Scacchi Metafora Educativa” (SME), il più consistente progetto di promozione sociale basato sul gioco degli scacchi mai realizzato in Italia. Il progetto nella Regione Lazio sarà gestito dalla Scuola Popolare di Scacchi di Roma che ha messo in campo una squadra di indubbia competenza: Referente del Progetto per la Regione Lazio sarà il componente del Direttivo della Scuola: Paolo Andreozzi che sarà affiancato per la parte gestionale e amministrativa da Paolo Pellegrini, altro componente del Direttivo della Scuola.
Il progetto è stato selezionato dall’Impresa Sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il Fondo nasce da un’intesa tra le Fondazioni di origine bancaria rappresentate da Acri, il Forum Nazionale del Terzo Settore e il Governo. Sostiene interventi finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori. Per attuare i programmi del Fondo, a giugno 2016 è nata l’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. www.conibambini.org
Il progetto è guidato dal Centro Sportivi Educativo Nazionale C.S.E.N., (primo ente di promozione sportiva in Italia che rappresenta oltre 15.000 associazioni sportive e associazioni di promozione sociale), che dopo anni di iniziative sparse in Italia è riuscita a coordinare la presentazione di un progetto vincente. www.csenprogetti.it
Il progetto SME non intende “soltanto” diffondere l’insegnamento degli scacchi a scuola, ma parlare direttamente ai minori, alle famiglie e agli operatori del settore educativo, offrendo loro uno strumento pedagogico di aggregazione e di straordinaria efficacia inter-generazionale, soprattutto sul piano relazionale e sociale.
Si imparerà a giocare e si giocherà tra compagni di scuola, tra genitori e figli, tra nonni e nipoti. Verranno organizzati tornei, ma anche seminari di studio per docenti, in modo da rendere evidente come le articolate dinamiche appartenenti alla scacchiera, con il relativo intreccio di regole e assunzioni di responsabilità individuale, non siano altro che una efficace metafora che riflette, e quindi aiuta ad affrontare, la vita reale.
La sfida del progetto è stata avviata a giugno 2020, con l’obiettivo finale di realizzare, in ogni territorio, un “Centro stabile di promozione educativa” gestito da una “Rete educativa scacchi”, coordinata a livello nazionale e che utilizzi il gioco degli scacchi come strumento educativo per favorire la responsabilità individuale, l’esercizio della critica, la cooperazione e la perseveranza tra i giovani.
Il primo appuntamento del progetto si è concluso il 10 settembre 2020 a Susa (TO) per la formazione nazionale degli insegnanti di scacchi che gestiranno i laboratori di attività con i minori. Per la Scuola Popolare di Scacchi di Roma hanno ricevuto l’attestato di partecipazione, in rappresentanza della Regione Lazio: Domenico Bonavena, Vincenzo Costabile, Roberta Gatta, Giacomo Alessandrini e Deborah Ferlazzo. L’evento di avvio delle attività con le scuole è in programma per Gennaio 2021.

Arrivederci al 2021

Arrivederci al 2021

Care amiche ed amici degli Scacchi.

Con questo post la Scuola Popolare di Scacchi di Roma e l’Accademia Scacchistica Romana vi annunciano con grande tristezza che la 5° edizione del Festival Internazionale di Scacchi “Roma Città Aperta” non avrà luogo nel dicembre 2020 come molti di voi attendevano.

La pandemia da Covid-19, dopo averci portato via l’affetto di alcuni amici da sempre presenti al Festival, ci impone, ora, un momento di riflessione.

L’emergenza sanitaria nel mondo è ancora in corso ed è impossibile prevederne l’evoluzione nel breve e medio periodo. Ciò ci impedisce di pianificare il festival per tempo e in modo dettagliato, come sempre abbiamo fatto, al fine di offrirvi un prodotto ogni anno migliore.

La vostra partecipazione, in costante aumento da ormai quattro anni e il vostro apprezzamento hanno reso il nostro Festival il più importante torneo di Roma e uno dei più prestigiosi in Italia.

E’ per questo che ci impegniamo, sin d’ora, a pensare e realizzare l’edizione del Festival “Roma Città Aperta 2021”, con l’obiettivo dichiarato, di farne il Festival più grande e più bello di sempre.

Sarà anche il nostro modo per festeggiare insieme a voi la fine di questa terribile emergenza che ha colpito l’intera umanità.

Vi aspettiamo!

La Scuola Popolare di Scacchi tra Fase 1 e Fase 2

La Scuola Popolare di Scacchi tra Fase 1 e Fase 2

A cura di Paolo Pellegrini

La sede è chiusa per Covid, ma le occasioni di gioco abbondano. Se vuoi partecipare, scrivici a scuolapopolarediscacchi@gmail.com

Appena chiusa la sede a inizio marzo, abbiamo subito compreso che era necessario soddisfare la voglia di gioco dei soci della Scuola Popolare, notevolmente incrementata per via della quarantena.

Ci siamo così organizzati per offrire a tutti le maggiori e più diversificate occasioni di gioco possibile, organizzando tornei sulla piattaforma lichess in diversi orari. 

Per garantire un numero congruo di giocatori, coordinandoci con Marco Pelagalli di Torre Smeducci (San Severino Marche), abbiamo unito le forze con altri circoli, tra i tanti: Lazio Scacchi, Tatanzak, Radio Scacchi, Itria, Irpinia, Dorico, Avamposto, Dynamo Urbino, Livorno, Pescara, Teramo, Salvioli Venezia, Centro Scacchi Palermo, Offida.

Il network organizza di norma 5 tornei individuali al giorno: 2 riservati agli under 18, 3 aperti a tutti.

In particolare, gli under 18 giocano dalle 11 alle 12 (cadenza 10′) e alle 14,30-15,30 (cadenza 5′), mentre gli open sono alle 17,30-19,00 (5+3 organizzato a cura della Scuola Popolare), alle 21-22,30 (3+2 o 5+3) e alle 23-24 (bullet 1+1).

Ci sono giocatori da tutta Italia, per un totale tra 150 e 180 partecipazioni al giorno! Ma di tanto in tanto ci riserviamo un rapid interno, con sistema svizzero, su chess.com.

Ai tornei giornalieri si aggiungono spesso le maratone antivirus di Radio Scacchi, che hanno visto la partecipazione fino a 547 giocatori!

Per rispondere a chi ama il gioco a cadenza più lenta, abbiamo promosso tra i nostri soci la partecipazione al torneo Scacco al virus, organizzato da Roberto Condorelli del circolo 4 Pedoni, 9 turni a cadenza 25’+15, tre turni a settimana, tenutosi dal 7 al 26 aprile, che è stato di esempio per molti altri tornei simili partiti dopo.

Menzione particolare meritano i tornei a squadre. La Scuola Popolare partecipa alle teambattle organizzate su lichess dal FM Luca Cerquitella il giovedì alle 21 (open) e il venerdì alle 18.30 (under 18 nc) ed a quella di KingJames del venerdì alle 21 (open).

Per i ragazzi, inoltre, vanno avanti le lezioni online, teniamo un torneo interno il sabato pomeriggio e favoriamo la partecipazione sistematica alle iniziative del Comitato Lazio, che organizza tornei periodici per età tra tutti i ragazzi della regione e incontri con i pari età di altre regioni (Toscana, Piemonte, Sicilia).

Scacchi al Liceo Levi Civita in tempo di coronavirus

Scacchi al Liceo Levi Civita in tempo di coronavirus

A colloquio con il Prof. Marco Carrera

Il Liceo Levi Civita è una delle scuole romane con cui la Scuola Popolare collabora da più tempo. Il lockdown non ha impedito di andare avanti con gli scacchi. Ne abbiamo parlato con il Prof. Marco Carrera

Professor Carrera, ci illustra brevemente le attività di scacchi che ha avviato la sua scuola?

Buon giorno. L’attività di scacchi è stata avviata negli anni passati dal nostro ex Prof Rubeo Vincenzo, ora pensionato, ed ereditata con entusiasmo da noi docenti di scienze motorie dell’istituto Levi Civita di Roma. Di fatti in questi anni il dipartimento di scienze motorie della scuola si è impegnato nel favorire la collaborazione con la Scuola popolare di scacchi, sita nelle vicinanze della nostra istituzione scolastica. A tal fine l’istituto ha partecipato a diversi tornei sia a livello scolastico regionale che a livello interregionale, ottenendo sempre dei risultati di rilievo. Le classi coinvolte in questa attività sono state 33 su 37 lasciando libertà di scelta alle classi quinte; la partecipazione degli alunni, di età compresa tra i 13 ed i 18 anni, è stata buona e crescente con un aumento quest’anno di diverse unità.

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Scacchi a scuola. Riflessioni sull’analisi euristica del gioco e le sue ricadute didattiche

a cura di Tullio Aebischer

Fonte: P. Ciancarini, Storia delle macchine per giocare a Scacchi

Nonostante la sua complessità, il gioco degli Scacchi affascina ancora oggi la mente dell’Uomo disvelandogli ogni giorno segreti e sottoponendogli sfide che, se accettate, non portano che a un miglioramento e a una più profonda conoscenza di sé stesso.
La strategia negli Scacchi è al centro del presente lavoro poiché è un aspetto che permette di studiare le procedure astratte che usano gli esseri umani quando prendono decisioni.

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Gli scacchi come esperienza formativa a scuola

a cura di Chiara Colucci

Liceo Scientifico Tullio Levi Civita. Torneo scolastico, 4 febbraio 2020

Non è nuova l’affermazione che le scuole siano il punto di partenza per costruire il futuro della società. Non occorre neppure ribadire quanto sia importante promuovere ed incoraggiare le iniziative educative nelle stesse. Presenterò pertanto un esempio virtuoso a questo proposito: il torneo di scacchi al liceo scientifico Tullio Levi Civita, che si è tenuto il 4 di questo mese.

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Dmitrij Kollars vince il 4° International Chess Festival “Roma Città Aperta”

Si è chiuso a Roma il IV festival Internazionale di Scacchi Roma Città Aperta organizzato dalla Scuola Popolare di Scacchi (già organizzatrice delle prime tre edizioni) e quest’anno anche dall’Accademia Scacchistica Romana in occasione del suo duecentesimo compleanno (auguri!). Dalla sua nascita, nel 2016, il Festival Roma Città Aperta è il più importante torneo del Lazio, l’unico con norme in palio. Quest’anno edizione da record per numero di partecipanti, ben 208 divisi nei due tornei Master e Open, e per livello tecnico, con ben 14 GM presenti nel Master.

Articolo pubblicato sul blog www.unoscacchista.com
Video realizzato da Ludwig Rettore

Classifica finale Torneo Master

http://vesus.org/results/master-4deg-international-chess-festival-roma-cittagrave-apertabicentenario-accademia-scacchistica-romana/

Classifica finale Torneo Open

http://vesus.org/results/open-secondario-4deg-international-chess-festival-roma-cittagrave-apertabicentenario-accademia-scacchistica-romana/standing/

Premiazioni

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COSTITUITA IN ITALIA LA RETE EUROPEA PER GLI SCACCHI A SCUOLA

COSTITUITA IN ITALIA LA RETE EUROPEA PER GLI SCACCHI A SCUOLA

Alla conclusione del Progetto europeo “Black and White” si è costituita la rete europea degli scacchi a scuola con l’obiettivo di promuovere l’insegnamento degli scacchi come materia curricolare all’interno delle scuole primarie europee (ISCED 1). A questo primo appuntamento di costituzione, in Sardegna dal 14 al 16 novembre 2019, hanno collaborato 4 organizzazioni europee: il C.S.E.N. per l’Italia; la Federazione degli scacchi per la Catalogna (Spagna), l’Accademia sport e pedagogia per la Lettonia, ed un dipartimento del Centro Sociale Paraolimpico per il Portogallo.

La Rete intende valorizzare il ruolo dei docenti nelle scuole primarie nell’uso degli scacchi come strumento pedagogico. A tal fine è stato definito un modello di attività, presentato nell’occasione e scaricabile gratuitamente dal sito internet del progetto, e pubblicato in un libro al quale hanno collaborato nella realizzazione gli enti promotori.

“Questa è una prima tappa raggiunta” ha dichiarato il responsabile C.S.E.N. Progetti, Andrea Bruni, “abbiamo già in mente un ulteriore progetto per allargare la rete europea e confrontarci con le numerose realtà che già operano con lo stesso nostro fine pedagogico nelle scuole dell’Europa”.

Un primo riconoscimento è giunto dalla conferenza internazionale di Londra che ha invitato Andrea Bruni ha presentare la proposta della rete sia nella Commissione Educativa ECU sia nel workshop in programma il 30 novembre 2019.

La Scuola Popolare di Scacchi condivide l’impostazione del lavoro e dell’idea degli scacchi come strumento pedagogico nelle scuole ed ha avviato una collaborazione strutturata con il C.S.E.N. per contribuire con la propria esperienza alla realizzazione di quello che ancora oggi appare come un sogno: la definizione degli scacchi come strumento di crescita pedagogica delle giovani generazioni. 

CORSI DI SCACCHI per principianti under 16 a.a. 2019-20

Tutti i sabati mattina

Istruttore: Domenico Bonavena  

Primo ciclo dei corsi di scacchi dedicati agli under 16.

Programma del corso intermedio principianti  (Sabato, 10:00-11:00) 

  1. Caratteristiche dei pezzi, come utilizzare e capire al meglio ogni pezzo. 
  2. Da dove comincio? Classificazione fondamentale delle aperture, obiettivi intermedi da raggiungere in fase di apertura.
  3. E adesso, cosa faccio? Il  mediogioco, attenzione all’attività dei propri pezzi.
  4. Non sempre è possibile vincere, non sempre la partita è persa. Il valore della  patta. 
  5. Dove termina la tattica ed inizia la  strategia: approfittare delle occasioni per ottenere dei  vantaggi.
  6. Il concetto di opposizione. Finali semplici di Re e pedoni. 
  7. Finali semplici con Re e Torre 
  8. Una apertura di Bianco
  9. Una apertura di Nero
  10. Un approccio alla pianificazione 

Letture consigliate: 1001 esercizi di tattica per principianti. R. Messa Corso completo di scacchi  Pantaleoni, Messa, Benetti 

Programma del corso  avanzato principianti (Sabato, 11:00 alle 12:30) 

  1. Il mistero del centro.
  2. Il cane e gatto, l’alfiere contro il cavallo. 
  3. La perdita di materiale ed i sacrifici.
  4. Silicio contro carbonio: analisi di  una partita con il computer e l’analisi di un essere umano.
  5. Partite e stili di gioco a confronto: all’arrembaggio! Lo stile aggressivo di Fischer.
  6. Partite e stili di gioco a confronto: ci vuole coraggio… Tal e i suoi sacrifici.
  7. Partite e stili di gioco a confronto: costringere l’avversario alle resa assieme ad Alekhine.
  8. Apertura di Bianco.
  9. Apertura di Nero. 
  10. In finale con due alfieri

Letture consigliate: Teoria e pratica degli squilibri. Quaderni di lavoro. J. Silman

Corso per Under 16 Agonisti Ottobre – Dicembre 2019

Corso per Under 16 Agonisti Ottobre – Dicembre 2019

Tutti i martedì dalle 18.00 alle 19.00

Istruttore CM Daniele Marta

Presentazione
Il corso intende sviluppare, dal punto di vista agonistico, gli elementi tecnici e strategici acquisiti nei corsi precedenti e, per chi ha già qualche piccola esperienza in tal senso, proseguire nel miglioramento del gioco
e conseguentemente dei risultati.
Pertanto tutti gli elementi fondamentali del gioco verranno rivisitati a partire dalle loro definizioni e dal loro senso, per arrivare a individuare gli elementi decisivi nel conseguimento del risultato, lavorando:
-in gruppo, per confrontarsi assieme all’istruttore nelle valutazioni tecniche e strategiche;
-individualmente, per sviluppare i propri punti di forza e attenuare i propri punti di debolezza

Programma del corso
Il corso si articola in 10 lezioni di 45’, che copriranno l’intero spettro degli elementi presenti nelle partite.

  • Lezione 1 Aspetti fondamentali del gioco, il tempo e lo spazio
  • Lezione 2 Aspetti strategici fondamentali della partita, “noi” e l’avversario
  • Lezione 3 L’apertura: parte generale, cosa è, a cosa serve, come si gestisce il rischio
  • Lezione 4 L’apertura: parte specifica, cosa è un repertorio e come si costruisce
  • Lezione 5 Il mediogioco: aspetti strategici fondamentali
  • Lezione 6 Il mediogioco: aspetti tattici fondamentali
  • Lezione 7 Il finale: parte generale, cosa è, quando (e come) si gioca per vincere per pattare
  • Lezione 8 Il finale: parte specifica, figure che non si possono ignorare
  • Lezione 9 La partita di torneo: preparazione alla competizione (regolamento, benessere psico-fisico)
  • Lezione 10 La partita di torneo: gestione degli elementi al tavolo (orologio, errori, pressione)
    Alcune piccole modifiche potranno essere apportate per assicurare la massima rispondenza alle esigenze dei ragazzi.
    Verrà fornito del materiale al termine delle lezioni, inclusi degli esercizi (facoltativi) da svolgere a casa.
    Al termine delle lezioni chi vorrà potrà restare a giocare con il supporto (facoltativo) dell’istruttore.
Ai blocchi di partenza il corso di livello intermedio 2019-20

Ai blocchi di partenza il corso di livello intermedio 2019-20

Iscrizioni ed informazioni contattare il docente: Ivano Pedrinzani

VENERDI’ 18/10 ORE 19:

  • La forza dei due alfieri – il mediogioco

VENERDI’ 25/10 ORE 19:

  • La lotta per le diagonali- il mediogioco

VENERDI’ 08/11 ORE 19:

  • Case deboli e case forti – il mediogioco

VENERDI’ 15/11 ORE 19:

  • Due pezzi minori contro torre: il sacrificio di tal – il mediogioco

VENERDI’ 22/11 ORE 19:

  • L’attacco di minoranza

VENERDI’ 29/11 ORE 19:

  • Momento di verifica – simultanea con istruttore

VENERDI’ 06/12 ORE 19:

  • L’importanza dello sviluppo -prima di parlare di aperture

VENERDI’ 20/12 ORE 19:

  • Un’apertura (1)

VENERDI’ 10/01 ORE 19:

  • Un’apertura (2)

VENERDI’ 17/01 ORE 19:

  1. Verifica finale – analisi corale di una partita

Eventuali variazioni per favorire la didattica sono a discrezione dell’istruttore. Alla fine di ogni lezione viene distribuita una dispensa sull’argomento svolto a lezione

MOGLI E SCACCHI OVVERO LA TEORIA DELLE CONVERGENZE PARALLELE

di Ivano Pedrinzani

Persone foto creata da freepik – it.freepik.com

La necessaria premessa è che, malgrado i grandi passi avanti, gli scacchi rimangono ancora uno sport prettamente maschile. I motivi? Probabilmente non ne esiste uno solo, realisticamente esiste una certa dose di retaggio storico, ma almeno 2 punti possono dirsi sicuri:

  1. Non è questione di minore capacità come spesso si sente dire da vecchi scacchisti un po’ misogini o in vena di scherzi (come non ricordare la famosa frase di Karpov:  “perché non ci sono donne capaci di diventare campioni del mondo degli scacchi? Perché non sono in grado di stare zitte per quattro ore di seguito”)
  2. Negli ultimi anni il gap a livello elevato si è assottigliato con numerose donne assurte al gotha del gioco professionistico.

Qui però non ci occupiamo degli scacchi ai massimi livelli, ma del gioco di base, quello dei circoli e dei semplici giocatori di categoria nazionale che amano passare le serate in luoghi spesso fatiscenti e polverosi, mimando riunioni carbonare e torturando le già misere capacità del proprio intelletto scacchistico.

Se entrate in uno di questi circoli potete scommettere con buona sicumera di vincere che:

  1. non troverete donne
  2. troverete tanti uomini che tra una partita e l’altra disquisiscono su come giustificare con la legittima consorte il loro ritardato rientro a casa

E qui entriamo nel vivo delle nostre riflessioni.

Visto che il  48,7% degli uomini è sposato (dati Istat), visto che  gli esempi virtuosi di scacchisti sposati con scacchiste esistono, ma sono una percentuale infima (qui non ho il dato Istat e vado a naso), ecco che subentra, per lo scacchista qualunque delle nostre riflessioni, il problema di giustificare perché, invece di stare a casa a preparare la cena, fare una lavatrice, aiutare i figli a fare i compiti, fare piccoli lavori di manutenzione, far sentire alla moglie la propria vicinanza, ecc, ecc (l’elenco non vuole essere esaustivo ma è uno spaccato ben rappresentativo delle più gettonate accuse di provenienza consorte) se ne sta a muovere pezzetti di legno su una scacchiera di 64 caselle a colori alternati.

Di fronte a questi attacchi lo scacchista solitamente dà dimostrazione di una fantasia e di un calcolo combinatorio che, se fosse applicato alla sua passione, comporterebbe immediatamente un  incremento di almeno 100 punti elo.  In tanti anni ho sentito decine di scuse diverse, sempre pronto ovviamente a rielaborarle e renderle spendibili nella mia realtà. Questo perché, come si suole dire, da sempre il saggio è saggio di saggezza altrui; noi scacchisti dilettanti abbiamo quindi un forte senso di complicità tra condannati e ben volentieri rinunciamo al copyright sulle nostre invenzioni.

Spesso troviamo ispirazione anche dall’ambiente esterno. Ricordo una volta che un “collega” (premetto fin da ora che tutti gli aneddoti che citerò sono rigorosamente veri ma altrettanto rigorosamente privi di qualsiasi indicazione sul nome del colpevole…qualche moglie potrebbe leggere) mi disse entusiasta: “ho usato il sistema del Necchi, funziona!” Di fronte al mio sguardo interrogativo ma profondamente interessato (come detto le scuse se ben catalogate rappresentano un preziosissimo bacino comune da riutilizzare) il collega mi ricordò la famosa scena del Necchi interpretato da Renzo Montagnani in Amici miei atto II. Il Necchi vuole andare a fare la classica zingarata con gli amici, ma non sa come ottenere il permesso dalla moglie che gli rimprovera scarso attaccamento al lavoro (la coppia gestisce un punto di ristoro) e le sue frequenti assenze nel menage familiare… immagino che chiunque sia in grado di individuare la profonda similitudine della situazione, similitudine che uno scacchista coglie immediatamente come individuerebbe una rete di matto sulla scacchiera. La genialata di Necchi consiste nel far arrivare alla moglie un mazzo di fiori con bigliettino anonimo su cui è scritto “con ardore”, essere presente in casa quando viene recapitato il mazzo e, sfruttando l’anonimato del regalo, avviare una violenta scena di gelosia. La sfuriata si conclude con un programmato “fammi andare via prima di fare uno sproposito” dopodiché il Necchi esce sbattendo la porta. La moglie rimane lì pensando chi possa essere l’anonimo ammiratore e, sotto sotto, lusingata dalla scena di gelosia del marito, mentre il Necchi corre verso la sua serata di libertà.     

Tanto per rimanere in tema: che cos’è il genio? È fantasia, intuizione, decisione e velocità d’esecuzione (l’indimenticabile insegnamento del Perozzi sempre in Amici miei).

Per la cronaca il mio amico precisò anche che il suo budget era inferiore a quello previsto dall’indimenticabile regista Monicelli, per cui se la cavò con un mazzo di tre rose rosse rispetto alle 12 previste nel film.

Attenzione però, come ogni scacchista sa, le scuse posso essere utilizzate al massimo 1 o 2 volte, poi la controparte inizia a calcolare, arguisce lo schema sottostante, trova il controgioco e sono dolori. Insomma anche a scacchi se battete l’amico con il sacrificio tematico in h7 difficilmente poi potrete reiterare con lui lo stesso schema.

Fanno eccezione, e quindi è doveroso citarle, le cosiddette scuse revolving (ovvero utilizzabili quasi all’infinito). Sono le più ambite dagli scacchisti perché diventando tradizione, risolvono le angosce dell’immediatezza e per di più presuppongono scarso impegno creativo …un po’ come dare matto con torre e re contro re, è solo questione di tecnica. Attenzione però, sono anche le più insidiose perché nulla più della routine fa abbassare la tensione e mina la precisione. Volete un esempio? Una sera stavo giocando con un amico e tra una blitz e l’altra, sempre per la serie mettiamo a fattor comune, gli chiesi come aveva risolto per quella sera.  Lui trionfante: “No problem, mia moglie sa che tutti i lunedì faccio tardi al lavoro perché è il giorno che c’è il capo in ufficio”.  Il tono con cui me lo diceva ben rendeva l’entusiasmo di chi sa di essere in possesso di una delle cosiddette scuse revolving da sempre ricercatissime. Ma come detto proprio per il loro carattere abitudinario sono le più insidiose. Ancora oggi soffro ripensando al viso di colpo angosciato del mio amico quando gli risposi: “si certo, però oggi salvo errori è mercoledì”     

La sensazione di uomo al fronte sotto il tiro del nemico ci rende insicuri, tesi, stanchi dall’aver costretto i nostri neuroni ad un sovraccarico di vigilanza e concentrazione (avete in mente come uscite da una partita di scacchi durata 5 ore e finita con un lunghissimo finale di torre e pedoni? Ecco uguale). Tutto ciò comporta a volte l’incapacità di distinguere falso dal vero fino a subire un distacco dalla realtà.

Una sera scrissi una specie di volantino dai toni a mio avviso -lascio comunque a voi giudicare- palesemente scherzosi, perché un vero uomo è conscio che la vita è una tragedia a campo corto ma una commedia a campo lungo e quindi sa ridere delle proprie sventure. In pratica nel volantino, premurosamente affisso in bacheca, si promettevano a pagamento una serie di aiuti agli iscritti assicurati dal consiglio direttivo: Il volantino è riportato qui sotto.

In breve si formò un capannello di persone in lettura mentre io, seduto alla scacchiera, attendevo si un avversario, ma specialmente i complimenti per il mio sottile umorismo. Fu estremamente indicativo che il primo che aveva finito di leggere, fattosi largo tra gli altri correi, si avvicinasse e invece di complimentarsi per le quattro risate suscitate, mi chiedesse estremamente serio (vi assicuro non scherzava ed anzi la smorfia sul viso denotava che era in pieno ragionamento analisi costi benefici) se i prezzi fossero trattabili.

Uno dei momenti di maggiore eccitazione al circolo, molto più di una visita di un Grande Maestro, è poi quello in cui si scopre che l’ultimo iscritto è avvocato di professione. Eh sì, perché allo scacchista medio nei momenti lucreziani di intervalla insaniae, non manca la consapevolezza dell’ineluttabilità di percorsi già scritti (se avete studiato bene una qualsiasi apertura sapete benissimo verso che tipo di struttura pedonale andate e quale sarà il mediogioco che vi troverete di fronte). Uno degli epiloghi possibili (probabili) del nostro comportamento è infatti il divorzio e sarebbe sciocco non arrivarci preparati. Avere un avvocato scacchista che è vicino al vostro dramma, che conosce i vostri peggiori incubi, che siede vicino a voi nella trincea, aiuta e dà se non altro una parvenza di tranquillità. Tanto per rimanere in storia di vita vissuta, fu sicuramente arguto da parte mia (a volte, raramente, anche io trovo la mossa da applausi) proporre all’avvocato D.Z. (ho detto che non faccio nomi, metto solo le iniziali, se lui legge si riconoscerà) una sorta di convenzione, in qualità di matrimonialista, riservata ai nostri associati. Tra l’altro, il professionista in questione, sembra ben scelto avendo in passato già difeso, con successo, un amico scacchista appunto in una causa di separazione.

Voglio comunque spezzare una lancia a favore delle nostre avversarie. Diciamolo, a volte noi scacchisti, spinti dalla passione, esageriamo e il voler cogliere sempre qualunque occasione propizia ci rende vulnerabili al cosiddetto fattore X. Una sera mi chiama un mio compagno di sventura (spero che mi legga perché oggi è in grado di sorridere ripensando all’evento) e mi invita a passare una serata in una birreria a San Lorenzo, ritrovo di alcuni scacchisti. Alla mia domanda sulla genesi di tanta inaspettata libertà mi racconta trionfante che deve andare a riprendere il figlio reduce da una festa di adolescenti all’1,30 di notte. La moglie, conscia dell’estremo sacrificio del consorte, peraltro prontamente ingigantito e reso quasi epico dal nostro eroe tramite sottolineatura della dura giornata di lavoro che l’attendeva l’indomani, gli aveva concesso di uscire prima a bersi una birra. Attenzione anche in queste occasioni lo scacchista sa che nel sottilissimo gioco delle parti è sempre meglio non citare la parola “scacchi”, la moglie comunque aveva già immagazzinato le due informazioni: birreria e scacchi (questa precisazione vi sarà utile nel proseguo).  Insomma il mio amico aveva mirabilmente portato a suo vantaggio l’affetto di una madre che per il bene di un figlio è disposta a qualsiasi cedimento. Mi complimento per l’ammirevole gestione della inattesa opportunità e acconsento, pur premettendo che non potrò rimanere con lui fino a ora così tarda (per me l’indomani era davvero una giornata difficile). Tutto procede secondo i piani: incontro in birreria, inizio della fase giocata e, passata la mezzanotte, mio annuncio che è arrivato il momento di rientrare. L’eroe che vuole assaporare, mai sazio, ogni minuto di quella droga che è la libertà, affermò invece la sua volontà di rimanere lì a giocare fino all’ una di notte con avversari occasionali, presenti nella birreria, in attesa di andare a recuperare il figlio. Vi dico ora come finì, considerate che io seppi il tutto solo la mattina dopo dallo sfortunato protagonista (che chiamerò signor P) e quindi è ipotizzabile che la versione sia stata un po’ edulcorata per coprire le proprie colpe.   Premetto che la birreria in questione è caratterizzata da mura spesse per cui i cellulari sono privi di segnale. Il sig. P, ebbro non di birra ma della sua libertà, continua a giocare dimentico di tutto, di tutti… e del figlio. Verso le 2 guardando per caso l’orologio si rende conto della tragedia. Sbianca, lascia la partita incompiuta (questo particolare sulla partita interrotta non mi fu riportato, ma come detto P probabilmente ha glissato sulle colpe peggiori), si alza di scatto e corre fuori verso la macchina promettendo sacrifici votivi agli dei e pregandoli di aver pietà di lui. Mancava solo un gruppo di coreuti che come nella tragedia greca rimarcassero il suo peccato di superbia.  Nel momento in cui esce torna ovviamente il segnale e il cellulare inizia a suonare come un flipper (l’immaginifico paragone è del sig. P): sono tutte le notifiche delle chiamate fatte dal figlio che dall’1,30 è in mezzo alla strada e non sa che fare e dalla moglie che, allertata dal figlio traditore, lo cerca mentre medita le più truculenti torture. La moglie intanto (questo me lo raccontò lei) non riuscendo a chiamare il cellulare del marito e avendo solo informazioni vaghe (“vado nell’attesa in una birreria San Lorenzo” mentre l’altra parola chiave “scacchi” l’aveva aggiunta di suo per default) inizia a cercare su internet “birreria scacchi” alla ricerca di un numero fisso. Ahimè la scarsa diffusione del nostro gioca comporta che i primi risultati dei motori di ricerca siano semplicemente birrerie che hanno il pavimento a scacchi… immaginatevi la faccia stupita dei gestori dei locali che verso le 2 di notte rispondevano alla telefonata di una donna esagitata che cercava uno che stava giocando a scacchi.

Tutto il racconto di cui sopra è per ammettere che anche noi a volte abbiamo le nostre colpe, ma è altrettanto vero che quasi sempre ci troviamo a combattere con avversari il cui odio per il nobil gioco è ormai sconfinato e rasenta la patologia.

Conosco uno scacchista che per più di un anno ha tenuto segreta la sua passione. La più cara amica della moglie infatti era a sua volta moglie di uno scacchista e tra amiche si sa come va: la seconda raccontava alla prima le inenarrabili nefandezze del marito e la sua colpevole trascuratezza, la prima rimarcava la sua completa comprensione per tale pena. Quando una volta il mio amico stava facendo outing, la moglie -ignara dell’atto di eroismo che stava compiendosi- se ne era uscita ricordando la storia dell’amica e esternando il suo odio per il “passatempo deficiente” del marito della sua amica. La tentazione di outing era subito e prontamente rientrata.

Altri hanno la sfortuna di avere la moglie sempre vigile e sul chi va là (sono le più difficili da trattare) e in grado quindi di rintuzzare qualsiasi tentativo di adescamento. Giocano posizionali, fanno della profilassi il loro mestiere e la loro capacità di prevenire qualunque attacco farebbe impallidire il miglior Petrosjan.  Il marito ti propone una vacanza in una località di mare? Lei pronta chiede se in quel posto è per caso previsto un torneo di scacchi. Tu inavvertitamente per dormire ti metti una vecchia t-shirt con un logo scacchistico? In pochi secondi, prima di comprendere nel suo insieme il meccanismo completo di causa effetto, ti ritrovi a dormire sul divano. Sono le più crudeli, quelle che riescono a punirti per ogni tua debolezza strutturale, che sfruttano ogni tua imprecisione nelle mosse. Tu hai il coraggio di dire solo il sabato sera che la domenica successiva “dovresti” giocare il Cis?  Lei, invece di comprendere il tuo dramma e le tue umane paure, che è un mese che cerchi il coraggio di dirlo, con falsa dolcezza satanica ti dice che l’indomani ha invitato la madre a pranzo… certo se lo avesse saputo prima… (ovviamente detto con un sibilo tra le parole che ti ricorda un cobra pronto all’attacco).    

Con la sagacia tipica dell’uomo emiliano un circolo di Bologna ha provato a ribaltare completamente il piano del ragionamento. Si veda la foto qui sopra. Il garbato tentativo di convincimento è in realtà una figura tipica della retorica classica, la cosiddetta  entimema.  Il retore avvia un processo di deduzioni partendo da premesse non necessariamente vere ma solo verosimili: premesso che il marito a casa vi dà fastidio, è un brontolone, perché voi mogli non lo portate al circolo? Il circolo a modico prezzo (il tesseramento) vi offrirà di fatto un servizio di babysitteraggio per alcune ore. Come si vede si decide di andare direttamente nelle file nemiche (le mogli) e prendere posizione. E’ una tattica ambiziosa, sembra un po’ il pedone bianco “e” che nella Alekhine corre da solo verso le file avversarie e ahimè il più delle volte è destinato a perire ed essere scambiato dopo poche mosse. Sono scettico infatti sull’usare al posto dell’inganno la retorica; di fronte alle nostre mogli per qualche inspiegabile motivo sembriamo sempre un balbuziente che stia discutendo con Demostene. Sono comunque curioso di conoscere i risultati e mi riprometto di telefonare al simpatico Presidente del circolo bolognese per un aggiornamento.

Se siete arrivati a leggere fino a qui le motivazioni possono essere solo due: o temevate di riconoscervi in qualcuno degli aneddoti che avrei elencato (e specialmente temevate che mi  sarei lasciato sfuggire riferimenti utili alla moglie per la sua prossima arringa accusatoria) o vi attendete ora, da chi apparentemente sembra essere esperto nel campo, non dico una soluzione definitiva, ma almeno qualche consiglio utile.

Purtroppo devo deludervi, sono un dilettante come voi e come voi sembro una scialuppa disastrata che lotta in mezzo ai marosi. Tutto quello che posso fare è aprirvi gli occhi su alcuni elementi fuori discussione, visto che l’abbiamo citata, i cosiddetti tekmeria della retorica classica: i fatti sicuramente veri e incontrovertibili.

  1. Gli scacchi sono uno sport invasivo e totalizzante perché presuppongono ore di studio, ore di partite. La tristezza è che più studi, più capisci il gioco, più lo capisci, più ti affascina per la sua complessità, più hai bisogno di tempo per approfondire
  2. La famiglia è una istituzione altrettanto invasiva e totalizzante e presuppone ore e ore di occupazione aggiuntiva

La contrapposizione è inevitabile e la ricerca dell’equilibrio complessa; l’ambizione di mantenere i due comparti separati e conviventi rischia di produrre una marea di bipolari.  Avete presente la barzelletta sul giocatore minacciato dalla moglie? Prima di un turno di un torneo un giocatore incontra un amico e gli svela la sua inquietudine: “domani devo giocare contro un forte avversario, mia moglie ha detto che si è stancata e che se vengo a giocare divorzia”. L’amico premuroso si informa: “e tu cosa hai deciso di fare?”. Breve riflessione del giocatore: “non so, ancora non ho deciso se aprirò e2-e4 o d2-d4 “  E’ il classico esempio di scollamento dalla realtà, stadio finale di un ineluttabile percorso di autodistruzione.

Volete affrontare razionalmente la problematica? Lasciate per un attimo scacchi e scacchiera da una parte, chiudetevi in una stanza, per par condicio lontano dalla moglie, e fatevi le due domande fondamentali: 1) posso fare a meno degli scacchi? 2) posso fare a meno di mia moglie? Avrete già colto che siamo nel più classico degli esempi del cosiddetto dilemma corneliano e se, come temo, le risposte saranno due no avrete la terribile esperienza di veder sprofondare la vostra vita nella tragica situazione dello zugzwang, esperienza che sicuramente avete già vissuto sulla scacchiera, allorché qualunque azione/mossa  pensiate non fa che peggiorare la vostra situazione  

Ivano Pedrinzani

10 ANNI…

10 ANNI…

Riflessioni di uno dei fondatori

a cura di Ivano Pedrinzani

Sono passati 10 anni.  Era il 7 novembre del 2009 quando un gruppo di tre amici dette vita alla Scuola Popolare di Scacchi (allora unicamente sezione della Polisportiva Roma 6 Villa Gordiani), inquadrando in una forma ufficiale e strutturata a quella che era, fino a quel momento, solo una passione delle ore di libertà.

Con gli occhi di oggi (chi scrive è uno dei tre qui sotto) devo dire che tutte le condizioni per una felice genesi erano presenti: una certa spinta a lavorare nel sociale di tutti e tre, figlia della propria formazione, quel pizzico di follia sempre utile quando ci si imbarca in situazioni nuove che non si è per nulla certi di sapere padroneggiare, la voglia di trovare forme di aggregazione.

I soci fondatori: Ivano, Paolo, Massimo. Presto (fortunatamente) si sarebbe unito un altro Paolo

Non lo sapevamo, ma eravamo portatori anche di due fattori aggiuntivi che al momento non consideravamo, perché ritenuti un dato di fatto non apprezzabile né misurabile, quasi scontati, ma che invece ci avrebbero condotto subito su un sentiero di crescita virtuoso e vorticoso, al di là di ogni aspettativa:

  1. l’estrema fiducia tra di noi (ricordo il formarsi della prima piccola cassa che nessuno voleva tenere perché vista come un impiccio)
  2. l’approccio dichiaratamente non lucrativo avendo ognuno di noi una propria vita lavorativa al di fuori di questo settore.

Potrebbe apparire riduttivo ma sono sicuro che quelli furono i due fattori principali che ci portarono in breve tempo ad eccellere nel panorama delle associazioni presenti sul territorio.

L’inaugurazione della Scuola

Da quel lontano 2009 molta acqua è passata sotto i ponti e sarebbe impossibile, oggi, ricordare tutti gli eventi, i corsi, i seminari, ma anche i problemi, le paure, che ci hanno visti protagonisti o -ancora più importante- ricordare le centinaia di bambini che abbiamo avviato al “nobil gioco” con corsi sia presso la nostra sede sia presso scuole pubbliche. Alcune tappe vanno però considerate fondamentali e sono indelebili o perché rappresentano il laboratorio dove è cresciuto il nostro know how, quello che ci ha permesso poi tutto il resto, o perché sono state il viatico per il nostro sviluppo che procedeva a gradini con periodici sussulti verso l’alto.

Con i nostri allievi in trasferta a Latina

Partiamo dal 2010 e dal Festival Internazionale di Farfa: è il primo grande evento che organizziamo. Doveva essere un semplice torneo di una domenica. Lo trasformiamo in un momento di incontro con le famiglie dei nostri allievi con visita guidata al Museo dell’olio, pranzo con una gigantesca tavolata presso un agriturismo, servizio navetta tra agriturismo e sede di gioco. Una mole organizzativa immensa ma anche uno splendido successo sia in termini sportivi (alta e qualificata la partecipazione al torneo) sia in termini di ritorni con le famiglie

Ottobre 2010, Festival di Farfa: organizzatori, giocatori e familiari tutti a mangiare in un agriturismo a metà torneo

Cinque anni dopo, siamo nel 2015, la Federazione inserisce la Scuola nell’ Albo ufficiale delle scuole di scacchi di 1° e 2° livello.  E’ il riconoscimento della bontà del lavoro fatto e qui il GRAZIE va a tutti gli istruttori che si sono avvicendati nelle nostre aule o nelle scuole  con corsi e seminari: dal GM Shytaj, ai Maestri Internazionali Piscopo, Aghayev, Tomescu, Seletsky, al Maestro Della Corte. Ma un grazie particolare va a quegli istruttori, forse dai nomi meno altisonanti, ma dalla grande sensibilità, a quei profili ovvero ideali per la crescita di un bambino che si affaccia per la prima volta a questo gioco. Pensiamo a Bonavena, con noi da sempre, da quando era un allievo, all’amico Prroj (l’unico che gioca le partite del Cis la domenica in pochi minuti perché deve correre a lavorare), al “prof” Fanelli e a tanti altri

Il GM Luca Shytaj tiene una lezione presso la Scuola

Ma torniamo al 2015; in quell’anno decidiamo di sgretolare la leggenda metropolitana sul  mondo degli scacchi visto come qualcosa di avulso dalla vita normale, quasi una riunione tra carbonari, un gioco che si svolge tra pochi adepti in scantinati polverosi. Succede per caso. L’attore Sebastiano Bianco vuole portare in teatro un testo di Stefan Zweig: la “Novella degli scacchi”. Da professionista qual è, non essendo un conoscitore del gioco, oltre a seguire un mio corso, ci chiede una consulenza tecnica per meglio capire ed interpretare il personaggio (protagonista della Novella) del “dottor B”, un misterioso individuo che, durante un viaggio in nave, sfida il Campione degli Scacchi Czentovic e che si scoprirà poi avere un passato tragico. Vittima dei tempi dell’Anschluss, per sfuggire all’annullamento della sua persona durante la prigionia nazista, il dottor B, in un passato che cerca di  rimuovere, si rifugiò negli scacchi passando giorni a giocare partite immaginarie contro se stesso. Il progetto ci piace e da semplici consulenti ci ritagliamo subito un posto di maggior coinvolgimento, con l’organizzazione, a fine spettacolo, di una partita alla cieca ovvero senza pezzi e con i giocatori che muovono tenendo a mente l’evolversi della posizione (esattamente come le partite del dottor B nel campo di prigionia). Mentre da dietro una tenda aggiorno tramite computer, al dichiarare della mossa, la posizione della partita proiettata su un grande schermo ad uso del pubblico, sul palco – spalle alla scacchiera- due nostri istruttori e amici: il Grande Maestro Luca Shytaj e il Maestro Alessandro Della Corte si affrontano nella partita … fortunatamente con animo ben diverso da quello che doveva avere il dottor B nel suo lager nazista.

La locandina de “L’ultimo Matto

Ma il 2015 rimarrà importante anche per un altro evento, ovvero l’insperata fortuna di trovare un compagno di viaggio. L’attività è cresciuta, i progetti sono tanti ma noi siamo sempre in tre. A pensare a tutto, a organizzare tutto. E proprio mentre ci interroghiamo su quanto potrà durare, sul fatto che forse ormai è il momento di decidere se proseguire o come proseguire spunta, come nella migliore tradizione dei film hollywoodiani, la cavalleria. Paolo, papà di uno dei bambini talentuosi dei nostri corsi, non solo ha voglia di fare, ma anche e specialmente lo spessore culturale e organizzativo per fare. Una fortuna inaspettata e un uomo in più con il quale dividere i sempre più numerosi impegni. Rinfrancati, l’ottica muta e si inizia a vedere il tutto con nuovi occhi

Paolo dirige la squadra in una delle iniziative “Scacchi in Piazza”

Il 2016 è l’anno della svolta. La scaramanzia dice crisi del 7° anno, la realtà sarà il concretizzarsi di due passi fondamentali. Siamo cresciuti, abbiamo tanti progetti e bisogno di sponsor; l’inquadramento solo come sezione di una Polisportiva inizia a starci un po’ stretto, Nasce così la Asd Scuola Popolare di Scacchi che, pur non rescindendo i legami con la Polisportiva, è la forma giuridico finale e autonoma del nostro cammino che presuppone però tante nuove problematiche di tipo amministrativo, legale, fiscale; un campo del tutto nuovo per noi, ma la voglia di studiare non ci manca.  Ora siamo pronti anche per dare vita al nostro progetto più ambizioso. A Roma da anni non si gioca più un torneo di levatura internazionale: scarso interesse dell’amministrazione pubblica, alti costi delle location che aumentano a dismisura il rischio per chi volesse cimentarsi nell’organizzazione. I dubbi anche fra noi sono tanti: siamo inesperti, ma qui rispunta quel pizzico di follia che fu l’humus nel quale germogliammo. Uno di noi (Massimo) si fa parte trainante e dove gli altri vedono ostacoli vede solo opportunità. I fatti gli danno ragione: si svolge il I Festival Internazionale di scacchi Roma Città Aperta che si confermerà uno dei tornei più importanti di Italia, l’unico a Roma in grado di assegnare norme. Fattore trainante è l’affiliazione a Csen, ente di promozione sportiva, che crede nel progetto. Il Centro Sportivo educativo nazionale si rileva il partner giusto per le nostre ambizioni: sa ascoltare, ha un budget da spendere per la promozione degli sport, ha voglia di investire negli scacchi. Ma quel che più conta il referente su Roma -Andrea Bruni- si dimostra essere sulla nostra lunghezza d’onda e avere le nostre stesse “sensibilità”. E’ sempre così: ruoli, associazioni, enti rimangono parole vuote e astratte; i contenuti, il carattere lo danno gli uomini che quei ruoli occupano, che quegli enti/associazioni dirigono. In Andrea troviamo qualcuno che occupa un ruolo dandogli consistenza. Il Festival 2016 sarà anche il primo laboratorio di questa collaborazione tra Scuola Popolare di Scacchi e Csen che prosegue ancora oggi.  

Festival Internazionale Roma Città Aperta: la grande sala gioco in allestimento

Lo organizziamo in un albergo a 4 stelle al Pigneto, uno dei quartieri simboli della movida romana e specialmente indimenticabile set all’aperto del neorealismo italiano; lo chiamiamo Roma Città Aperta perché al Pigneto fu girato il capolavoro di Rossellini e perché il nome ben riporta ai nostri concetti di accoglienza e fratellanza. Vengono a giocarlo  da 4 continenti e 31 nazioni diverse ed è un successo senza precedenti.  Alla fine tra i partecipanti conteremo 14 Grandi Maestri e 17 Maestri Internazionali. Tra qualche mese partirà la 4a edizione, e oggi possiamo dire che il Festival Roma Città Aperta è un evento ormai tradizionale nel panorama scacchistico italiano, e non solo, e che rimane di gran lunga il più importante torneo che si gioca a Roma.

Festival Internazionale Roma Città Aperta 2016: Il vicesindaco Frongia fa la prima mossa inaugurale per il  GM Zhigalko

Anche Il 2017 è caratterizzato da un evento fondamentale. Firmiamo un protocollo con il V Municipio e ci proponiamo come Scuola di Scacchi anche per i bambini dell’Infanzia.

La firma del Protocollo con il V Municipio

Non è una banalità, insegnare a bambini di 4-5 anni presuppone istruttori che siano più pedagoghi che scacchisti, strumenti che esulano dalla normale scacchiera da tavolo ma che siano più simili a gigantesche scacchiere da sistemare per terra dove permettere ai bambini di giocare … e rotolarsi. L’iter è lungo: occorre formare nuovi istruttori con l’organizzazione di un corso ad hoc, studiare i metodi applicati in altre città e in altre realtà, verificare gli aspetti assicurativi. Nell’ organizzazione  del corso ancora una volta sarà fondamentale la collaborazione con Csen ed il suo background in ambito formativo. Se Massimo con la firma del protocollo poserà la prima insostituibile pietra, sarà Paolo a coordinare e chiudere il progetto. Come al solito il miglior giudizio, l’unico non autoreferenziato, è quello degli utenti: le lodi di genitori e insegnanti della scuola a fine corso ci scaldano i cuori (e quest’anno siamo al secondo anno di attività anche in questo comparto).

Elena e Giulia, le prime due istruttrici della Scuola per l’Infanzia con il nostro Paolo

2018  Fin dall’iniziola Scuola decise di partecipare al Cis – campionato italiano a squadre- con anche più di un team, spesso comprendenti sia istruttori che allievi. L’approccio è sempre stato fortemente decoubertiniano, con l’aspetto agonistico che veniva oscurato da ben altre finalità: condividere emozioni, rafforzare -grazie alla presenza di un obiettivo comune- la vicinanza e lo spirito che ci unisce.  Nel 2018, complice anche la presenza in serie B di una squadra data dai più favorita,

Raggruppamento serie B, la formazione schierata contro Frosinone: Sibilio, Della Corte, Imbrogno, Bria

organizziamo il raggruppamento di due gironi: serie A2 e serie B. Ci sarà fatale l’ultima partita con una sconfitta che ci relegherà dal provvisorio primo al terzo posto. Non importa. L’anno prossimo saremo di nuovo lì a provarci, mantenendo sempre integro quell’approccio di puro divertimento che fa parte del nostro DNA.

E quando si parla di divertimento, di approccio scherzoso non possiamo dimenticare in che modo, tra pochi mesi, a novembre, festeggeremo il decimo anno di attività. Lo faremo come festeggiamo ogni anniversario da dieci anni a questa parte: con l’ormai tradizionale Torneo del Colesterolo (giunto appunto alla decima edizione). Soci fondatori e amici di più vecchia data si riuniranno per un week end nella mia baita in montagna dando vita, tra sbraciate di salsicce, bottiglie di vino e formaggi di qualità al più pazzo e ricco di aneddoti torneo chiuso che si possa immaginare.

Un momento del Torneo del Colesterolo: in primo piano Ivano con il musicista “Maestro” Ezio, a seguire il sommo Pardo contro Prof Fanelli e Presidente Massimo in un impegno impossibile contro l’oggi GM Luca Shytaj   

L’obiettivo sarà sempre il solito: evitare l’ultimo posto per sfuggire la cerimonia della consegna del cucchiaio e specialmente scampare ai lazzi e le prese in giro che accompagneranno per tutto l’anno (fino alla successiva edizione) lo sfortunato giocatore che porterà a casa il temutissimo feticcio.  Il tutto condito dalle battute fulminanti di uno degli amici della prima ora, una di quelle figure senza le quali la Scuola sarebbe diversa, sicuramente peggiore: l’amico Pardo detto per le

Torneo del Colesterolo: scontro al vertice tra il socio fondatore Massimo e il “sommo” Pardo.

sue perle di saggezza, che generosamente, e gratuitamente, ci elargisce, il Sommo

Il decennale deve essere un momento per guardarsi indietro, tirare le somme e pensare al futuro.  Ma specialmente un momento in cui cercare una morale a tutta questa storia.

La morale (almeno per me, ma sono sicuro di parlare per tutti) penso sia innanzi tutto una. Viviamo in un momento storico nel quale si è persa la voglia di aggregazione e si vive chiusi nei propri egoismi. Si è perso il bisogno di trasmettere idee e informazioni con l’incontro tra persone e si vive passivamente solo sulla rete e tramite quello che sulla rete (falso o vero che sia) viene più urlato. Si è smarrita la voglia di esprimere solidarietà e tolleranza (e anzi è visto come una colpa) e i vincenti sono coloro che non hanno pietà nel preservare i propri (spesso immeritati) privilegi.  Nel nostro piccolo pensiamo che la Scuola (intorno alla quale orbitano ormai in maniera stabile decine di persone) sia un esempio di dove possa portare questa voglia di aggregarsi che è l’associazionismo di base, questa voglia di passare il tempo insieme per confrontarsi, questa voglia di offrire un servizio spesso in situazioni di realtà di disagio fisico/economico. Non abbiate paura di affrontare ostacoli, non temete l’ignoto e provate a creare con le persone che avete più vicino qualcosa che aiuti voi e gli altri. 

Ivano Pedrinzani

Laboratorio di scacchi per l’integrazione sociale

Laboratorio di scacchi per l’integrazione sociale

Riceviamo e molto volentieri pubblichiamo la testimonianza di Rita Valentini

E’ terminato il secondo anno di corso di scacchi per mio figlio 10 anni con autismo senza compromissione cognitiva. 

L’anno scorso aveva seguito insieme ad un bambino coetaneo con la stessa condizione, mostrando molti progressi nel corso dell’anno. 

I due bambini avevano imparato le regole base immediatamente alla prima lezione: posizionamento della scacchiera e dei pezzi su di essa, nomi e movimenti dei pezzi, raggi di azione , valore e potenzialità senza nessuna difficoltà né esitazione. 

All’inizio mio figlio giocava muovendo solo uno scacco alla volta non esponendo un secondo pezzo se il primo non era perso, ciò perché per lui era estremamente difficile controllare il movimento e le posizioni di più pezzi contemporaneamente, questo era dovuto per lo più alla sua estrema attenzione per i dettagli che gli creava difficoltà nel controllare la globalità della scacchiera. Nel corso dei mesi, con la guida e i suggerimenti del maestro Paolo Andreozzi, ha iniziato ad utilizzare prima due pezzi e poi via via tre, quattro contemporaneamente, controllandone la posizione sulla scacchiera, la relazione con i pezzi avversari e un primo abbozzo di cooperazione tra due. Cosa rimarchevole considerando che si parla di bambini con autismo quindi con un debolezza nella teoria della mente. 

Sempre tenendo presente questa caratteristica di base delle persone con autismo è interessante sottolineare che all’inizio i due bambini giocavano l’uno di fronte all’altro consapevoli della presenza dell’altro, ma senza considerare le intenzioni reciproche; avendo chiaro che lo scopo del gioco è dare scacco matto al Re avversario, ma non concependo la necessità di considerare nel proprio gioco quello dell’altro. Con il tempo guidati e incoraggiati dal maestro inizialmente solo a prestare attenzione alle mosse avversarie, poi pian pano a chiedersene il motivo, infine a valutarne la potenzialità sul proprio gioco e a tenerne conto nella mossa successiva. In questo modo, del tutto naturalmente e divertendosi, i bambini si sono esercitati nel leggere e comprendere le intenzioni dell’altro e ad adattare la loro reazione in risposta ad esse. 

Sempre incoraggiati dall’insegnante, sperimentando delle varianti del gioco, si sono esercitati nella collaborazione per la vittoria. 

Visti i progressi e l’entusiasmo del bambino, abbiamo quest’anno ripetuto l’esperienza lavorando però per ampliare il gruppo e aprendolo anche a bambini a sviluppo tipico. Abbiamo formato un gruppetto di tre bambini che sono stati uniti ai tre iscritti al corso del centro che ci ospitava. Gli altri due bambini del gruppo, pur non avendo mai frequentato un corso conoscevano le regole base del gioco. 

La lezione aveva una durata di un’ora e trenta e rispetto all’anno precedente il corso è stato più tecnico. 

I bambini hanno seguito con costanza e con impegno e, sebbene avendo costituito un gruppo così eterogeneo non si sia potuto dedicare specifiche attenzioni e tempo alla relazioni e alla socialità come nell’anno precedente, del tutto naturalmente si è costituito un gruppetto affiatato che si è divertito a giocare e ha fruttuosamente imparato. Tutti i bambini sono in grado di giocare una partita con sufficiente competenza, sanno leggere e scrivere le mosse, risolvono problemi di scacchi anche di tre mosse e più. Hanno una discreta capacità di gestire la frustrazione che inevitabilmente nasce dal perdere una partita, chi più chi meno sono anche capaci di autocritica che permette di apprendere dagli errori. 

Hanno tutti imparato a salutarsi all’inizio di una partita e a ringraziare alla fine indipendentemente dal risultato nell’ottica del gioco come divertimento. 

Ho visto i bambini giocare con altri bambini anche al di fuori del contesto classe divertendosi. 

Va sottolineato che non ci sono stati problemi di integrazione di nessun tipo e i bambini hanno giocato e scherzato anche al di fuori della lezione. 

Hanno creato un simpatico spirito di gruppo, hanno cercato sinceramente di aiutarsi e supportarsi durante tutto il corso nonostante ci fosse tra loro una leggera competizione per mostrare la propria bravura che si manifestava essenzialmente in commenti per lo più spiritosi durante le partite. La mia sorpresa è stata quella di scoprire che questo spirito “goliardico” aveva contagiato anche mio figlio, altro effetto positivo inatteso. 

Infatti mio figlio è riuscito a relazionarsi con tutti i bambini del gruppo, a ben integrarsi, a scherzare e a giocare con gli altri durante e al di fuori delle lezioni e a stringere delle amicizie che proseguono anche a corso terminato. Già questo da solo è un risultato straordinario, frutto di un lavoro costante e integrato portato avanti in questi due anni su più fronti e in tutti gli aspetti di vita del bambino e nel quale il corso di scacchi, sotto la sapiente, competente e attenta guida del maestro Andreozzi, è stato di rinforzo e notevole bacino di sviluppo. 

Dal punto di vista tecnico è molto migliorato, questo gli ha permesso di riuscire a terminare le partite anche con delle vittorie producendo degli effetti benefici sulla sua autostima. 

Il gioco gli ha fornito la possibilità di esercitarsi nel comprendere le motivazioni e le intenzioni dell’altro, in un contesto ludico e amichevole in rapporto 1 a 1, ma anche di apprezzare i risultati di un gioco di squadra quando dovevano collaborare ad esempio giocando in due contro il Maestro. 

La consapevolezza di riuscire e la competenze acquisite gli hanno permesso di affrontare le sconfitte senza sentirsi eccessivamente frustrato, ma riflettendo sulle ragioni del “fallimento” per cercare di correggersi. 

E’ molto bravo nell’individuare le sequenze per dare scacco negli esercizi che gli vengono proposti, al contrario nel medio gioco ha più difficoltà, costruire una strategia gli è ancora difficile e tende ad avere un gioco molto conservativo. 

Ha imparato facilmente le notazioni per poter trascrivere o leggere una partita di scacchi ed ora è perfettamente in grado di utilizzarle. 

Ha fatto esperienza di partite a tempo con l’uso dell’orologio, questo ci ha dato e ci darà l’opportunità di farlo esercitare spontaneamente e con una forte motivazione sulla gestione del tempo. 

La sua capacità di “leggere” le intenzioni dell’altro e di adattarsi è molto migliorata, anche questo un notevole risultato preparato su più fronti per lungo tempo e manifestato spontaneamente in ambito di gioco. 

Allo stesso modo abbiamo visto manifestarsi una spontanea empatia per i compagni in difficoltà a cui si è spinto in alcune occasioni a dare consigli “tattici”. 

All’interno delle lezioni, con la disponibilità e la collaborazione del Maestro, ha potuto persino esercitarsi nel prendere appunti: operazione per lui affatto banale, la cui descrizione meriterebbe un capitolo a parte. 

Nel complesso una esperienza positiva e molto fruttuosa sotto diversi aspetti che speriamo di proseguire ed espandere. 

Un sincero ringraziamento a quanti hanno collaborato alla realizzazione di questo piccolo progetto: il Maestro Paolo Andreozzi della Scuola Popolare di Scacchi, La Fondazione Una Breccia nel Muro che lo ha patrocinato, l’Associazione Insieme per Fare che ci ha ospitato, il Gruppo Asperger Lazio O.D.V. che ci ha supportato e tutti i genitori che si sono impegnati ad accompagnare e magari aspettare per due ore ogni venerdì per mesi i bambini. 

L’arte del judo e il gioco degli scacchi

di Stefano Innocentini

Per gentile concessione dell’Autore, Socio di questa ASD, riprendiamo l’articolo pubblicato nel suo blog www.iltuoapprofondimento.it

La prima volta che sono salito sulla materassina (tatami, in giapponese) avrò avuto circa dieci anni.

Ricordo ancora quanto dovetti insistere con i miei genitori che proprio non ne volevano sapere di farmi praticare questo sport, all’epoca ancora semi sconosciuto (erano gli anni ’60 ) poiché avevano paura che mi potessi fare male.

Nonostante tutto riuscii a spuntarla e con mia immensa gioia iniziai la pratica di questa bellissima e nobilissima arte marziale proveniente dal Giappone.

Purtroppo la palestra (era una palestra del dopolavoro dei dipendenti del Comune di Roma), chiuse dopo un anno e solo da adolescente, qualche anno dopo, ne trovai un’altra che mi piacesse.

Si trattava della storica palestra Audace, in Via Frangipane (Roma) dove iniziai peraltro a gareggiare come agonista sotto la guida del M° Aureli.

Dopo qualche anno, una serie di vicissitudini tra le quali il lavoro, che mi portò a fare da spola tra Roma e Firenze, mi costrinsero a sospendere la pratica del Judo ma, intorno al 1983, dopo essermi sposato e andato a vivere nella zona est di Roma, mi iscrissi al Nettuno Club dove insegnava il M° Umberto Foglia.

Pur essendo ancora giovane e potendo quindi gareggiare, feci la scelta, condivisa anche dalle idee del M° Foglia, di non lasciarmi prendere da un agonismo esasperato bensì di vedere il Judo per quello che realmente è: uno sport che lancia un messaggio altamente educativo che, se colto, può migliorare il modo di vivere e di essere del praticante.

Infatti, se un insegnante prepara l’allievo solo dal punto di vista agonistico, nel tempo probabilmente avrà creato un bravo atleta ma non per questo avrà contribuito a creare una persona migliore.

Pertanto, ricominciai innanzitutto ad allenarmi moltissimo (quasi tutti i giorni) ma principalmente per il piacere di farlo, lontano da finalità esclusivamente agonistiche.

Ricominciai anche a gareggiare ma sempre dando un’importanza relativa al risultato, ovvero, per me era importante gareggiare per il piacere di farlo e consideravo la gara un momento di verifica: se vincevo un combattimento voleva dire che in palestra avevo lavorato bene ed ero migliorato, mentre se perdevo, questo stava a significare che qualcosa andava rivisto e avrei potuto fare meglio la prossima volta.

Nel frattempo erano nati i miei due figli Simone, nel 1985 e Luca, nel 1989.

Il più grande, che ogni tanto mi accompagnava in palestra per assistere agli allenamenti, rimase affascinato da questa disciplina sportiva e mi chiese di iniziarla anche lui.

Lo seguì, dopo qualche anno, anche Luca e ci ritrovammo tutti e tre sul Tatami, seppur in orari e turni diversi ma con la medesima passione.

Nel 1993 avvenne un fatto straordinario che rappresentò per me un grande onore: l’allora Presidente della FILPJ (attuale FIJLKAM) Matteo Pellicone, dopo aver preso visione del mio curriculum di Judoka, decise di conferirmi “Motu Proprio” la Cintura Nera 1° Dan di Judo “Quale riconoscimento della Sua pluriennale attività e dei meriti da Lei acquisiti nell’ambito del Judo italiano”

Questo riconoscimento, che per qualcuno avrebbe potuto rappresentare un punto di arrivo, ebbe su di me l’effetto di incoraggiamento a proseguire nell’attività judoistica.

Fu così che, trascorsi gli anni necessari per passare di Dan, sostenni l’esame per secondo Dan.

In quest’occasione però, essendo la mia palestra affiliata ad un Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal CONI, si trattò non del grado Federale ma del grado CSEN (fermo restando che il programma d’esame è uguale).

Nel frattempo avevo avuto il piacere di conoscere il Maestro Benemerito di Judo Alberto Di Francia e cominciai a frequentare la sua palestra (Judo Preneste –Sito Internet www.judopreneste.com).

Ogni sabato mattina suo genero, il M° Nicola Ripandelli e il M° Franco Sellari, tenevano presso il Judo Preneste dei corsi di Kata, la cui conoscenza mi era già stata necessaria per il sostenimento dell’esame presso lo CSEN.

Questi corsi erano però particolarmente professionali e decisi di frequentare il Judo Preneste per prepararmi anche all’esame Federale (sempre per il secondo Dan) e inoltre all’apposito corso di preparazione presso il Comitato Regionale Lazio FIJLKAM.

Qui, per capire meglio, bisognerebbe fare una precisazione: tutti i gradi ottenuti presso la FIJLKAM sono automaticamente riconosciuti dagli Enti di Promozione Sportiva del CONI mentre tutti i gradi degli Enti di Promozione Sportiva del CONI non sono riconosciuti automaticamente dalla Federazione Italiana Judo Lotta Karate Arti Marziali (FIJLKAM).

In buona sostanza, manca la reciprocità e a mio avviso bisognerebbe fare qualcosa per colmare questa lacuna. Per questo motivo mi sottoposi nuovamente all’esame per secondo Dan (questa volta Federale), che ottenni nel 2002.

Successivamente, desideroso di insegnare questa disciplina, partecipai al corso per istruttori di Judo dello CSEN (del quale ero già allenatore e arbitro regionale) e approfittai dell’occasione per sostenere anche l’esame di 3° Dan.

Nel frattempo anche i miei figli proseguivano nella pratica del Judo diventando entrambi cintura marrone.

Luca però, decise di sospendere tale disciplina fermandosi, appunto, a tale grado.

Simone, il più grande, nonostante alcuni gravi infortuni avvenuti in fase di allenamento, intese proseguire guadagnandosi in gara la cintura nera 1° Dan.

Io nel frattempo mi dilettavo nell’attività di insegnamento e creai anche un’Associazione culturale denominata CISAM (Centro Italiano per lo Studio delle Arti Marziali) di cui fui nominato Presidente e che affiliai allo CSEN.

Inoltre mi dedicai a scoprire anche un’altra Arte Marziale, l’Aikido, del quale sono cintura marrone.

La mia passione, però, era e resta il Judo e in tempi recenti, dopo aver frequentato un apposito corso Federale, sono diventato Presidente di Giuria regionale della FIJLKAM.

Questo è, in estrema sintesi, il mio curriculum sportivo.

Per quanto riguarda invece gli scacchi, anche in questo caso si tratta di una passione di vecchia data che iniziò quando avevo tredici anni ovvero nel 1972.

All’epoca, infatti, si svolse a Reykjavik, in Islanda, il campionato del mondo di scacchi passato alla storia con l’appellativo di “Incontro del secolo” tra il detentore del titolo Boris Spasskij (U.R.S.S.) e lo sfidante Bobby Fischer (U.S.A.).

L’incontro, che si disputò tra l’11 luglio 1972 e il 3 settembre 1972, fu vinto dall’americano per 12,5 a 8,5.

Eravamo in piena “guerra fredda” e l’incontro ebbe una risonanza mondiale anche perché, per la prima volta, fu trasmesso in televisione.

Ricordo ancora che io, alla fin fine piccolino, lo seguii con grandissima attenzione e passione arrivando anche ad acquistare alcuni manuali (oltre a una scacchiera, naturalmente).

Purtroppo però non riuscii a trovare un circolo scacchistico vicino casa e pertanto dovetti, per forza di cose, abbandonare l’idea.

Tra l’altro, forse non avrei avuto il tempo materiale di inserire anche questa passione nella mia routine quotidiana visto che studiavo pianoforte presso il Conservatorio di Musica Santa Cecilia di Roma dove tra l’altro superai egregiamente sia la prova di ammissione (sembra strano ma per essere ammessi a studiare uno strumento bisognava dimostrare di saperlo già ben suonare) che, dopo qualche anno, il difficile esame di solfeggio e teoria musicale.

Adesso, che ho sessant’anni e sono finalmente in pensione, sto piano piano ritrovando il piacere di dedicarmi a tanti hobby (o se vogliamo usare il plurale – cosa normalmente sconsigliata – potremmo dire hobbies).

Per quanto riguarda il Judo, dopo una vita trascorsa sul Tatami, ho fatto la scelta di sospenderlo anche per motivi di salute.

Per ciò che concerne il pianoforte, mi diletto a suonarlo quando ne ho voglia e tempo a casa visto che ho un ottimo pianoforte acustico verticale.

Ma dopo tantissimi anni, grazie anche al prezioso aiuto di internet, ho trovato vicino a casa mia un bellissimo circolo degli scacchi (Scuola Popolare di Scacchi) aderente alla Federazione scacchistica italiana (F.S.I.) dove vengono svolti corsi, tornei e ci si può mettere alla prova e conoscerci meglio giocando liberamente il martedì sera.

Finalmente, quindi, dopo circa quarantasei anni sto ritrovando il piacere di avvicinarmi a questa disciplina anche se, per ovvi motivi, sono per forza di cose un principiante.

Nonostante tutto ho partecipato con successo al corso per Istruttore Scolastico Divulgativo promosso dalla Federazione Scacchistica Italiana (aderente al C.O.N.I.).

Frequentando la Scuola Popolare di Scacchi ho avuto modo di constatare che molti scacchisti non solo hanno una formazione scolastica superiore (ovvero diplomati ma, ancor di più, laureandi o laureati) ma spesso provengono da studi di tipo scientifico (non di rado matematica e fisica) il che sembrerebbe avvalorare la tesi secondo la quale esiste un forte legame tra razionalità, calcolo e gioco degli scacchi.

Ma da poco ho scoperto che esiste anche una forte relazione tra scacchi e musica.

Tra l’altro sono numerosi i musicisti appassionati di scacchi nonché ottimi giocatori.

Si possono citare, a titolo d’esempio:

– Francois Philidor (scacchista eccelso del ‘700 ma anche musicista di corte);

– Vasily Smyslov (cantante d’opera);

– Sergei Prokofiev (abile compositore e provetto scacchista);

– Maurice Ravel (1875-1937 – musicista molto noto, tra l’altro per il ‘Bolero’ composto nel 1928);

– Robert Alexander Schumann (compositore, pianista e critico musicale tedesco). Tra l’altro, Schumann scrisse: “Nella musica è come negli scacchi. La regina (melodia) ha il massimo potere, ma il colpo decisivo dipende sempre dal re (armonia)”.

– Ennio Morricone (direttore d’orchestra e compositore di colonne sonore per film);

Ma anche nell’ambito della musica leggera molti artisti sono (o sono stati) anche dei buoni giocatori.

Anche in questo caso possiamo citare, sempre a titolo di esempio:

– Luigi Tenco;

– Fabrizio De André;

– Enrico Ruggeri;

– Max Pezzali;

– Jovanotti;

– Francesco de Gregori

Molto si è scritto sulle similitudini tra le due discipline e quindi non voglio addentrarmi e invito chiunque intenda approfondire di farlo attraverso la lettura di numerosi testi sull’argomento (molto materiale è anche reperibile su internet).

Comunque sembrerebbe che in entrambe le discipline entrino in gioco gli stessi processi cognitivi.

Poi non dimentichiamoci che tutte e due richiedono impegno, dedizione, sacrificio.

Un pianista professionista, per prepararsi ad esempio a un concerto per pianoforte e orchestra, studia mediamente nove ore al giorno alternando esercizi come scale e arpeggi, all’approfondimento della partitura e questo identico sacrificio lo ritroviamo anche negli scacchi in quanto i professionisti, per gareggiare ad alti livelli, devono sottoporsi a una rigorosa disciplina pena la perdita del titolo precedentemente conquistato.

Ad ogni buon conto, anche nello strumento (ad esempio il pianoforte) la stessa improvvisazione (sia che si parli di Blues che di Jazz), segue delle regole ben precise di armonia e quindi richiede un approfondito studio per essere messa in pratica.

Esiste tra l’altro una relazione molto stretta tra la musica e la matematica e quindi un accostamento tra quella che è razionalità e sentimento.

Ad esempio, nel suonare il pianoforte (che è uno strumento percussivo) si pigiano con le dita i tasti che a loro volta mettono in moto dei martelletti che percuotono le corde emettendo un suono.

Se noi immaginiamo di tendere una corda e mettere un ponticello esattamente alla metà, otterremo due suoni identici ma con ottave diverse (uno più grave e l’altro più acuto).

Se poi questo ponticello lo mettiamo ad esempio a 2/3 otterremmo un suono che è equivalente alla quinta della nota precedentemente suonata (se la prima nota era un Si bemolle, avremo quindi la sua quinta ovvero un Fa).

Mettendolo a ¾ avremmo un intervallo di quarta (in questo caso un Mi bemolle).

La musica si incontra con la matematica anche nella ritmica ovvero, ad esempio, una misura di 4/4 è suddivisibile in ottavi che a loro volta possono essere suddivisi in sedicesimi e questo ci fa capire la stretta relazione tra le due discipline.

Naturalmente poi nell’esecuzione intervengono altri fattori come ad esempio delle pause, dei momenti più forti e altri meno forti, ma la scansione delle misure sarà sempre e comunque quella basata su concetti matematici.

Se poi parliamo delle scale musicali (prendiamo a prestito la scala di do maggiore), la sua costruzione è suddivisa in toni e semitoni e, più precisamente, due intervalli di tono tra il Do e il Mi (Do – Re e Re- Mi) un semitono (tra il Mi e il Fa) e infine altri tre toni e un semitono.

Quindi i musicisti sanno perfettamente che una scala maggiore è composta da 2 toni e 1 semitono nonché da 3 toni e 1 semitono.

Preferisco al momento fermarmi qui sulla relazione tra scacchi, matematica e musica perché desidero ora approfondire un altro argomento che mi sta molto a cuore ovvero la relazione tra gli scacchi e il judo.

Spesso ho sentito descrivere la lotta di Judo come una partita a scacchi in movimento.

Non mi ero mai soffermato molto su questa descrizione ma da quando frequento il mio circolo di scacchi, devo dire che in effetti vi sono molte similitudini.

La cosa che immediatamente salta all’occhio è che in entrambe i casi si tratta di un combattimento che, seguendo determinate regole, porta uno dei due contendenti alla vittoria, alla sconfitta oppure al pareggio.

Negli scacchi si deve riuscire a fare prigioniero il Re tramite lo scacco matto e nel Judo si deve riuscire a sconfiggere l’avversario oppure costringerlo alla resa.

Tecnicamente il Judo può essere definito come un metodo d’educazione fisica e mentale basato su una disciplina di combattimento, d’attacco e difesa, a mani nude.

La stessa cosa però accade nel gioco degli scacchi in quanto viene simulata una battaglia tra il bianco e il nero.

Il Prof. Jigoro Kano, creatore del judo amava dire ai suoi allievi:

“Solo dopo aver tanto combattuto, così da arrivare al di là della nozione di vittoria e di sconfitta, si aprono le porte di una visione d’amore nella vita. Il combattimento di Judo è come una vaccinazione contro la violenza: la si affronta a piccole dosi, la si vince dentro se stessi e infine si acquista la capacità (o la saggezza) di riflettere nelle diverse situazioni della vita”.

Esistono poi delle similitudini che si trovano proprio nel corso dell’allenamento e nella gara.

Ad esempio nel Judo è fondamentale salutare rispettosamente il Tatami, in quanto luogo della pratica, il Maestro e, ancor di più, i compagni di allenamento oppure l’avversario in gara (questo avviene all’inizio del combattimento ma anche alla fine).

Negli scacchi c’è meno formalità ma prima di un incontro si usa stringere rispettosamente la mano dell’avversario e augurargli di fare una buona partita.

Nel Judo poi, nel corso dell’allenamento, non è solo il Maestro che insegna agli allievi ma ogni atleta con cintura di grado superiore è tenuto a correggere gli errori che nota nel compagno meno esperto.

Questa modalità di incontro la sto trovando anche nel mio Circolo e mi sta aiutando a crescere in modo non indifferente.

Sovente mi sono trovato a giocare con qualcuno più esperto (diciamo che nei circoli si trovano facilmente persone veramente preparate che giocano a scacchi da anni e hanno anche esperienza di gara) e i loro consigli sono preziosi al pari di qualsiasi lezione teorica.

Un’altra realtà che non mi aspettavo di vedere è la forte partecipazione alla vita del circolo di bambini e/o ragazzi che, iniziando da piccoli, potranno sicuramente diventare dei giocatori molto forti da adulti.

Inutile dire che questa attenzione nei confronti dei bambini e ragazzi esiste anche nelle palestre dove si pratica il Judo.

Negli scacchi poi esiste molta teoria, con lo studio approfondito delle aperture, del medio gioco e dei finali e poco viene lasciato al caso (anche se naturalmente il giocatore esperto saprà creare qualche cosa di nuovo nel corso di una partita).

Nel Judo la realtà è simile in quanto esiste uno studio approfondito delle tecniche di attacco, di quelle in combinazione, delle contro tecniche e della difesa.

L’atleta di Judo normalmente segue una sua strategia e, nel corso del combattimento, cerca di preparare il terreno per mettere in atto il suo Tokui-waza (ovvero la tecnica preferita, il suo speciale).

Naturalmente più l’atleta è esperto e maggiore sarà il bagaglio di conoscenze che lo porteranno a vincere seguendo anche il suo istinto.

Lo stesso accade negli scacchi in quanto sono ben forti i concetti di strategia e tattica.

Molto conta anche il lato psicologico che è fondamentale sia nel Judo che nel gioco degli scacchi.

Nel Judo più l’atleta è esperto e maggiore è la sua percezione della psicologia dell’avversario. Questo potrà tornargli utile nel corso del combattimento per capire non solo con quale tecnica attaccare ma anche il giusto momento e le falle nella difesa avversaria.

Niente di più simile di quello che accade quando ci si siede di fronte a una scacchiera.

Un’ultima considerazione desidero farla circa la resa.

Infatti l’obiettivo del combattimento e quello principalmente di proiettare l’avversario facendolo cadere con la schiena sul tatami ottenendo una vittoria immediata (esistono comunque anche dei punteggi intermedi) ma si può vincere anche attraverso le cosiddette tecniche di controllo.

Le tecniche di controllo consistono in una immobilizzazione al suolo o “presa” (osae komi waza), una tecnica di lussazione o “leva” sul gomito (kansetsu waza) o uno strangolamento (shime waza).

In questo caso ho notato una differenza tra le due discipline nel senso che spesso anche grandi giocatori di scacchi, quando ritengono di non poter più proseguire il gioco, lo abbandonano dichiarandosi sconfitti tramite la resa.

Nel Judo, invece, la resa è praticamente immediata quando si sta subendo una tecnica di lussazione o “leva” sul gomito (kansetsu waza) o uno strangolamento (shime waza).

Nessuno vuole che gli atleti si procurino danni e quindi chi sta subendo una leva articolare oppure uno strangolamento potrà (anzi dovrà) battere due volte la mano sul tatami (oppure anche con il piede se gli arti superiori sono bloccati) o anche o dicendo maitta, che in giapponese significa “mi arrendo”

Per quanto riguarda invece l’immobilizzazione al suolo, l’atleta ha un certo numero di secondi per cercare di liberarsi e sono frequenti i ribaltamenti di fronte proprio in questa fase del combattimento dove da immobilizzato si può diventare colui che immobilizza.

È per questo che faccio un po’ di fatica a concepire la resa negli scacchi in quanto vi sono molte opportunità per arrivare a una patta ad esempio per stallo oppure per ripetizione di mosse o anche per scacco perpetuo.

Certo, se si fronteggia un avversario esperto sarà ben difficile indurlo nell’errore ma ritengo, a mio modesto avviso, che potrebbe sempre valere la pena tentare.

Spero che queste mie riflessioni siano gradite e attendo volentieri dei commenti costruttivi per crescere sempre di più nel mondo degli scacchi.

Una giornata particolare

Il 16 febbraio si è tenuto un torneo amichevole con alcuni dei piccoli allievi delle scuole presso cui operiamo. In un contesto festoso, abbiamo ospitato circa 40 bambini con le relative famiglie. Ecco il commento del nostro istruttore Domenico Bonavena

Lavoro da un po’ di tempo come istruttore di scacchi e in questi anni ne ho viste tante, ma questo aneddoto mi ha divertito tanto che mi è rimasto: un giorno ero andato in una scuola ad insegnare e mentre aspettavo che i bambini arrivassero una cosa attirò la mia attenzione. Fissata con del nastro adesivo alla parete trovai una vignetta, probabilmente appesa lì da un insegnante che immagino volesse manifestare tutto il suo scontento come un moderno Martin Lutero per aprire gli occhi e svegliare le coscienze di colleghi e genitori (o forse sono io ad esagerare un po’ e l’insegnante in questione voleva solo essere divertente).

Il titolo della vignetta era “lavori che richiedono molto coraggio” ed era formata da tre scenette: nella prima vi era un pompiere intento a spegnere un incendio, nella seconda un artificiere che sudando nervosamente tentava di disinnescare una bomba, e nell’ultima una maestra alle prese con una classe di piccoli selvaggi che mettevano a soqquadro l’aula mentre lei tentava disperatamente di fermarli. Con l’esperienza mi accorsi di quanto avesse ragione chiunque l’avesse disegnata. A volte è veramente duro tentare di insegnare o semplicemente tenere a bada una classe. Eh sì, perché, per quanto i bambini siano piccoli e adorabili, quando sono in tanti acquisiscono una forza che li rende inarrestabili!

C’è una cosa che però la vignetta non diceva, e cioè che ci sono momenti  che ti ripagano di tutti le volte che sei stato costretto ad alzare la voce e a cercare di far star buone quelle piccole canaglie dal sorriso contagioso, momenti  che ti ridanno con gli interessi quello che hai dato durante anni di lavoro. Ci sono giorni in cui qualcuno ti guarda negli occhi dal basso verso l’alto, e che dopo essersi sentito dire “bravissimo! Mi è piaciuta tantissimo la tua partita!” ti risponde con una semplicità di cui solo i bambini sono capaci dicendo “ho fatto solamente quello che ci hai insegnato tu”.

Ci sono bambini che ti dicono “io l’anno prossimo finirò questa scuola, ma voglio continuare a fare scacchi con te”.

E poi, di recente, c’è stata questa  giornata che non mi sarei mai aspettato e che forse non dimenticherò mai: sabato 16 febbraio con il torneo organizzato per loro dalla Scuola Popolare negli ampi e comodi spazi del Centro Anziani di Villa Gordiani. 40 partecipanti!  Vi confesso che c’è mancato poco, ma mi avete quasi fatto commuovere e fatto scappare una lacrimuccia. Non avevo idea di quanti di voi si sarebbero presentati, quanti di voi avrebbero partecipato con entusiasmo e quanti sorrisi mi avrebbero salutato al mio arrivo. È vero, da questo articolo vi sareste aspettati magari un discorso su quanto sia importante che loro conoscano gente nuova, che facciano queste esperienze e che imparino i valori della sportività e del rispetto delle regole. Tutto questo è vero e innegabile, ma cercando di scrivere questo resoconto tutto ciò che sento di voler dire è grazie. Grazie a chi mi guarda e mi ascolta come se si aspettasse che io dica sempre la cosa giusta e di imparare un sacco di cose. Grazie alle tre persone che tanti anni fa mi hanno incluso nel loro circolo ed introdotto in questo campo, dandomi la possibilità di fare questo bellissimo lavoro. E infine, grazie a chi mi affida ogni settimana quello che ha di più prezioso al mondo, dandomi l’occasione di veder crescere queste piccole personcine. Insomma, grazie a tutti per la vostra fiducia e per aver reso questa fra le tante giornate “una giornata particolare”.

A San Lorenzo si gioca a scacchi!

Premiazione dei partecipanti al corso presso la Parrocchia di Santa Maria Immacolata e San Giovanni Berchman

a cura di Vincenzo Costabile

Si è concluso ieri, un ciclo di lezioni di scacchi per bambini principianti ospitato dalla Parrocchia di S. Maria Immacolata e San Giovanni Berchman, nel cuore dello storico quartiere romano di San Lorenzo, che abbiamo tenuto in 3 istruttori: il sottoscritto, Maurizio Di Mascolo ed Andrea Bruni (coordinatore). Siamo alla seconda edizione di una iniziativa fortemente richiesta da alcuni genitori che in un primo tempo hanno contattato e messo in comunicazione il direttore della Scuola Popolare di Scacchi (Paolo Andreozzi) ed il Parroco (padre Antonio), poi si sono assicurati che il corso partisse davvero, infine hanno fatto girare la voce nei circuiti whatsapp dei genitori assicurando una folta partecipazione di circa 20 bambini ogni volta. Sia Paolo che padre Antonio erano felicemente sorpresi di questa determinazione, in particolare il Parroco ha creato le premesse migliori (locale spazioso e silenzioso) per avviare il nostro lavoro da educatori.

Abbiamo diviso la classe in due gruppi, uno con i più piccoli, per la prima volta alle prese con il complesso mondo degli scacchi ed un altro gruppo con ragazzini più grandi, che peraltro avevano già partecipato al corso precedente. Mantenere l’ordine e il silenzio non sempre è stato semplice, ma era un fatto comprensibile visto che gli alunni uscivano da una intera giornata scolastica con il desiderio in definitiva di divertirsi. E noi istruttori abbiamo assecondato la loro richiesta di “giocare” in senso stretto: abbiamo evitato il più possibile lezioni frontali facendo giocare le partite in modo “guidato”, impartendo le regole del gioco ed i rudimenti tattici direttamente sul campo.

Ciò che spero di avergli trasmesso, più che le regole e le tecniche è la passione per questo nobile gioco, che li condurrà a impegnarsi di più nel tempo e poi chissà un giorno prendere parte a competizioni agonistiche. Ricordo con estremo divertimento quando gli ho annunciato che era in corso la sfida per il Campionato del Mondo tra due ragazzi e loro in coro mi hanno risposto “Ah sì? Ma noi quella non la dobbiamo fare!”. Il mondo dei bambini è un mondo magico, pieno di fantasia e divertimento semplice, innocente e spontaneo. Il mondo degli scacchi è un mondo di logica scientifica, ma anche di fantasia, creatività e gioco. L’auspicio è che attraverso la dimensione ludica i bambini acquisiscano gli strumenti intellettuali che gli consentano un migliore rendimento scolastico o più in generale per affrontare la vita. Noi lo diciamo sempre, perché è dimostrato e lo sperimentiamo, lo studio degli scacchi allena la memoria, la capacità di concentrazione e favorisce i comportamenti prosociali tra i giovani.

Come accennato, quando si è trattato di tenere delle lezioni a dei bambini di quella età non è stato semplice mantenere viva l’attenzione dei bambini più piccoli ed anche il dizionario scacchistico non sempre era loro accessibile. Ed allora occorre fare qualche compromesso. Ho spiegato lo scacco matto ad uno dei più piccoli e lui mi ha risposto “Ah sì, perché qui la regina imbruttisce il re!”. Una definizione direi “creativa” di scacco matto.

Nell’ultima giornata si è svolto un doppio torneo (quello dei più grandi e quello dei più piccoli) che ha visto gli allievi impegnarsi e divertirsi e al termine del quale hanno tutti ricevuto una medaglia e un attestato di partecipazione (ai primi dei rispettivi tornei, una coppa).

Il corso è durato solo 10 lezioni avendo carattere soprattutto motivazionale, i genitori si sono dichiarati soddisfatti dell’impegno dei figli ed hanno espresso il desiderio di farlo continuare: padre Antonio ha immediatamente assecondato la loro richiesta e stiamo ora organizzando un nuovo ciclo di lezioni un pochino più tecnico (primo incontro mercoledì 31 gennaio 2019) sempre nella stessa sede.

Cercheremo di fare del nostro meglio per insegnare ai bambini la disciplina scacchistica nella pratica e nello studio, ma senza che tradiscano la loro natura giocosa e fantasiosa, facendo nostra la massima di Richard Teichmann (forte giocatore tedesco di fine ottocento) “Un giocatore di genio è colui che sa trasgredire le regole al momento opportuno”.    

Un Festival aperto al mondo

Chiusa con successo la terza edizione del Festival Internazionale Roma Città Aperta.

a cura di Andrea Giovannelli

 

Lasciata Vignola, siamo a Roma, una delle città più belle del mondo. In particolare ci troviamo al Pigneto, quartiere multiculturale, cambiato molto negli ultimi anni e che oggi è un quartiere giovane e trendy. Location ideale del Neorealismo, fu girato qui “Roma città aperta” di Roberto Rossellini. E il nome di quel film dà il nome a un Torneo internazionale di scacchi giunto quest’anno alla terza edizione. Il Torneo di scacchi più importante a Roma oggi.

Sembra ieri che si era concluso il mio ultimo turno, Open C, sconfitto da Riccardino Grammatico, dopo più di quattro ore di gioco. Il primo torneo ufficiale della mia vita. Da allora ho giocato qualche altro torneo, ho conosciuto meglio gli amici della Scuola Popolare di Scacchi, condividendo con alcuni di loro molti momenti di puro divertimento come il Campionato Italiano a Squadre. Nel corso di questi mesi il rimpianto di aver ripreso a giocare dopo troppi anni di pausa si è accresciuto nel momento in cui mi rendevo conto che mai più avrei potuto conoscere uno dei protagonisti di questo mondo. Ed era scontato che Massimo Carconi, motore della macchina organizzativa del Torneo, presidente della Scuola Popolare di Scacchi, ne ricordasse la figura nel discorso inaugurale; non solo perché Remo Sayour era stato uno dei componenti della compagine arbitrale nella scorsa edizione del Torneo. Remo Sayour, arbitro, instancabile organizzatore di tornei, giocatore; persona che si distingueva per le non comuni doti di gentilezza d’animo, disponibilità e signorilità, ci aveva lasciati nel settembre scorso lasciando un vuoto non colmabile in coloro che avevano avuto la fortuna di conoscerlo. Tutto questo io non lo sapevo ma lo apprendevo assistendo, ammirato e anche un po’ stupito, alle innumerevoli testimonianze di affetto rivolte nell’imminenza della tragica notizia. Nel ricordo commosso, affiancavano Massimo sul palco Luigi Maggi, presidente regionale della FSI, e Giampiero Cantarini, presidente regionale CSEN.

Con questo doveroso omaggio aveva così inizio il 2 dicembre scorso – in una elegante sala dell’Hotel Eurostars Roma Aeterna – la terza edizione dell’International Chess Festival “Roma Città Aperta”. Tra i partecipanti molti volti noti dello scacchismo romano. Tra i giocatori della massima serie Marco Corvi, Mario Sibilio, Alessandro Della Corte, solo per citarne alcuni. Molti gli stranieri. Tra questi un aficionado del Torneo: Alan Beshukov, giocatore solidissimo, per la terza volta qui al Festival. E ovviamente molti della Scuola Popolare. Squadra arbitrale composta da Piero Arnetta, Giuseppe Buonocore, Paolo Olivo e dal nostro Paolo Andreozzi.

La buona sorte non mi aveva accompagnato nell’accoppiamento del primo turno. Con il Nero mi trovo ad affrontare Michele Blonna, giocatore che non ha bisogno di presentazioni. C’è un aspetto del gioco di Michele che avevo già avuto modo di notare in altre occasioni e che mi colpisce. Ci sono giocatori i quali, soprattutto in momenti di particolare tensione o quando vogliono intimidire l’avversario, muovono i pezzi con particolare veemenza fino anche a farli sbattere sulla scacchiera. Ecco, questo con Michele non accade. Michele tocca e accompagna il pezzo con leggerezza. E lo fa sempre, indipendentemente dalla posizione. Questo tratto ne caratterizza lo stile che non si limita, e non può limitarsi, a un fatto puramente tecnico. E così, giocando con tocco leggero una variante della Siciliana aperta, Michele consolida placidamente la posizione fino ad arrivare alla 23-esima mossa, quando, con un semplice tatticismo (semplice per lui, non per me), guadagna un pedone. Quello che accade dopo appare essere solo ordinaria amministrazione. Alla 37-esima abbandono in posizione disperata. «Sei stato bravo» mi dice. Lo ringrazio, so che è sincero.

Il modo di toccare e muovere i pezzi da parte di Michele ci ricorda che gli scacchi è un gioco dove il “gesto” è parte integrante dello “spettacolo”. Le movenze, gli sguardi, la postura ci consegnano una lettura più ampia su quello che è lo stile di un giocatore.

Penso a questo osservando Marco Corvi. Giocatore che alterna una intensa attività di istruttore ai tornei dove, dice, “si rilassa”, Corvi a Roma, in Italia, è sinonimo di scacchi. Anche qui, il “gesto”. È raro trovare Corvi ingobbito sulla scacchiera, con le mani sulla fronte; o accigliato. Spesso con busto eretto e fronte alta, a ricordarci che se a volte è necessario giocare su un solo lato della scacchiera, è opportuno guardarla sempre tutta; pronti a effettuare cambi di direzione. Facile a dirsi, molto difficile a farsi.

Si susseguono le partite, i turni. Vengono a fare visita amici e soci della Scuola, che per diversi motivi non hanno potuto o voluto partecipare al Torneo. C’è Davide Cocco, unanimemente considerato il più forte Non Classificato a Roma. Dotato di eccellenti capacità di calcolo, nei post partita viene spesso chiamato a fornire una “consulenza”. Quando passa al mio tavolo, lo guardo e penso: “Chissà che combinazione non sto vedendo”. C’è Giacomo Alessandrini, Candidato Maestro, di Ancona. Ragazzo affabile, sempre disponibile per le analisi indipendentemente dalla bravura del suo interlocutore. E poi ci sono, immancabili, i genitori dei più piccoli. A distanza di un anno ritrovo quelli di Giulia Maria Rossi, di Frascati Scacchi, che l’anno scorso mi aveva fatto passare un brutto quarto d’ora al quinto turno. «Mia figlia non vuole che mi avvicino quando gioca» mi dice il papà, e poi, orgoglioso: «Come diavolo fa a calcolare, solo lei lo sa». La mamma di Sharon Glover mi racconta dello sconforto della figlia dopo una grave svista.

“E già, sono bambini” dico tra me e me. Ma i bambini non sono tutti uguali: alcuni sembrano più grandi di altri. A questo penso vicino al tavolo 16, sesto turno Open A. Eva Stepanyan, classe 2005, con il Nero, sta affrontando Alessandro Della Corte. Tra loro ci sono circa 200 punti ELO di distacco, a favore di Alessandro. Arrivo che stanno giocando un finale di Donne e pedoni. Il Bianco ha un pedone in meno. Osservo la piccola Eva con una sensazione mista di ammirazione e inquietudine. Essendo la posizione complessa, almeno per me, cerco di cogliere nello sguardo di Alessandro qualche indizio sulla sua possibilità di pareggiare. Anche qui, il “gesto”. La Stepanyan gioca le mosse in sicurezza; a tratti alza lo sguardo per visualizzare le possibili varianti nella mente, come fanno i giocatori già a questo livello. Alessandro si alza più volte, forse in segno di nervosismo. Dopo aver condotto un finale in modo “fantastico” – questo mi dirà Alessandro nel post-partita – la piccola Stepanyan vince. Che partita ragazzi!

Ed eccoci alle battute finali. Ancora un’occhiata ai bellissimi libri Ediscere di Valerio Luciani; perché i libri di scacchi hanno una caratteristica che li accomuna forse solo ai libri di arte: sono tutti belli. E il solito dilemma interiore: “Questo lo compro? Ma se devo finire quello che ho preso l’anno scorso…”.

Siamo all’ultimo turno. Turno importante per chi punta alla vittoria o al podio, ma anche per coloro i quali, come me e Giuseppe Fanelli, sono insoddisfatti del proprio Torneo sin qui. Giuseppe è uno degli amici della Scuola Popolare. Lo aspetto in piedi; al suo arrivo ci abbracciamo. Sappiamo che comunque andrà sarà stato un piacere.

Giuseppe, professore di Matematica e Fisica, è un ottimo tattico, capace di soluzioni creative. Stiamo parlando di un giocatore che in uno dei turni precedenti ha sconfitto un CM dopo aver sacrificato un Cavallo. Se fosse un partita rapid o blitz, le mie speranze sarebbero ridotte al lumicino. Ma oggi so di avere una chance.

C’è da dire che la partita non era iniziata nel modo più piacevole. Stazionavamo a un tavolo posizionato in un angolo della sala, vicino a una uscita laterale. In quel momento alcune persone che parlottano nel corridoio attiguo ci provocano un certo fastidio. Dopo due o tre mosse, mi alzo ed esco. Chiedo di fare silenzio. Rientro e con una certa sorpresa vedo Giuseppe Buonocore, uno degli arbitri, in procinto di prendere l’orologio e i nostri formulari. «Vi sposto a un altro tavolo». Con un gesto di grande cortesia e buon senso, Buonocore, arbitro internazionale di grande esperienza – intercettato da Giuseppe – fa in modo di mettere a loro agio due suoi figli acquisiti, spostandoci in uno dei tavoli del Torneo A, il torneo dei campioni. Ci accomodiamo, e riprendiamo a giocare su una bella scacchiera in legno.

L’andamento iniziale della partita sembra seguire le previsioni. Interpreto male una Alapin e nel giro di poche mosse mi ritrovo con il Re sotto il fuoco di fila della gran parte dei pezzi avversari. C’è un momento in cui entrambi pensiamo che per il Nero sia finita. Accade però che nel momento cruciale Giuseppe manchi di coraggio. Tengo botta. Vado in vantaggio. A poche mosse dalla prevedibile conclusione accade l’incredibile. Devo decidere se giocare b2-b1 e promuovere così un pedone, oppure Tc2 in c1 con scacco. Dopo un paio di minuti mi decido. Agguanto la Torre in c2, la porto in c1 e … scacco? No: tolgo la Torre dalla scacchiera (!!) e … al suo posto piazzo una bella Donna Nera!! «Ma che fai?! Mossa irregolare!» mi dice un Giuseppe allibito. Guardo la Donna, ripenso alla mossa e dico: «Hai ragione, mossa irregolare». Sono scosso. Giuseppe comincia a ridere: «Dai ridiamoci sopra, ormai hai vinto». «Chiamo l’arbitro, hai diritto a due minuti di abbuono». «Non preoccuparti, dai, andiamo avanti» (ripeto correttamente la mossa). Tale è il mio sconcerto che non riesco a godere appieno della vittoria. Sono stato vittima di un blackout mentale che può essere esorcizzato solo condividendolo. E così farò subito in sala analisi raccontandolo a Fabio De Carlo, che scoppierà in una fragorosa risata insieme a me e a Giuseppe.

Il tempo di assistere a un finale lunghissimo tra Paolo Capitelli e Alex Moreto Quintana, vinto da quest’ultimo, e arriviamo alla conclusione di un bellissimo Torneo. Vince il Torneo A Yuri Solodovnichenko, GM, unico imbattuto. Il migliore degli italiani è Marco Corvi. Degne di nota le prestazioni delle giovanissime coetanee Eva Stepanyan e Machteld Van Foreest. Al B con una certa sorpresa dominano le Prime Nazionali. Nell’ordine: Vincenzo Carlomagno, Alessandro D’Angerio, Piercarlo Marincolo e Lorenzo Barca. Complimenti al nostro Ennio Paolo Pellegrini, classe 2005, che acquisisce meritatamente il titolo di Seconda Nazionale.

Yuri Solodovnichenko riceve il premio come primo classificato nell’Open A 

Un breve momento di gloria anche per me. Ricevo un premio come migliore under 1.600 nell’accoppiata Vignola-Roma, tornei gemellati. Un bottiglia di grappa Poli Due Barili, in cassa di legno. Un prodotto di assoluta eccellenza. «Sono contento che hai vinto» mi dice Carlo Alberto Cavazzoni, sul palco insieme a Massimo.

Massimo nel discorso di commiato segnala alcuni dati rilevanti: 189 iscritti partecipanti, il Torneo risulta quello con il più alto tasso tecnico medio di quelli disputati in Italia nel corso dell’anno; non solo: è il Torneo con il maggior numero di nazionalità presenti. Ci sono giocatori venuti persino dall’Indonesia. Roma è nei fatti per una settimana città di scacchi aperta al mondo. Sarebbe semplicistico e ingeneroso pensare che tutto questo sia potuto accadere solo grazie alle bellezze artistiche che ci circondano. Un evento di questo tipo è frutto di uno sforzo collettivo, durato quasi un anno di lavoro. Avevo lasciato Massimo a Vignola in dubbio sulla possibilità di organizzare la quarta edizione. Lo ritrovo oggi che riceve la terza norma di International Organizer perché, questa la menzione, “ha organizzato il torneo soddisfacendo tutti i requisiti di un torneo internazionale classificato dalla FIDE”. Stanco ma visibilmente soddisfatto, preannuncia alcune novità per il prossimo anno. Prima di chiudere il sipario però, dà appuntamento per chi è ancora non è sazio, a una grande reunion finale: un Torneo Blitz Fide di 9 turni in programma nel pomeriggio. Vincerà Mario Sibilio con una prestazione superba (8/9) superando due Grandi Maestri: Nikita Maiorov e Yuri Solodovnichenko.

E ora i ringraziamenti. A Massimo Carconi, Ivano Pedrinzani, Paolo Pellegrini, Paolo Andreozzi, i quali, con il supporto fattivo di Domenico Bonavena e Fabio De Carlo, hanno consentito la realizzazione di questo evento. In questo senso un ringraziamento particolare va al Centro Sportivo Educativo Nazionale che da tre anni sostiene il Festival; e agli sponsor: la Libreria-Caffetteria Todomodo, la macelleria F.lli Giovannelli, il Caffè Berardo, Edizioni Ediscere, Dar Ciriola, LE DUE TORRI, la Locanda del Buongustaio, l’Affittacamere Next Stop Roma. Grazie anche a Davide Conti, storico e consulente dell’Archivio Storico del Senato per la sua introduzione e presentazione del film “Roma Città Aperta”, in versione restaurata (una delle iniziative culturali collaterali in programma durante gli otto giorni del Festival) e grazie all’associazione Nonna Roma che l’ha proiettata.

Buone festività a tutti e arrivederci Roma!

3°Festival Internazionale “Roma Città Aperta”

Pochi giorni ancora e si apre il palcoscenico sul 3° Festival Internazionale di Scacchi “Roma Città Aperta”.

Questa manifestazione ha sancito il ritorno dei grandi scacchi nella Capitale dopo troppi anni di assenza. Oggi possiamo affermare senza false modestie che Roma Città Aperta è “il torneo di Roma”,il più importante nella Capitale e uno dei maggiori in Italia e ci auguriamo possa essere sentito e vissuto come il proprio da tutti gli scacchisti romani; del resto è con tale obiettivo che lo progettammo nel 2016.

Dal 2 al 9 dicembre sono previsti un torneo A, uno B, uno “Under 16” di qualificazione CIG, da ultimo ci sarà un “Blitz FIDE” il giorno 9. Sede di gioco è l’Hotel Eurostars Roma Aeterna in Piazza del Pigneto 9/A. 9 i turni di gioco (7 per l’Under 16). Direttore di gara è Piero Arnetta.

Nelle due edizioni precedenti la manifestazione ha saputo confermarsi sia come numero di partecipanti (mediamente 170) sia nel suo carattere internazionale (presenti giocatori provenienti da 30 nazioni e 4 Continenti) con un tasso tecnico molto alto (12 i Grandi Maestri e 8 i Maestri Internazionali presenti in media nelle due edizioni precedenti, con una media Elo dei primi 15 di tabellone di circa 2540 punti).

Anche quest’anno confermeremo sicuramente (considerando le pre-iscrizioni) la performance degli anni precedenti. Nuovi forti campioni e vecchie conoscenze,ormai nostri amici, si contenderanno il titolo sulle sette scacchiere elettroniche di cui disponiamo e che permetteranno di seguire online le partite sul nostro sito www.scuolapopolarediscacchi.com e su altri siti specializzati.

Nel 2017 vinse nel gruppo “A” il GM turco Emre Can, davanti a Bogner, Solodovnichenko, Liang eBracker.

Ma, come amiamo sempre ripetere, per noi della Scuola Popolare, gli Scacchi non sono solo un gioco o uno sport, sono molto di più; quindi permettetemi di spiegare perché “Roma Città Aperta” e perché al Pigneto.

Gli organizzatori (la Scuola Popolare di Scacchi di Roma) hanno voluto far proprio il motto della Federazione Scacchistica Internazionale “Gens Una Sumus”, parole che oggi suonano sempre attuali ma che necessitano di una nuova riaffermazione.Il fine di “Roma Città Aperta” è proprio questo: sottolineare lo spirito di accoglienza e fratellanza che anima noi organizzatori, che ha animato la Città nei periodi più difficili della sua storia e che speriamo la animino ancora nel difficile tempo presente.

Al Pigneto perché questo quartiere popolare di Roma, attualmente uno dei luoghi della “movida” romana, rimane orgoglioso della sua Storia. Oggi le decine di stradine, spesso nascoste, sono piene di ristoranti dove assaporare la vera cucina romana e di osterie dove bere un buon vino con gli amici. Ma questa borgata, sorta senza un piano regolatore e cresciuta disordinatissima con l’immigrazione povera del centro sud e ai nostri giorni con l’immigrazione dai paesi più poveri del globo, ha la sua anima ancora nel susseguirsi di orti, casette e officine che ne fecero a suo tempo la casa del proletariato e dei poveri manovali a giornata, che per sfuggire alla legge ed evitare l’abbattimento dovevano costruire la casa in una notte.

E mentre Roma con il boom economico cambiava la fisionomia delle periferie con palazzoni e prati incolti, il Pigneto rimaneva un’isola destinata ad attrarre i Grandi Maestri del neorealismo italiano e a trasformarsi in un gigantesco set a cielo aperto. In Via Montecuccoli, Rossellini girava appunto il capolavoro “Roma Città Aperta”, le limitrofe Via Alberto da Giussano e Via Fanfulla da Lodi venivano scelte da Luchino Visconti per “Bellissima” con Anna Magnani, e da Pier Paolo Pasolini con “Accattone”,mentre l’esigenza degli ultimi della società di costruire in una notte la loro baracca veniva raccontata da De Sica ne “Il tetto”. Tutto questo rimane oggi nella edilizia rimasta fedele alle origini, nelle numerose targhe che ricordano il tributo di sangue che questo quartiere versò per la Libertà come covo (e non poteva essere altrimenti) dei Partigiani e della Resistenza, nei murales che spuntano un po’ ovunque, nella multi etnicità che lo caratterizza nei giorni nostri.

Scriveva Pasolini: “Erano giorni stupendi, in cui l’estate ardeva ancora purissima, appena svuotata un po’ dentro, dalla sua furia. Via Fanfulla da Lodi, in mezzo al Pigneto, con le casupole basse, i muretti screpolati, era di una granulosa grandiosità, nella sua estrema piccolezza”.

E’ con questo spirito che vi attendiamo, nella consueta cornice dello Hotel Eurostars Roma Aeterna, facendovi giocare un torneo di alto livello all’altezza della grandezza e bellezza della nostra amata città, in uno dei quartieri romani più sinceri e popolari.

Alle competizioni sportive (Festival, Blitz, Campionato a squadre CSEN) per le quali rimando al nostro sito: www.scuolapopolarediscacchi.it (vi ricordo che le iscrizioni sono ancora aperte), si affiancheranno le molte iniziative collaterali organizzate.

Innanzitutto la proiezione del film (preceduto da una breve presentazione dello storico Davide Conti) “Roma Città Aperta” del 1945, diretto da Roberto Rossellini con Anna Magnani e Aldo Fabrizi, vincitore al Festival di Canne 1946, dove ottenne il Gran Prix come miglior film. Quel film ricevette una candidatura al Premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale e vinse due Nastri d’argento perla migliore regia e la migliore attrice non protagonista (Anna Magnani). È stato in seguito inserito nella lista dei migliori 100 film da salvare e oggi disponiamo finalmente della sua versione restaurata.

Poi segnalo la presentazione di libri, la lettura di poesie,l’incontro tra educatori insegnanti e istruttori di scacchi, la mostra di quadri a tema scacchistico. Infine non mancheranno momenti di gioco ludico e di convivialità e amicizia.

Vi aspettiamo….

Massimo Carconi per la ASD Scuola Popolare di Scacchi di Roma

A Vignola, città degli scacchi

a cura di Andrea Giovannelli

Le premesse per un fine settimana memorabile c’erano tutte: i compagni di viaggio, il luogo particolare, condizioni meteorologiche accettabili, e ovviamente gli scacchi. Una nutrita compagine della Scuola Popolare lo scorso 9 novembre si trasferiva a Vignola per partecipare alla seconda edizione del Torneo Internazionale “Vignola Città degli Scacchi”. Oltre me raggiungevano la capitale mondiale delle ciliegie: Paolo Andreozzi, Andrea Bruni, Massimo Carconi, Lorenzo Palmucci, Ivano Pedrinzani. La prima emozione è quando, nel primo pomeriggio, dopo avere lasciato la Stazione dei treni e camminato per qualche minuto, mi imbatto in uno striscione pubblicitario del Torneo collocato in alto tra due palazzi. Lo striscione separa idealmente il centro storico dal resto della cittadina. “Ci siamo” dico tra me e me. In quel momento un pensiero va anche a chi avrebbe voluto esserci ma, per i più svariati motivi, non ha potuto. Proseguo e dopo poco arrivo in Piazza dei Contrari. C’è un prevedibile via vai di persone. Al centro, una scacchiera gigante, contornata da banchetti di prodotti gastronomici.  Sulla piazza affaccia la Rocca – sede dei Tornei A e B – simbolo per tutti i Vignolesi. Non è difficile capire il perché. Sono qui anche per lei: poco prima della partenza, sfogliando un mio libro d’arte, per puro caso mi ero imbattuto nelle immagini dei bellissimi affreschi della Cappella interna. Avrò modo di vederli, ma ora non c’è il tempo. Il mio obiettivo è assistere alla Conferenza sull’utilizzo degli scacchi in campo medico, che si preannuncia molto interessante. Seguo le indicazioni del Torneo A. Arrivo in una delle sale che ospiteranno i giocatori di livello magistrale. La  sala è tutta affrescata, rimango a bocca aperta. Scatto una foto. Proseguo, devo raggiungere la Conferenza e gli amici della Scuola. Incrocio un signore molto gentile che ha tutta l’aria di essere uno degli organizzatori. E’ Antonio Sfera che scoprirò poi essere uno degli arbitri del Torneo A. Ignaro del mio ELO mi accoglie come se fossi un giocatore di caratura internazionale e mi porta speditamente al Caffè Terzi, dove si sta concludendo il “Caffè dei campioni”, il primo evento in programma. Mi presenta a Carlo Alberto Cavazzoni, che insieme al figlio di Antonio, Mattia, è il cuore pulsante dell’evento. Carlo Alberto è un mito. Istruttore nell’accezione più ampia, in un arco di tempo almeno trentennale, ha insegnato scacchi a circa 25.000 allievi. Tutti a Vignola giocano a scacchi grazie a lui. Tra i pochi rimasti al Caffè c’è Rosario Lucio Ragonese. Ci conosciamo di vista. Lo saluto.Mi guarda e sembra volermi chiedere: “Ma che ci fai tu qui che campione non sei?!”. Grande Rosario Lucio. Con Antonio bevo un caffè eccellente. Usciamo emi dà indicazioni per raggiungere la Conferenza. Mi trovo a camminare a fianco di un simpatico signore che come me cercava di capire dove dirigersi. Pensando fosse un “collega” scacchista, mi rivolgo a lui: “Dicono che la Conferenza sia di alto livello”. Mi guarda, sorride. Scoprirò poco più tardi che si tratta del dottor Giovanni Malferrari, uno degli illustri relatori, specialista in Neurologia, Tossicologia Clinica e Farmacologia Applicata. Mi diverte pensare che avrei potuto dirgli: “Ora c’è la Conferenza, che palle!”. Poco prima dell’inizio, incontro finalmente gli amici della Scuola Popolare. Con loro un grande personaggio degli scacchi romani: Michele Blonna. Istruttore ormai affermato, e amato, non si stanca mai dire: “Bisogna studiare!”. Abbraccio anche lui.

La Conferenza, dal titolo “SCACCHIsticaMENTE” – evento curato da Carlo Alberto e dall’Università Libera Età “Natalie Ginzburg” – si rivela veramente interessante anche se si protrae oltre i tempi previsti. In sostanza le ricerche confermano gli effetti positivi del gioco degli scacchi sulla mente.Un scoperta originale che mi colpisce: con il passare degli anni il cervello del giocatore di scacchi mostra un accresciuto sviluppo di alcune aree e al contempo un ridotto sviluppo in altre. Al momento non è stata trovata una spiegazione di questo fenomeno.

Ed eccoci al primo turno. Sono iscritto al Torneo C, insieme a Massimo, Andrea e Lorenzo.  Paolo, Ivano e Michele sono al B. Siamo nelle sale interrate di Palazzo Barozzi, l’altra sede del Torneo, elegante palazzo rinascimentale del sesto secolo d.c. L’inizio era programmato per le 20:00 e sono già le 21:00; c’è qualche problema negli accoppiamenti perché si rifanno due volte. Nell’attesa riconosco volti noti. Quello di Alessandro Ruggiero, classe 2007, giocatore romano molto attivo e assai temibile; saluto il piccolo Giulio Laneve, anche lui del 2007, di Bologna; mi aveva battuto al Torneo Fideuram del giugno scorso. Ci sono i fratellini Glover, di Frascati Scacchi. Poco dopo le 21:30 finalmente partono gli orologi. Partita lunga lamia. Come spesso mi accade, finisco in Zeitnot. Vinco. Io e Andrea siamo tragli ultimi a lasciare la sala. È notte fonda. Sono stanco ma contento: ho appena battuto una Prima Nazionale. Andrea ha pattato. Lasciamo il Palazzo e per raggiungere il nostro alloggio, l’ostello Casale della Mora, attraversiamo un bosco che costeggia un fiume (Panaro), in un sentiero illuminato solo parzialmente. L’atmosfera è affascinante e inquietante al tempo stesso.

In stanza siamo io, Paolo, Massimo, Andrea e Michele. Sono tra i migliori compagni di stanza che si possono avere. Devo dire che la convivenza era iniziata con un filo di preoccupazione perché Paolo la prima notte si era presentato come un russatore di categoria nazionale. Michele, divertentissimo, lo invitava a fare silenzio dicendo shhhhhh. Ma per Paolo era solo un po’ di stanchezza accumulata il primo giorno.

Sabato c’è il primo derby della Scuola Popolare. Al secondo turno incontro Lorenzo. Ho il Nero. Abbandono alla 38-esima dopo una partita durissima per entrambi. Gli accoppiamenti del terzo turno prevedevano un secondo derby: quello tra me e Andrea Bruni. Da non crederci. Ci diciamo che a questo punto potevamo rimanere a Roma evitando di fare centinaia di chilometri. Ma le sorprese non sono finite. All’ultimo momento gli accoppiamenti vengono cambiati ancora. È Massimo il mio avversario. Ho il Bianco. Alle 15:30 parte l’orologio ma il Presidente non c’è. Dopo qualche minuto faccio quello che non avrei fatto con altri: esco e lo vado a cercare. Lo trovo che conversa amabilmente con altre persone.“Massimo, guarda che giochi con me!”, “Ma che dici?!”.

La partita con il Presidente ha per me un sapore tutto particolare. Massimo mi teme, lo so, ma il favorito è lui anche se obiettivamente è fuori allenamento sulle partite a tempo lungo. Nei mesi scorsi avevo avuto modo di incontrarlo più volte in partite rapid. So che con il Nero su e4 gioca la Siciliana Variante Najdorf, ma a volte sceglie un seguito che non trovo convincente. È quello che ripropone in questa partita. Alla 14-esima la prima svolta: il Nero perde un pedone. Dopo alcune mosse in cui continuo a giocare con precisione, Massimo colloca meccanicamente la Donna in a5, mossa presente in molti schemi della Siciliana la quale però, in un momento in cui il suo lato di Re avrebbe richiesto maggiori attenzioni, si rivela l’errore decisivo. “Ho perso molti punti ma sono contento che a guadagnarli sia tu” mi dice carinamente terminatala partita.

Dopo un’altra sconfitta, al quarto turno, Massimo abbandonerà il Torneo. È irremovibile. Dispiace a tutti ma personalmente è una scelta che rispetto anche perché il tempo libero guadagnato la domenica pomeriggio Massimo lo spenderà bene nella visita guidata alla Rocca. 

Ci racconterà di questa visita in termini entusiastici.  «Stupefacente  – ci dice Massimo –   la Cappella Contrari, autentico gioiello dell’arte tardogotica italiana. Commissionata da Uguccione Contrari, nobile ferrarese,signore del castello e delle terre del contado di Vignola dal 1401, fu affrescata attorno al 1425 da autori incerti.

Gli affreschi contengono scene tratte dai vangeli apocrifi che ci restituiscono una immagine della chiesa delle origini del tutto diversa da quella tramandata ufficialmente. Colpisce l’immagine di Cristo che scende negli inferi per trarre a se, per salvare Adamo ed Eva, raffigurati ormai anziani,  completamente nudi, ma ancora teneramente innamorati. Oppure la santissima Trinità raffigurata in un affresco “pezzo unico al mondo” con  Dio, Cristo e lo Spirito Santo aventi tre immagini umane di Gesù. Ancor più suggestivi sono gli affreschi che raffigurano Maria sempre in posizioni centrali mentre intrattiene e dà disposizioni per la diffusione del Verbo agli apostoli chiamati a diffonderlo in tutto il mondo. Maria è sempre in evidenza, quasi a sottolinearne il ruolo di vero Capo della chiesa delle origini, vera “Mater Ecclesiae”.

O ancora, Maria raffigurata nella sua Resurrezione, al pari del Cristo, mentre consegna la propria cintola a Tommaso, unico tra gli apostoli ad avere la rivelazione direttamente da Gesù nella paradossale generale incredulità degli altri apostoli. 

Così non stupisce come questi affreschi potessero esser considerati eretici e tali da mettere a repentaglio la vita stessa dei successori di Uguccione, proprietari della Cappella i quali per salvare se stessi e le opere dalla furia iconoclasta della chiesa ufficiale,  in tempo di Controriforma decisero di occultarne l’esistenza per ben due secoli, murando l’entrata della Cappella. Chiusura che oggi ci permette di ammirarli in un ottimo stato di conservazione rispetto ad altri affreschi presenti nella Rocca di Vignola. Infatti, solo dopo la fine del 1600 queste opere furono restituite,con la scoperta della Cappella e l’abbattimento della muratura dell’entrata, alla visione dei visitatori».  

Ma torniamo agli scacchi. Dopo  l’ultima partita, soddisfatto per il mio torneo e più rilassato, vado a curiosare dai campioni. Non molte le partite ancora in corso ma ce n’è una che sembra destare un’attenzione particolare. Al tavolo 4 c’è Francesco Sonis, con il Nero, neocampione europeo under 16, che affronta Anna Kantane, 23 anni. A giudicare dalla posizione sulla scacchiera mi chiedo se il gruppetto di persone accorse non sia lì più per ammirare l’avvenente giocatrice polacca. Il Bianco ha la Donna, due Cavalli, e tre pedoni; il Nero, la Donna, due Alfieri, quattro pedoni, di cui uno passato sulla colonna b. Sonis ha circa dieci minuti sull’orologio, mentre Kantane gioca solo sull’incremento. Il Bianco, nonostante lo Zeitnot, con molta pazienza muove i pezzi, avanzando e coordinando pian piano i due Cavalli verso il Re Nero, abbastanza protetto dai suoi pedoni.Anche il pedone f del Bianco avanza. A prima vista, in effetti la posizione contiene una stranezza: i due Alfieri Neri sono entrambi sull’ottava traversa,in d8 e in e8 e sembrano assistere impotenti all’avanzata dei pezzi Bianchi sul lato di Re. Improvvisamente accade qualcosa. Sicuramente un errore di Sonis. Siperde sempre per un errore, a tutti i livelli. Sembra incredibile ma è vero: mossa al Nero ma c’è un Matto di Donna imparabile, in h7! Possibile che non ci sia difesa?! mi chiedo. Mi giro verso gli altri: sono impietriti. Sonis comincia a scuotere la testa. Non crede ai propri occhi. Ovviamente non deve verificare ulteriormente, ma si starà chiedendo come sia potuto accadere e perché. Passa ancora qualche minuto e abbandona. Un Finale drammatico che ci ricorda, semmai ve ne fosse bisogno, la bellezza e la crudeltà di questo gioco.

Ed eccoci alla cerimonia conclusiva. Carlo Alberto chiama sul palco anche Massimo,perché il Torneo “Roma Città Aperta”, che si disputerà dal 2 al 9 dicembre, è gemellato con quello di Vignola. È un piacere vederli uno di fianco all’altro ancora una volta. Massimo e Carlo Alberto (e i loro collaboratori) sono un pezzo del movimento scacchistico in Italia oggi. Non importa quanto grande,perché, se mi consentite, le azioni di un uomo, quando il fine è nobile, non si giudicano dai risultati ma dalle azioni stesse. Risultati in questo caso di assoluto rilievo: 293 iscritti, record per un torneo week end.

Anche io ho il mio breve momento di gloria. Per conto di Lorenzo – corso via per prendere il treno di ritorno – ricevo direttamente dalle mani del Sindaco il suo premio, per il sesto posto conseguito nel Torneo C. Sono tre bottiglie di ottimo vino toscano. “Innanzitutto alla salute!” mi dice il Sindaco. “La ringrazio Signor Sindaco e complimenti”.

Rientro la notte in ostello, questa volta da solo. L’atmosfera è quasi surreale. È già il tempo per i ricordi. La scacchiera gigante, le vetrine dei negozi con oggetti a tema scacchistico, le bustine da zucchero del Torneo, i gustosi Tortelloni con ricotta, spinaci, pancetta e aceto balsamico, il vin brulé. E degli amici: la risata affettuosa di Michele sulle nostre cappelle, la passione politica di Andrea, i commenti mai banali di Paolo sugli scenari economici, l’umorismo di Ivano, la serietà di Lorenzo, il discorso di Massimo sul palco.

Si conclude così un Torneo ottimamente organizzato, disputatosi in uno scenario unico. Per questo un ringraziamento particolare va alla Fondazione di Vignola per la concessione gratuita delle Sale. Grazie agli organizzatori, agli sponsor e a tutte le persone che hanno consentito la realizzazione di questo evento.

Arrivederci Vignola!

Torneo del colesterolo 9° edizione Santa Jona 17-18/11/2018

a cura di Ivano Pedrinzani

Domenica 18/11 alle 11.15, con tre auto che tornano mestamente verso Roma e verso gli impegni quotidiani, è andata in archivio l’ennesima edizione del Torneo del Colesterolo.

Nato nel 2010, in occasione dell’anniversario del 1 anno di apertura della Scuola Popolare, il Torneo del Colesterolo da festeggiamento una tantum si è trasformato in un appuntamento fisso con cadenza annuale, atteso con ansia e giunto lo scorso week end alla sua nona edizione.

Tutti gli anni, in un week end della prima metà di novembre (la Scuola ricordiamo fu fondata il 07 novembre del 2009), soci fondatori, vecchi soci e qualche new entry o ospite d’onore si riuniscono in una baita di montagna vicino a Roma (Santa Jona, frazione di Ovindoli) e danno vita al più agognato, agguerrito, alcolico e grasso (capirete poi perché) torneo chiuso ad inviti, ahimè con numero cappato a 8, pari alla disponibilità dei letti.  Il parterre dei giocatori è sempre stato di ottimo livello considerato che hanno iscritto il loro nome tra i partecipanti il GM Luca Shytaj (peraltro vincitore di 5 edizioni), il Maestro Internazionale Pierluigi Piscopo, il Maestro Alessandro Della Corte.

Il nome “del Colesterolo” deriva-come facile intuirsi- dall’abbondanza delle salsicce che fanno da cornice all’evento; il nume tutelare al quale il torneo è dedicato e la cui figura compare sulla lettera di invito/convocazione è ovviamente Superciuk chiamato in causa dal fiume di vino che scorre tra le scacchiere. Il programma dell’evento è ormai fisso e collaudato: arrivo nella sede di gioco verso le 16 del sabato (il sottoscritto provvede ad arrivare prima per avviare i riscaldamenti, accendere il camino e scaricare le immense vettovaglie necessarie al buon esito).

Tutto è pronto

Inizio del torneo all’italiana per complessivi 14 turni (tutti giocano con tutti di bianco e di nero),cerimonia di premiazione del vincitore e -ben più sentita-  consegna del cucchiaio di legno all’ultimo arrivato che si assicura così sanguinose prese in giro da parte di tutta la Scuola per i 12 mesi successivi. A seguire sbraciata finale che oscura i fastidi Pantagruel. La mattina dopo, diradatasi i fumi, ripartenza per Roma.

Inutile dire che durante il torneo -e prima della sbraciata finale- formaggi, salumi e brindisi (almeno uno prima di ogni turno per richiedere la benevolenza di Superciuk per la partita che segue) allietano la tenzone….e rendono precario il livello di gioco degli ultimi turni.

Questo il canovaccio tipico dell’evento sul quale si incastonano una miriade di aneddoti passati e presenti il cui ricordo ancora ci fa sorridere: Pardo che si alza sconsolato dalla scacchiera dopo aver subito una dura sconfitta in poche mosse dal MI Piscopo dicendo afflitto e serio: “mi ha confutato e4”; l’espressione da Oscar (la definizione è di Shytaj) di Ezio che si vede assegnato il cucchiaio dopo una bruciante sconfitta per mossa irregolare (ahi l’alcol) all’ultimo turno; il CM Blonna,che definiamo alticcio con un eufemismo, che si aggira a fine torneo e fine sbraciata alle 3 di notte desideroso di spiegare il matto di Lucena ad un pubblico di nottambuli anch’essi con tasso alcolico tutto da verificare e molto più simili a zombie che a giocatori di scacchi.

Cosa ricordare di questa nona edizione? Innanzi tutto il nuovo cucchiaio Andrea Giovannelli che va incontro ad un anno veramente difficile; il podio dato da Alessandro Della Corte vincitore con 13 punti (12 vinte e 2 patte…ah inutile dire che vince una bottiglia di barolo),

Il vincitore Alessandro della Corte con in mano la bottiglia di barolo

Pedrinzani 12 punti (11 vinte, 2 patte, 1 sconfitta), Peccheneda 9 punti. Della Corte vince anche una bottiglia di vin santo avendo indovinato il podio finale, bottiglia generosamente ceduta a scopo di conforto (se mai possibile) al cucchiaio. Ma un ruolo da protagonista si ritagliano anche le 11 braciole e 20 salsicce finite sulla brace, la mezza forma di pecorino, i 2 salami aquilani e la miriade di bottiglie di vino (tutte rigorosamente doc e scelte durante l’anno per la degustazione dal sottoscritto). Aneddoto di questa edizione? Finito il torneo,finita la sbraciata e finita l’analisi di una interessantissima partita giocata da Della Corte recentemente a Firenze, il sottoscritto verso l’1,30 se ne è andato a letto.

Analisi all’1,20. L’ex cucchiaio (ed.2015) Fanelli in felpa di ordinanza dà i primi segnali di stanchezza

Alle 4,48 (ricordo l’ora sul display dell’orologio) mi sveglio e vedo il riverbero di una luce che viene dal basso (la casa è su due piani). Sicuro che alcuni confratelli della congrega di Superciuk siano andati a letto dimenticando la luce accesa scendo per spegnere e cosa trovo: Pardo e Peccheneda che ancora imperterriti stanno giocando davanti al camino e vicino a loro Della Corte con una faccia indimenticabile.Mi guarda e mi dice sconsolato: “ero sceso per bere un bicchiere d’acqua, li ho trovati qua che giocavano e ora mi chiedono di analizzare questo finale di torre e pedoni….e non ho nemmeno gli occhiali”.

Chiudo con un doveroso messaggio di speranza e di incoraggiamento per Giovannelli. Il cucchiaio di legno che ti accompagnerà per i prossimi 12 mesi è un fardello pesante da portare, alcuni prima di te hanno visto infranto  il proprio equilibrio psicologico (c’è chi si svegliava la notte urlando dopo un incubo sui lazzi che lo attendevano alla Scuola), altri hanno vista distrutta la propria carriera scacchistica (come non ricordare la performance negativa del cucchiaio uscente Bruni al recente torneo di  Vignola), ma c’è anche chi come la fenice è riuscito a risorgere dalle proprie ceneri, come Peccheneda che, dopo aver visto i demoni che affollano il baratro del cucchiaio, è riuscito a risalire e -ancora in carica- a guadagnare una categoria. L’augurio che ti faccio è che tu riesca a  trovare la stessa forza per reagire……intanto comunque non dimenticare che sei un cucchiaio😊

Il terribile cucchiaio di legno

Appuntamento per tutti a novembre2019, sarà l’edizione del decennale e chi organizza cercherà di stupire con effetti speciali.

PLAYING CHESS@ SAPIENZA

PLAYING CHESS@ SAPIENZA

All’interno della storica cornice di San Pietro in Vincoli a Roma, la Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale di Sapienza Università ospita, il prossimo martedì 20 novembre 2018 dalle ore 10:00 alle ore 18:00, la prima edizione di “PlayING Chess@Sapienza” organizzato in collaborazione con il Circolo Scuola Popolare di Scacchi (SPS) ed il Centro Sportivo Educativo Nazionale (CSEN).
La competizione si rivolge a tutti gli studenti, italiani e stranieri, iscritti ad uno dei corsi di laurea della Sapienza, ai docenti e al personale tecnico amministrativo e bibliotecario.
Si darà il benvenuto ai partecipanti nella Sala Grande del Chiostro e il torneo proseguirà fino al pomeriggio. I sette turni di gioco saranno regolati da arbitri professionisti, con un tempo di riflessione di 15 minuti a giocatore. Al termine la Commissione consegnerà i premi ai primi tre classificati. Anche i “non-vincitori” saliranno sul podio e riceveranno una medaglia a ricordo della propria partecipazione. Saranno inoltre disponibili delle postazioni di gioco libero, per tutta la giornata, con scacchiere e orologi, in modo da consentire anche ai meno esperti di potersi avvicinare al gioco degli scacchi.
La partecipazione è limitata a un numero massimo di 50 giocatori e dovrà essere effettuata entro e non oltre il 4 Novembre 2018 compilando l’apposito modulo d’iscrizione.

Info e Contatti al Sito Ufficiale dell’Evento

LUCA SHYTAJ GRANDE MAESTRO

LUCA SHYTAJ GRANDE MAESTRO

Domenica 14 luglio, nel torneo chiuso di Mulhouse, Luca Shytaj ha raggiunto la sua terza norma e quindi il titolo di GM, 14mo italiano di tutti i tempi a raggiungere il massimo livello scacchistico. Questo doveva e voleva essere un articolo di felicitazioni e sono stato a lungo indeciso se parlare del Luca scacchista o del Luca ricercatore. Parlare del Luca scacchistico era quasi scontato: nato nel 1986 ha imparato a giocare a 4 anni, nel 2002 ottiene il titolo di Maestro, nel 2005 quello di Maestro Internazionale, nel 2009 in Norvegia nel torneo di Tromso la prima norma da Grande Maestro, nel 2017 nella Bundesliga la seconda norma, nel torneo chiuso di Mulhouse, pochi giorni fa -come detto- la terza e definitiva norma. E’ stato inoltre numerose volte titolare della nazionale italiana di scacchi, fra l’altro alle Olimpiadi di Dresda del 2008 e agli Europei in Serbia del 2009 oltre che recente (2017) vincitore de titolo assoluto a squadre con Chieti (sua la vittoria decisiva contro Rambaldi, l’astro nascente dello scacchismo italiano).
Ma anche parlare del Luca ricercatore aveva un suo senso. E si perché in un mondo degli scacchi sempre più professionistico, dove i risultati ad un certo livello sono possibili solo dedicandosi a tempo pieno a questo gioco, Luca rappresenta un po’ un caso anomalo: diventare GM a 32 anni, vedendo gli scacchi solo come un passatempo negli intervalli di una intensa attività professionale, non è cosa semplice, anzi per chi conosce questo gioco capirà che, negli scacchi di oggi, è fatto eccezionale. Luca è stato nel team di ricercatori italiani che in collaborazione con numerosi centri di ricerca americani (NIH, Duke University, Case Western University, ecc) ha ottenuto alcuni tra i risultati più interessanti a livello mondiale nello studio di una cura contro l’AIDS, è stato prima firma in numerosi articoli sull’argomento e ha rappresentato il team di ricerca a varie conferenze internazionali sull’argomento, tra cui conferenze a Washington DC, Parigi e Miami. Oggi continua il suo lavoro in Germania presso l’università di Heidelberg.
Insomma parlare dello scacchista o del ricercatore in ogni caso avrebbe dato modo di trovare ampie e numerose motivazioni per celebrare il personaggio. Troppo facile! Allora ho pensato di parlare del Luca uomo e amico. L’ho conosciuto ormai più di dieci anni fa, quasi per caso, ad un seminario di scacchi che teneva non mi ricordo nemmeno dove. Considerata la serietà e leggerezza (binomio che per chi non lo conosce apparirà un ossimoro) che quel giovane poco più che ventenne esternava con naturalezza, lo avvicinai sia per proporgli corsi individuali (per inciso mai scelta fu più corretta visto che all’epoca in breve guadagnai circa 200 punti elo) sia per proporgli corsi presso la nostra Scuola (la Scuola Popolare di Scacchi che appunto può vantare di averlo avuto tra i propri istruttori per numerosi seminari).



Nov.2009, Luca all’inaugurazione della Scuola Popolare di Scacchi

Ma come detto non voglio parlare di scacchi, bensì dell’amico: delle tante cene parlando di mille argomenti felice di trovare tanta maturità in poco più di un ventenne, delle birre in una polverosa birreria di San Lorenzo a Roma, di quel torneo partiti insieme per andare fino in Salento (a proposito, lo vinse lui battendo nell’ultimo turno Brunello). E poi il suo percorso di vita: la laurea, il dottorato di ricerca, il matrimonio con Elisabeth (la Paethz, WGM n.1 in Germania), tante tappe che ho potuto vivere in posizione privilegiata grazie alla fortuna di frequentarlo.

Agosto 2013: a casa mia Luca, la moglie WGM Paethz, Maestro Della Corte e il sottoscritto in piena analisi…o meglio loro analizzano io osservo

Assistendo ai suoi successi era nato fra noi un modo dire: “stasera la birra la pago io ma quando arriverai a Stoccolma a ritirare il premio sarò io tuo ospite”. Ho conosciuto anche i genitori che vivono in Puglia e che una volta, in visita a Roma, potei invitare a pranzo a casa: due persone meravigliose….e non poteva essere altrimenti. In tutte queste occasioni sempre la persona gentile dai modi eleganti, sia nei momenti ufficiali sia in quelli più amichevoli come il ns “Torneo del Colesterolo” (vincitore in 5 edizioni malgrado l’acerrimo ostacolo dell’altro MI Piscopo) che ogni anno organizzavo nella mia baita in montagna tra scacchi, vino e sbraciate.


Nov.2011: 2° Torneo del Colesterolo. Luca, il sottoscritto, Carconi, Andreozzi, Piscopo, Blonna: brindisi di avvio torneo

Alcuni anni fa mi confessò: la ricerca è ormai coinvolgente e non lascia altri spazi, dovrò abbandonare gli scacchi anche se rimane un mio obiettivo prima o poi diventare GM e entrare in quella elite. Lì per lì ero quasi dispiaciuto, capivo che c’erano cose più importanti nella vita, ma mi sembrava che lasciasse interrotto un sogno sul più bello; detto fra noi poi per la prima volta non gli credevo, l’idea di poter diventare GM solo a tempo perso mi sembrava francamente irrealistica. Ricordavo è vero, durante un Torneo del Colesterolo, Piscopo che mi diceva: la domanda non è se Luca diventerà GM, ma solo quando lo diventerà; in un mondo dove tanti GM sono di fatto costruiti solo sul computer e contando su una dedizione allo studio e una volontà ferrea, Luca è un talento assoluto e ci arriverà con leggerezza. Scossi la testa di fronte a questa affermazione che mi pareva più da epoca romantica degli scacchi, quando si faceva esperienza girando per il mondo e si raggiungeva la maturità scacchistica in età avanzata. Conscio della difficoltà di questo gioco che non fa sconti, mi sembravano più le parole di un estimatore che un serio vaticinio
Beh Piscopo aveva ragione e Luca ha mantenuto (come al solito) la sua promessa: ha smesso di giocare, si è dedicato solo al lavoro e alla ricerca, ma non ha dimenticato il suo obiettivo (che tanto quelli che si pone li raggiunge sempre) e giocando si e no un torneo all’anno ha ottenuto la seconda e la terza norma in due anni consecutivi. Domenica scorsa mi ha mandato un messaggio dalla Francia pochi minuti dopo aver chiuso il torneo della definitiva consacrazione, beh non ho la certezza, ma forse ero più contento io di lui. Complimenti Luca e che la vita ti riservi ancora tante altre soddisfazioni che ti meriti .

Ps Siccome noi scacchisti so benissimo che alla fine vogliamo vedere il gioco giocato ecco il finale della Shytaj – Sokolov, una vittoria decisiva per ottenere la terza norma:

Sokolov ha appena giocato 31…, e4
Il GM Sokolov appare in una situazione solidissima con una potente catena di pedoni sull’ala di re che mura l’alfiere bianco in g2. Anche la torre in d1 è bloccata dal dominante alfiere nero in d4. Luca gioca:
32. Axe4!!, fxe4; 33. Dxe4…la posizione nera crolla con tutti i pezzi sotto attacco
33 …., Cf5; 34 Axd8 e Sokolov abbandona. Sarebbe seguito:
34…, Txd8; 35 De6+, Rf8; 36. Txd4!, cxd4 37.Df6+, Re8; 38 b8=D, Txb8, 39. Txb8, Dxb8; 40 Dh8+!
Insomma quando gli organizzatori di Mulhouse presentavano Luca come “certamente solo un amatore che sarà però una minaccia continua grazie al suo stile di gioco veramente fantastico” avevano tutte le ragioni.

Ivano Pedrinzani

Campionato Italiano Giovanile 2018 – Scalea

Campionato Italiano Giovanile 2018 – Scalea

Campionati Italiani Giovanili 2018 – Scalea


Dal 1 al 8 Luglio 2018 si sono svolti a Scalea i Campionati Giovanili di Scacchi 2018. La Scuola Popolare era presente all’evento con con ben 10 ragazzi iscritti pronti a dare battaglia e farsi valere.
E’ stata un’esperienza bellissima vissuta nella condivisione, nello spirito dello stare assieme divertendosi, incitandosi, disperandosi per gli errori commessi, trovando la forza per rialzarsi, perchè questa disciplina forse più delle altre insegna che è dalle sconfitte che si costruiscono i trionfi. Abbiamo creato un gruppo affiatato, entusiasta e forse per questo un po troppo rumoroso nelle esternazioni, ma estremamente contagioso nel suo calore. Siamo partiti in 10, siamo finiti in 20, senza fare distinzioni di colori, provincia o regione di appartenenza uniti soltanto dalla passione per questo gioco. Tutti li a creare quel legame magico, a sostenerci assieme, prendendoci mai troppo sul serio, aspettando quel momento prima della partita per recitare il mantra incoraggiante, poi la partita, l’attesa, l’uscita che riserva l’emozione di una vittoria o la delusione per una sconfitta, le pacche sulle spalle, ci si asciuga una lacrima, si rianalizza la partita per capire cosa abbiamo sbagliato e insieme si cresce. Perchè al di là dei risultati sportivi, la cosa più importante resterà sempre lo spirito con cui si affrontano le cose. Un ringraziamento a tutti i ragazzi e alle famiglie che li sostengono. Grazie alla famiglia Gagliardi, Matrecano, Monti, Giagoni, Aielli, Piccinini, Marsico, ai genitori di Luca, grazie ai ragazzi della Lombardia con cui si è creata un’amicizia splendida. Grazie a Rosa mia moglie senza la quale il mio impegno e la mia dedizione non sarebbe stata possibile.
Ultimo riferimento ai risultati, i ragazzi hanno ben figurato finendo quasi tutti nella parte medio alta della classifica, il risultato di spicco è stato raggiunto da Ilaria De Carlo classificatasi sesta nella categoria Under 8 Femminile e da Diego Matrecano che a soli 5 anni ha affrontato con coraggio estremo il torneo Under 8 Maschile finendo con una straordinaria patta all’attivo. Arrivederci all’anno prossimo!

Scacchi, panini e salsicce

Scacchi, panini e salsicce

Restando nello spirito conviviale che caratterizza la Scuola Popolare di Scacchi sin dalla sua fondazione, domenica scorsa 8 luglio si è chiusa la stagione estiva con un torneo Blitz a 5’ + 3” a nove turni organizzato all’interno del confortevole padiglione del centro anziani di Villa Gordiani. Lo spirito rilassato e goliardico del torneo era garantito dal titolo: “Scacchi, ciriole e salsicce” (il pudore ha impedito di fare cenno al vino).

Non è un caso che il primo premio consistesse in un Brachetto da consumare obbligatoriamente seduta stante e che fossero previsti dei premi di consolazione per gli ultimi due in classifica: doppio bicchiere di vino abruzzese.

Insomma, dato che ci piace scherzare con serietà, il torneo si è improvvisamente caricato di foga agonistica impegnando strenuamente per tutto il pomeriggio 20 giocatori (tra soci/amici/ex allievi) chiudendosi rispettando il pronostico: primo classificato Sergejs Gromovs seguito da Paolo Andreozzi, che quando trova le giuste motivazioni alcoliche sovraperforma regolarmente, e da Michele Blonna, che solo per il Bucholz sopravanza un Massimo Carconi in stato di grazia.

Classifica finale

Pos  Pts  ID  NAME                                                   | Rtg  PRtg Fed |   Buc1    BucT    BucM

—————————————————————————————

1  8.0   1 AFM GROMOVS Sergejs                          | 2313 2062 ITA |    44.5

2  7.0   7 2N ANDREOZZI Paolo                             | 1697 1989 ITA |    45.0

3  6.5   2 CM BLONNA Michele                              | 2055 1877 ITA |    46.5

4  6.5   8 2N CARCONI Massimo                           | 1614 1903 ITA |    46.0

5  6.0   3 1N BRIA Simone                                       | 1980 1906 ITA |    46.0

6  5.0  18 2N PECCHENEDA Ezio                         | 1428 1775 ITA |    44.0

7  5.0  11 2N PIRAS VALERIO                                | 1600 1696 ITA |    39.5

8  4.5   9 3N FANELLI Giuseppe                            | 1605 1678 ITA |    40.5    43.0    34.0

9  4.5  13 2N PARDO Paolo                                      | 1560 1711 ITA |    40.5    43.0    33.5

10  4.5  10 2N GRAMMATICO RICCARDO          | 1600 1693 ITA |    39.5

11  4.5   5 2N SPANI Vincenzo                                  | 1755 1550 ITA |    33.5

12  4.5   6  2N NASCA Andrea                                   | 1700 1529 ITA |    33.0

13  4.0   4 1N PEDRINZANI Ivano                           | 1829 1648 ITA |    43.5

14  4.0  19 3N DORASCENZI Angelo                       | 1359 1511 ITA |    33.0

15  4.0  14 3N   Giovannelli Andrea                          | 1500 1497 ITA |    31.5

16  3.5  12 2N    PRROJ Alexander                            | 1600 1677 ITA |    43.0

17  3.0  20  BRIA Alessandro                                      | 1329 1412 ITA |    31.0

18  2.0  16   Grammatico Salvatore                           | 1440 1313 ITA |    31.5

19  2.0  15     Di Croce Daniele                                    | 1440 1314 ITA |    30.5

20  0.0  17     Wang Xie Kevin                                     | 1440  728 ITA |    35.5

 

La serata è proseguita ovviamente con barbecue all’aperto organizzato dall’efficientissimo Pedrinzani e con panini e bruschette preparati da Carconi, ed è poi andata avanti ad oltranza con sfide sempre più improbabili nel cuore della notte….

Una giovane sorpresa al 2° Torneo Sociale 2018

Una giovane sorpresa al 2° Torneo Sociale 2018

di Ennio Paolo Pellegrini

Dal 21 maggio al 25 giugno, ogni lunedì si é disputato il torneo Sociale del circolo Scuola Popolare di Scacchi.

Al torneo hanno preso parte gli storici iscritti della scuola nonché loro fondatori, i tesserati da molto tempo e anche nuovi appassionati che hanno più raramente frequentato il Circolo.
Per me è stato molto bello vedere la Scuola così affollata di appassionati al Nobil Giuoco che si sfidano sulle 64 caselle.
A seguito della mia assenza al precedente torneo Sociale (causa lezioni, ovviamente di scacchi) in questa edizione sono riuscito ad arrivare primo imponendomi di mezza lunghezza sul mio più diretto inseguitore totalizzando 5 punti su 6. Ora spiegherò cosa è stato il mio sociale.
1 turno. Incontro Franco Foresi, un avversario sfavorito sulla carta ma comunque da non sottovalutare.
Riesco a portare a casa il punto pieno.
2 turno. Mi capita l’ostico Paolo Pardo (v. partita commentata), lui è favorito sulla carta. Questa partita si prospetta un match di verifica di quanto ho imparato durante il mio percorso didattico col CM Alessio Nonni.
La partita (che peraltro andrò a commentare in seguito) è molto equilibrata ma riesco a spuntarla grazie a un leggero vantaggio posizionale in mediogioco.
3 turno. Sono a 2/2 capoclassifica con Ezio Peccheneda, pertanto lui è il mio prossimo avversario.
Dopo 3 ore e mezza di gioco ci accordiamo per la patta in un finale complesso in cui io ho la torre contro 2 pezzi leggeri.
4 turno. Gli inseguitori distaccati di mezzo punto ci hanno raggiunti e io devo giocare con uno di loro: il mio primo insegnante di scacchi, Paolo Andreozzi. La partita deciderà le sorti dell’alta classifica. Dopo una svista perdo un pezzo ma in posizione complessa riesco a trovare un tatticismo che mi consente di cambiare la sua Donna per 3 pezzi leggeri. A causa della loro scoordinazione riesco a trovare il punto pieno. Intanto Claudio Pauselli vince con Ezio Peccheneda in prima scacchiera. Per la seconda volta mi trovo a dover giocare per il primo posto in uno scontro diretto.
5 turno. Gioco con il forte Claudio Pauselli in uno scontro diretto per il primo posto, serve il punto ad entrambi.
In mediogioco Pauselli monta un forte attacco che però sfuma. In finale riesco a impormi in una posizione abbastanza complessa che mi consente di trasformare un leggero vantaggio in un punto.
6 turno. Gioco contro il presidente Massimo Carconi in una partita in cui anche un pareggio mi basta. Se in questo torneo non ho commesso particolari errori questo non è il momento per farlo…. Invece è proprio quello che accade: all’inizio del mediogioco perdo un pezzo a causa di una svista tattica.
Dopo 3 ore di gioco riesco a trovare una combinazione che mi fa andare in vantaggio. Ormai stanco per gli sforzi dovuti a giocare con un pezzo in meno, mi accontento di proporre patta e vincere così il torneo.
Vincere il torneo del mio circolo è per me un grande onore.
Certifica che quel piccolino entrato nel circolo 4 anni fa che sapeva a malapena muovere i pezzi ha fatto un po’ di strada e si spera ne faccia altra…
Con l’ augurio di trovare tutti i lettori di quest’ articolo  al prossimo sociale.
BUONE PARTITE A TUTTI!!!!

Per la cronaca, di seguito la classifica finale

Pos Pts ID   NAME               | Rtg  PRtg  Fed | Buc1 BucT
——————————————————————————–
1    5.0   10  pellegrini           | 1523 1812 ITA | 19.5
2   4.5     2  peccheneda       | 1724 1799 ITA | 20.0
3   4.0    5   carconi               | 1639 1670 ITA | 19.5
4   4.0  11    pauselli              | 1500 1759 ITA | 19.0
5   3.5    3    pardo                 | 1709 1615 ITA  | 18.5
6   3.5    4   andreozzi           | 1659 1594 ITA | 17.0 18.5
7   3.5    6   dì mascolo         | 1638 1625 ITA | 17.0 18.5
8   3.0   1    pedrinzani         | 1893 1577 ITA | 17.5
9   3.0   7    prroj                   | 1604 1577 ITA | 17.0
10 3.0   9    bruni                  | 1553 1702 ITA | 16.0
11  3.0 16    pezzarossa        | 1440 1343 ITA | 14.0
12 2.5   8    piras                   | 1573 1541 ITA  | 16.5
13 2.5 12     chiarini             | 1440 1506 ITA | 15.0
14 2.5 17     dorascenzi        | 1351 1465 ITA  | 14.5
15 2.0 15     pennese            | 1440 1418 ITA | 16.0
16 2.0 18    ferrari                | 1284 1307 ITA | 15.0
17 2.0 14    nardiello            | 1440 1195 ITA | 12.0
18 1.5 19    foresi                  | 1004 1268 ITA | 16.0
19 1.0 13    innocentini       | 1440 607 ITA   | 11.5

13 maggio 2018: Scacchi al Memorial Pappagallo     

13 maggio 2018: Scacchi al Memorial Pappagallo     

di Andrea Bruni

Può sembrare strano ma a Roma è possibile ritrovarsi in uno scenario storico della città e poter sperimentare gratuitamente pratiche sportive con la guida di un insegnante esperto. È successo domenica 13 maggio nello stadio delle Terme di Caracalla invasa di tatami per le arti marziali, di palchi per la danza, spazi per le attività olistiche, porte per giocare al calcio, tavoli e sedie per gli scacchi. Il C.S.E.N. di Roma, per il secondo anno consecutivo ha voluto ricordare, con una festa dello sport, il suo Presidente Mario Pappagallo scomparso precocemente per una malattia nel 2016. Più che nella prima edizione, dello scorso anno, gli scacchi hanno avuto uno spazio di rilievo. Infatti, pur essendo una nuova disciplina inserita nel panorama C.S.E.N., ha raccolto l’adesione di adulti appassionati, giovani e giovanissimi provenienti dai corsi organizzati dalla Scuola Popolare di Scacchi di Roma, il cui Presidente Massimo Carconi si è personalmente impegnato per l’avvio del settore Scacchi CSEN. Purtroppo, non tutti i Circoli affiliati sono riusciti ad essere presenti, a causa delle numerose iniziative di scacchi svolte in contemporanea nella giornata in città, ma per coloro che si sono ritrovati allo Stadio delle Terme, è stato possibile sfidare in simultanea il sempre simpatico e accogliente Maestro Fide Mario Sibilio che in più turni ha incrociato i “pezzetti di legno” con i presenti, su quindici scacchiere, portandosi a casa quindici vittorie come da pronostico; riscattando con successo l’esperienza della prima edizione nella quale aveva lasciato un punto per merito del nostro Pedrinzani, quest’anno assente. Nulla hanno potuto Carconi, Peccheneda, Pardo e gli altri giovani partecipanti contro il Maestro, in ottima forma, che nel pomeriggio, forse a seguito dell’entusiasmo, è andato a vincere il torneo in programma all’Accademia di Scacchi. L’unico sfidante che ha dato del filo da torcere al Maestro è stato il promettente Giovannelli che come sempre con carta e penna si è seduto al tavolo con serietà e ha costretto Sibilio ad un finale torre e pedoni per “nulla semplice” come ha dichiarato alla conclusione il vincitore. Nel frattempo, giocando con un giovanissimo principiante dei corsi della Scuola Popolare, Sibilio ha dato spazio ad attività formative alternando il gioco con bianchi e neri, fornendo al giovanissimo Marco uno studio di scacchi sicuramente per lui indimenticabile. Così mentre tutto intorno la festa si concludeva con premiazioni, lancio di palloncini, staffette di corsa tra i partecipanti dei vari sport, massaggi e riflessologia plantare, l’unico stand ancora aperto ed in piena attività, con il gioco libero, era quello degli scacchi che ha proseguito fino all’ultimo minuto possibile, dimostrando ai presenti quanto questo sport sia così coinvolgente da trasformare il passare del tempo in una dimensione astratta. Solo l’addetto all’impianto è riuscito a far uscire dallo stadio, per ultimi, gli scacchisti che si sono salutati nello splendido scenario del Centro di Roma con un cielo limpido che ha accompagnato la giornata e consentiva di vedere il Cupolone dal Circo Massimo. La Presidente CSEN Roma Zecchetti ci ha confermato l’”arrivederci all’anno prossimo perché in questo modo che vogliamo ricordare un grande Uomo di Sport e Cultura come Mario Pappagallo”. Noi possiamo solo aggiungere che ci saremo ancora, con uno stand più grande e con più scacchiere, per consentire la partecipazione a più giocatori e più circoli e augurandoci che il maestro Sibilio sia ancora dei nostri per una simultanea che potrebbe diventare una tradizione negli scacchi romani.

Scacchi a Regina Coeli: Davide Cocco racconta… 

Scacchi a Regina Coeli: Davide Cocco racconta… 

        a cura di Paolo Pellegrini

 

Da novembre a marzo scorso, il nostro socio Davide Cocco, professionalmente ingegnere ma anche Istruttore di Base FSI, ha tenuto un corso di scacchi, organizzato dal Comitato Regionale Lazio, nel carcere romano di Regina Coeli. Gli abbiamo rivolto alcune domande, perché si tratta certamente in un’iniziativa interessante che è bene divulgare.

 

D: Davide, raccontaci la tua esperienza

Ho avuto l’opportunità di tenere un corso di scacchi nel carcere di Regina Coeli, in una sezione che conteneva per lo più detenuti per reati di spaccio e rapina. Il corso si è tenuto da novembre a marzo. Ho avuto fino a un massimo di 16 studenti, di età compresa tra i 20 e i 40 anni.

 

D: Sapevano già giocare? Sei partito dalle basi? Quanto durava la lezione?

La lezione durava 90 minuti. Su 16 persone forse solo 3 o 4 sapevano cosa fosse un cavallo. Molti erano stranieri, alcuni non parlavano italiano.

Sono partito da cenni storici, curiosità, per tentare di catturare la loro attenzione, continuando con spunti volti a convincerli su quanto potesse essere utile il gioco degli scacchi. Solo quando ormai erano attenti e visivamente interessati, ho iniziato a spiegare quale fosse il ruolo dei diversi pezzi.

La mia impressione è che all’inizio probabilmente quasi nessuno fosse davvero interessato ad esser li. Quindi il primo approccio è stato un po’ particolare: 16 persone all’interno di una stanza adibita a contenerne la metà, ad esser ottimisti.

Pochi minuti dopo esser entrato in questa “angusta” cella, l’operatrice mi ha lasciato solo con loro che, per i sopracitati problemi di spazio, non potevano far altro che stare, in parte, in piedi davanti e dietro di me.

Dunque, come accennavo, il primo approccio è stato davvero particolare.

 

D: Che dotazione avevi? Ma avevi una scacchiera murale? Loro avevano i pezzi davanti?

Il primo giorno avevamo solo i pezzi, ma non per tutti. Dal secondo giorno abbiamo avuto la scacchiera murale e tutti avevano i pezzi davanti. La lezione era dedicata quasi per intero alla teoria. Gli allievi sono diventati ben presto molto curiosi e volevano imparare il più possibile. Sono state comunque lezioni molto interattive. A volte passava qualcuno della Polizia penitenziaria a seguire un po’ di corso…

 

D: Tra un incontro e l’altro ti riferivano che avevano giocato?

Si, mi raccontavano delle loro partite e mi chiedevano consigli. Sono passati da non conoscere il movimento dei pezzi, o comunque dal conoscerlo poco e niente, a giocare probabilmente come dei giocatori che potrebbero ambire a diventare classificati. Mi sono stupito di come abbiano assimilato rapidamente!

 

D: Rosicavano quando perdevano?

Si, a volte nemmeno poco!

 

D: Sei stato soddisfatto di questa esperienza? E gli allievi?

Io sono stato molto soddisfatto. Anche i partecipanti sono stati contenti. Hanno chiesto di continuare le lezioni o di riprenderle quanto prima, non sono mancate, inoltre, diverse richieste di materiale e suggerimenti per continuare autonomamente lo studio degli scacchi, in attesa di un secondo corso. Si è anche creato un rapporto di confidenza. Ho raccolto le loro esperienze di vita e spero di aver contribuito ad aprire una nuova prospettiva nelle loro vite, per quando potranno uscire.

 

D: Lo rifaresti? Ti sembra un’iniziativa utile per i detenuti?

Gli aspetti logistici si possono migliorare, ma l’esperienza è stata più che positiva. Sicuramente da ripetere!

CIS 2018 Ultimo turno: Marta vs Tosi

CIS 2018 Ultimo turno: Marta vs Tosi

Commento a cura di Daniele Marta

LA LUNGA CORSA VERSO LA B

LA LUNGA CORSA VERSO LA B

LA LUNGA CORSA VERSO LA B
Si è felicemente conclusa ieri la lunga cavalcata della squadra della Scuola Popolare di Scacchi che ha giocato in serie C. La promozione in B, ottenuta con un primo posto in solitario, è un ottimo risultato considerata anche la rinuncia forzata e quasi immediata della prima scacchiera Marian Tudorache, costretto a rientrare in Romania dopo il solo primo turno per problemi familiari. Il capitano Pardo è riuscito a gestire mirabilmente l’inconveniente puntando sulla coesione della squadra, sempre presente in tutti gli appuntamenti e tutta motivata verso il successo finale.
Ma ripercorriamo i 5 turni:
Primo turno: la Scuola gioca in casa di Frascati, sulla carta una delle squadre più deboli del girone: Frascati schiera 4 seconde nazionali quindi squadra molto omogena ma priva di vere punte. Pardo, per quella che sarà l’unica volta, può scegliere tra molte ipotesi di squadra, la formazione è: Tudorache, Menichelli, Marta, Pardo. 3 CM e una 2N nazionale ben più skillata sulla carta della pari grado 4a scacchiera di Frascati. Media elo della Scuola 1924, di Frascati 1691. Sembra tutto già scritto e invece è una mezza falsa partenza. Tudorache vince in prima scacchiera ma incredibilmente Menichelli perde in seconda contro Carbone. Marta e Pardo in 3a e 4a altrettanto inaspettatamente non vanno oltre il pareggio. Risultato finale 2 – 2, un pareggio che ci sta stretto e che sembra uccidere sul nascere le nostre ambizioni. Nelle altre partite Quattro Pedoni sbanca Lazio Scacchi (sulla carta tra le più forti) 4 a 0 e si impone come favorita del torneo
Secondo turno: sembra di essere già all’ultima spiaggia. Il pareggio contro una delle deputate alla retrocessione (ma Frascati con l’orgoglio che è tipico dei giocatori diretti da Ragonese alla fine ci sconfesserà) si unisce alla notizia di metà settimana che il nostro uomo di punta Tudorache deve purtroppo rientrare in Romania. Perdiamo definitivamente la prima scacchiera. Giochiamo in casa con Quattro Pedoni media elo 2002 e sulla carta la squadra favorita per la promozione. Ci viene a mancare anche Menichelli e senza 1a e 2a scacchiera sembra che le possibilità siano poche. Pardo schiera Marta, Pedrinzani,Pardo, Di Mascolo media elo 1804. Su ognuna delle 4 scacchiere siamo debitori di almeno 100 punti elo. L’importante non prenderle! E invece anche questa volta c’è la sorpresa. Pedrinzani in seconda scacchiera riesce a trovare quasi subito la patta con Laudati (elo 1980), anche in prima scacchiera Marta non ha timori reverenziali e trova una agevole patta contro Rossetti (elo 2112). In quarta scacchiera la sorpresa: Di Mascolo malgrado i 300 punti elo di differenza fa punto pieno contro Simeone in forte deficit di tempo assicurandoci il pareggio. E’ Maurizio il vero eroe della giornata! Perde Pardo (ma sarà l’unica sua sconfitta del campionato) e l’incontro termina 2 a 2. Abbiamo pareggiato con coloro che tutti danno come vincitori del torneo malgrado le tante assenze: forse così scarsi non siamo. Nelle altre partite intanto Quattro Torri batte anch’essa Lazio Scacchi e si porta in testa a punteggio pieno
Terzo turno: si gioca ad Ostia, sulla carta l’altra squadra insieme a Frascati deputata alla retrocessione. Media elo1641 (molto vicina a Frascati) ma squadra composta da giovanissimi giocatori per i quali il punteggio elo attuale può essere poco indicativo. Pardo dopo l’esperienza Frascati non si fida e con il rientro di Menichelli schiera i 4 giocatori sulla carta più forti di cui dispone: Menichelli, Marta, Pedrinzani, Pardo media elo 1890. Questa volta non si fanno sconti: Menichelli e Marta vincono e portano la squadra sul 2 a 0, segue Pardo con un’altra vittoria ed è 3 a 0. A risultato acquisito Pedrinzani chiude con una patta e finisce 3,5 a 0,5. Nelle altre partite Quattro Torri batte anche Quattro Pedoni e si mantiene in testa a punteggio pieno con 6 punti, segue Scuola Popolare a 4 (Quattro Pedoni è ferma a 3). Non siamo ancora molto fiduciosi, dopo tre turni siamo secondi ma abbiamo già giocato con le due squadre più deboli: ci aspetta lo scontro con i primi in classifica e la trasferta finale in casa di Lazio Scacchi che dopo le cadute dei primi due turni sembra poter finalmente carburare
Quarto turno: ospitiamo i primi in classifica. E’ la partita della ipotetica svolta: vincendo li raggiungeremmo in classifica, perdendo dovremmo iniziare forse a guardarci dietro. Pardo conferma la squadra di Ostia: Menichelli, Marta, Pedrinzani, Pardo (media elo 1890). Quattro Torri si presenta con una media elo 1760. Sulla carta siamo debitori solo in prima scacchiera e proprio là Menichelli ottiene una veloce patta. Pardo nel frattempo in quarta fa punto pieno. Siamo 1,5 a 0,5. Patta anche di Marta in seconda con un certo rammarico e siamo 2 a 1. In terza scacchiera Pedrinzani propone la patta, rifiutata. L’avversario punta a vincere per pareggiare lo scontro (anche se a posteriori una sconfitta di misura poteva essere utile) ma alla fine si disunisce e perde. Finisce 3 a 1 e li raggiungiamo in testa alla classifica. Nelle altre partite le attese e facili vittorie di Lazio Scacchi e Quattro Pedoni rispettivamente contro Ostia e Frascati.
Facciamo due conti:
In vista dell’ultimo turno si iniziano a fare i conti: siamo primi in classifica a 6 punti a pari merito con Quattro Torri ma abbiamo mezzo punto in più di scacchiera e la vittoria nello scontro diretto. L’ultimo turno non ci è favorevole giochiamo contro Lazio Scacchi mentre Quattro Torri dovrebbe avere vita facile in casa con Frascati. Se vinciamo 3,5 a 0,5 anche se Quattro Torri vince 4 a 0 siamo primi, con risultati inferiori dovremo aspettare il risultato di Frascati…..considerato che Lazio Scacchi ha una squadra del nostro livello situazione non facile. Dopo la coppia di testa c’è Quattro Pedoni a 5, Lazio Scacchi a 4, Frascati a 3 e Ostia a 0. Ostia è matematicamente retrocessa, l’altra imputata è Frascati in ritardo di un punto su Lazio Scacchi (con la quale ha perso anche lo scontro diretto 3,5 a 0,5) e che gioca con una delle due capolista.
Quinto turno: Pardo vuole fare una piccola variazione e schierare in quarta scacchiera Cocco protagonista di una performance strepitosa in promozione. La sera di sabato purtroppo arriva il msg: Cocco con la febbre. Rientra Pardo e schieriamo ancora una volta Menichelli, Marta, Pedrinzani, Pardo. Tutto sommato giusto così è bene che si giochi la promozione chi l’ha costruita fino ad ora. La nostra media elo è 1890, Lazio Scacchi schiera una media elo di 1892 quindi estremo equilibrio in tutte e 4 le scacchiere. Lazio non ha più speranze di promozione e gli basta un pareggio per essere sicura della salvezza anche ipotizzando (difficile da pensare) che Frascati vinca con l’altra prima in classifica. Partiti e Menichelli purtroppo entra in troppe complicazioni e perde in prima scacchiera (peraltro a lui capitava l’avversario peggiore). Marta pareggia subito il conto vincendo la sua ed è 1 a 1. In terza scacchiera Pedrinzani ha un finale inferiore ma il suo avversario che sembra aver trovato il lungo piano per sfruttare il vantaggio posizionale, accelera e finisce per perdere: è 2 a 1 per noi. Quarta scacchiera apoteosi finale con Pardo che porta a casa il punto intero, finisce 3 a 1 e promozione appesa al risultato di Frascati: se Quattro Torri ha vinto 4 a 0 sono primi loro, con un qualsiasi altro risultato inferiore siamo primi noi
Epilogo:
Colpo di scena. Quattro Torri non solo non ha vinto 4 a 0 con Frascati ma ha addirittura perso in casa 1,5 a 2,5. Siamo primi da soli con 8 punti e promossi in B, segue Quattro Pedoni che scavalca Quattro Torri a 7 e Quattro Torri ferma a 6. In zona retrocessione altro coup de theatre: Frascati mai morta sale a 5 e scavalca Lazio Scacchi ferma a 4. Retrocedono Lazio Scacchi e Ostia.

Ivano Pedrinzani

Torneo Sociale 2018

Torneo Sociale 2018

TORNEO SOCIALE 2018 DELLA SCUOLA POPOLARE DI SCACCHI 

Si è chiuso lunedì 05/3 dopo quasi 2 mesi il primo torneo sociale della Scuola Popolare di Scacchi.
Si è trattato della prima edizione pilota; come è noto la Scuola ha come mission essenzialmente l’insegnamento del nobil gioco e solo ultimamente si è deciso di incrementare anche l’attività di circolo per dare la possibilità ad allievi, ex allievi ed istruttori di incontrarsi e soddisfare la propria voglia di scacchi, in una parola aumentare le occasioni per tenere fermo il legame tra di noi e di noi tutti alla Scuola.
L’edizione pilota, riservata ai soci della Asd, ha visto ai blocchi di partenza 12 giocatori con alcune importanti defezioni per motivi di lavoro e/o scuola come il Maestro FSI Della Corte da anni nostro socio e prima scacchiera della compagine che milita in B, il MF Sibilio nostro neo socio a torneo ormai iniziato, i CM (rigorosamente in ordine alfabetico) Lanfranco Cesarini, Rinaldo Imbrogno, Daniele Marta e Alessandro Menichelli (Alessandro non ce ne voglia ma abbiamo preferito avere fra noi al momento del bianco in moto la sua affascinante compagna Rita), Alessio Nonni. Permetteteci inoltre di unire al rammarico per l’assenza dei precedenti altolocati nomi quella per l’assenza del nostro enfant prodige Ennio Pellegrini e di Davide Cocco (“er mejo NC de Roma” che ha già parecchi scalpi di giocatori classificati al suo attivo). Per tutti l’appuntamento, a questo punto ineludibile, è per la prossima edizione
Alla fine il n.1 per rating era il CM Tudorache, mentre chiudevano il tabellone la socia Rita Farucci e il terribile “vecchio” della Scuola, Angelo Dorascenzi.
I 7 combattuti turni hanno confermato, con poche e minimali eccezioni, i risultati attesi assegnando la vittoria al CM Tudorache che chiude così meritatamente al primo posto con 5,5 punti davanti a Pedrinzani (n.2 del tabellone) giunto anch’esso a 5,5 (secondo per bucholz). Degna di menzione la performance di Grammatico Riccardo, da poco avvicinatosi agli scacchi, che raccoglie 4 punti e un 5 posto guadagnato con le unghie visto il poco fortunato record del bucholz finale (ha giocato con tutti e 4 i primi della classifica finale).
Riteniamo doveroso citare infine Paolo Pardo uno e trino che si è prodigato nella triplice veste di giocatore (ottimo 4 posto), organizzatore (sempre impeccabile) e arbitro (tutto è filato liscio, ma stante l’approccio conviviale e scherzoso che ha animato l’evento non poteva essere diversamente).
Riportiamo qui di seguito la classifica finale:
Pos Pts ID Name rtg Buc1 Buct
1 5.5 1 Tudorache 2031 27.5 29.5
2 5.5 2 Pedrinzani 1893 25.5 27.5
3 5.0 4 Peccheneda 1724 24.5 26.5
4 4.5 5 Pardo 1709 26.5 27.0
5 4.0 8 Grammatico 1566 27.0 30.5
6 3.5 9 Fanelli 1557 23.0 23.5
7 3.5 6 Carconi 1639 22.5 23.0
8 3.5 3 Di Mascolo 1784 18.0 18.5
9 3.0 7 Prroj 1604 23.5 25.0
10 2.0 10 Bruni 1550 24.0 24.5
11 1.0 12 Farucci 1187 18.5 19.0
12 1.0 11 Dorascenzi 1312 18.5 18.5

e -per dare spazio anche al momento agonistico- quella che riteniamo la partita più rappresentativa ovvero lo scontro tra numero 1 e 2 del tabellone (1° e 2° finali ) e unici due a finire il torneo imbattuti al tavolo di gioco (le brevi notazioni sono di Pedrinzani)

Il motore assegna un labilissimo +0,5 al bianco (roba da motori non da umani), obiettivamente difficile migliorare: i 4 pezzi ancora in gioco sono di fatto tutti immobilizzati alla difesa di qualcosa e l’unico piano plausibile pensato sulla scacchiera è iniziare una lunga marcia con il mio Re. Si tratta di un piano lungo e passibile di improvvisi controattacchi del nero che presto libererà il cavallo con …d5; Axd e Rxf. Il tutto presuppone almeno un’altra ora di gioco, troppo per il sottoscritto 😊

L’appuntamento per tutti è alla prossima edizione che verrà organizzata quanto prima…..ci abbiamo preso gusto

Scacchi a scuola nel Municipio Roma V

Scacchi a scuola nel Municipio Roma V

Giovedì 14 dicembre ho partecipato alla presentazione del progetto “Scacchi a scuola nel Municipio Roma V” nella scuola Pisacane in via dell’Acqua Bullicante. L’evento è stato promosso dall’Assessorato alle Politiche Educative e Scolastiche in collaborazione con la Commissione Scuola del Municipio Roma V e le associazioni scacchistiche “Scuola Popolare di Scacchi” e “CentocelleScacchi”.
Il progetto “Scacchi in città”, per il quale mi preme ringraziare l’Assessora alle Politiche Scolastiche Jessica Amadei e il Presidente del Consiglio Giovanni Boccuzzi del V Municipio, è fortemente innovativo: grazie alla nostra Amministrazione in sinergia con le suddette associazioni scacchistiche territoriali, infatti, è stato introdotto il gioco di scacchi nella scuola dell’infanzia, una vera e propria novità nel panorama scolastico italiano. Non solo uno sport, ma un vero proprio strumento per supportare l’attività didattica e acquisire i fondamenti del piano educativo previsto dalle “Indicazioni Nazionali per il Curricolo della Scuola dell’Infanzia e del Primo ciclo di Istruzione” del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Il bambino, attraverso una scacchiera gigante e senza regole ben precise data l’età, sviluppa capacità motorie, gioca in maniera costruttiva e creativa con gli altri, confrontandosi e raggiungendo le prime consapevolezze sulle regole del vivere insieme. Con l’esperienza diretta, il procedere per tentativi ed errori, il bimbo riesce ad approfondire e sistematizzare gli apprendimenti, il tutto in un’innovativa veste ludica e divertente.
L’iniziativa ha riscosso un grande successo non solo fra i bambini, ma anche fra gli stessi genitori e insegnanti: mi impegnerò quindi per far sì che possa essere esportato anche presso gli altri municipi di Roma Capitale.

Articolo di Daniele Frongia

Golden Slam! in combinazione con il Festival di Vignola

Golden Slam! in combinazione con il Festival di Vignola

Dal gemellaggio tra il Festival “Città di Vignola” e l’International Chess Festival Roma Città Aperta è nato il GOLDEN SLAM
Come funziona il Golden Slam?

I giocatori che abbiano partecipato ad entrambi i tornei nello stesso raggruppamento A, B o C si contenderanno un prezioso premio aggiuntivo assegnato secondo i seguenti criteri:

Il giocatore che avrà totalizzato il maggior numero di punti nei due tornei
In caso di parità si sommeranno i punti Buchholz di entrambi i tornei
In caso di ulteriore parità si sommeranno i punti Elo posseduti a Vignola e a Roma

Simultanea con l’astro nascente GM Awonder Liang!

Simultanea con l’astro nascente GM Awonder Liang!

Mancano 15 giorni all’inizio del 2° International Chess Festival Roma Città Aperta e siamo lieti di annunciarvi la partecipazione alla competizione di un’altra giovane promessa dello scacchismo mondiale. Il quattordicenne statunitense GM Awonder Liang: all’età di 14 anni, è ufficialmente ancora il più giovane Grande Maestro di scacchi al mondo; rappresenta attualmente gli Stati Uniti d’America nella competizione World Junior U20 Chess Championship (12-26 novembre 2017) che si svolge a Tarvisio, Italia, nella sezione Open.
Il 2 dicembre sarà a Roma ospite d’onore della conferenza stampa di presentazione del Roma Città Aperta 2017 nella Sala del Carroccio in Campidoglio. A margine disputerà una simultanea con 20 giocatori nella stessa sala. A partire dal 3 dicembre inizierà a competere con altri grandi nomi dello scacchismo internazionale dei quali daremo prossime notizie. Qui sotto alcune sue foto in periodi diversi della sua carriera

La piccola promessa Machteld Van Foreest a Roma!

La piccola promessa Machteld Van Foreest a Roma!

All’edizione dell’ormai prossimo  torneo di Roma Città Aperta 2017  (3-10 dicembre) fra i tanti nomi dei partecipanti spicca quello di di Machteld Van Foreest, un’olandesina di 10 anni che è forse la più grande promessa del movimento femminile europeo.

Di seguito il link ad un articolo in merito a cura di Riccardo Moneta

https://unoscacchista.wordpress.com/2017/11/16/machteld-van-foreest-a-roma/

Il Progetto SME: bilanci e considerazioni finali

Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Alessandro Dominici, ASD Alfiere Bianco, coordinatore nazionale del Progetto SME, cui ha partecipato con piacere la Scuola Popolare di Scacchi

Dopo 3 anni di duro lavoro, l’8 dicembre 2023 si è tenuta a Roma, presso la sala Capitolina dell’Hotel Eurostars Roma Aeterna, la conferenza finale di presentazione dei risultati del Progetto SME, Scacchi Metafora Educativa, selezionato e finanziato dall’impresa sociale “Con i bambini” nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile e promosso dal Centro Sportivo Educativo Nazionale (CSEN) e dalla società sportiva Alfiere Bianco.

L’evento, molto partecipato sia in presenza che dal web, ha condiviso i risultati di un lavoro intenso e diffuso su tutto il territorio nazionale, che ha coinvolto oltre 10.000 studenti in 14 regioni italiane.

Il Progetto SME è stato strutturato coinvolgendo ASD e scuole locali, realizzando in ciascun territorio le medesime attività. In particolare, dal 2020 al 2023 in ciascuna regione sono stati avviati in contemporanea attività di scacchi nelle scuole, coinvolgendo bambini e ragazzi da 6 a 14 anni, naturalmente approcciando in modo diverso all’insegnamento a seconda dell’età degli studenti coinvolti. L’avvio dell’attività è stato preceduto da incontri di formazione e coordinamento residenziali rivolti ai tecnici e docenti coinvolti, replicati alla fine di ogni anno, in modo da mettere a fattor comune le buone pratiche e condividere metodi e approcci. Oltre all’attività in orario scolastico, dal secondo anno sono stati avviati i Club di Scacchi in orario extrascolastico presso le scuole coinvolte nel progetto. All’inizio del terzo anno, sono poi partiti i Centri Stabili Educativi nelle regioni coinvolte nel Progetto, coinvolgendo anche altre realtà associative. I Centri Stabili hanno l’ambizione di restare operativi nel tempo, quale esternalità positiva per il futuro nei territori coinvolti.

Oltre alla dimensione del Progetto SME, l’aspetto che lo distingue da tutti gli altri è stato quello dell’analisi dei risultati. Tutti i bambini e ragazzi coinvolti sono stati sottoposti a questionari prima dell’inizio dell’attività. I questionari sono poi stati somministrati nuovamente al termine dei 3 anni di attività. Per misurare correttamente l’impatto, il secondo questionario è stato anche somministrato a studenti di pari età non coinvolti, in modi da verificare le differenze. I risultati di questi oltre 10.000 questionari sono poi stati analizzati dai ricercatori ASVAPP (Associazione per lo Sviluppo della Valutazione e l’Analisi delle Politiche Pubbliche).

Non sono mancate naturalmente le difficoltà: il progetto è iniziato in piena pandemia e questo ha determinato qualche ritardo nella partenza in contemporanea in tutte le regioni. Non agevole è stata l’attività di coordinamento della rendicontazione delle spese, che ha richiesto importanti sforzi organizzativi.

Ad ogni modo, possiamo affermare che è stato un grande successo, come testimoniato dalla partecipazione alla conferenza finale dell’8 dicembre, nell’ambito della quale si sono alternati i massimi protagonisti dell’iniziativa, con a capo i saluti di rito del vicepresidente nazionale dello CSEN Giuliano Clinori e del Presidente di Con i Bambini Marco Rossi Doria, il videomessaggio di saluto del Presidente FSI Luigi Maggi e le relazioni di tutti i responsabili delle 14 regioni coinvolte. È stato veramente interessante ascoltare le esperienze vissute concretamente nei diversi territori da giovani istruttori o navigati esperti della scacchiera, che hanno saputo coinvolgere ed emozionare, in orario scolastico ed extrascolastico, all’interno dei Centri stabili all’uopo realizzati, coinvolgendo anche i loro genitori nel delicato ruolo educativo di cui sono protagonisti.

Dopo di loro, non è voluto mancare all’evento il presidente della Federazione Scacchistica Italiana, Comitato Regionale Lazio, Avv. Domenico Zibellini.

Di grande interesse anche la relazione Gianluca Strada, ricercatore ASVAPP, ha avuto il compito di monitorare al meglio, sin dalla sua genesi, la bontà delle attività e la qualità delle proposte, ponendo la lente d’ingrandimento sull’impatto che il gioco degli scacchi ha avuto sullo sviluppo delle abilità logico matematiche dello studente. Il lavoro di rilevazione e analisi hanno consentito di valutare in modo molto positivo l’impatto del Progetto SME. In tutte le classi sperimentali di scuola primaria, infatti, si osserva un effetto positivo e statisticamente significativo pari a 6,85 punti percentuali nel test di matematica. Ciò indica che vi è una differenza sistematica nei risultati degli studenti causata direttamente dall’apprendimento degli scacchi a scuola.

In definitiva, si è trattato di un progetto finora mai realizzato con gli scacchi di queste dimensioni che sicuramente lascerà il proprio impatto positivo per gli anni a venire, sia per chi ha potuto partecipare al progetto, sia per l’attività di analisi di impatto che lo ha accompagnato, i cui risultati consigliano chiaramente l’utilità degli scacchi quale metafora educativa.

Per approfondimenti sul progetto:

www.csen.it

www.percorsiconibambini.it

La registrazione della conferenza, trasmessa in diretta grazie alle telecamere di Directasport, è disponibile su questo link https://www.youtube.com/live/Q-FKCu6gcg0?si=8fG1JrfJIq23i9Lr e sulla pagina Facebook “Scacchi Metafora Educativa” https://www.facebook.com/progettosme